I locali storici d’italia, personaggi e testimonianze
Frequentati da re, principi, regine e dai personaggi più famosi (Wagner, Bizet, Hemigway, D’Annunzio, Eleonora Duse, Maria Callas, solo per citarne alcuni) sono un simbolo del Made in Italy che il mondo ci invidia.
Molti sono nel corso dei secoli i personaggi illustri (da Goethe a Wagner, da Eleonora Duse a Maria Callas, da Emingway a D’Annunzio, solo per citarne alcuni, per non parlare di re, principi e regine) che sono stati ospiti e hanno frequentato gli alberghi e i ristoranti storici di molte località del nostro Paese.
Ne abbiamo parlato nelle precedenti puntate ricordando anche alcune chicche, scelte fior da fiore, nelle 288 pagine della guida “Locali Storici d’Italia”.
Tra i personaggi più famosi ampio spazio è dedicato – e non poteva essere altrimenti – ad Ernest Emingway che soggiornò per molti anni, a più riprese, in Italia (Venezia, Cortina d’Ampezzo, Lignano, Sirmione, Pisa, Rapallo, Acciaroli) dopo il suo primo arrivo nel 1918 a Schio come volontario della Croce Rossa.
Molti dei suoi romanzi li scrisse proprio in Italia. L’ispirazione per uno dei romanzi più famosi
“Di là dal fiume e tra gli alberi” la trovò durante la permanenza (1948-49) a Venezia e a Cortina. Frequenti, inoltre, le trasferte a Verona al Ristorante “12 Apostoli” per incontrare l’editore Arnoldo Mondadori.
L’arrivo di Hemingway al mitico Hotel de La Poste di Cortina d’Ampezzo
Marisa Manaigo, nume tutelare del mitico “Hotel de La Poste” di Cortina d’Ampezzo, ricorda così il soggiorno del grande scrittore americano nel suo albergo.
“L’abbiamo visto arrivare con le valigie e la moglie Mary nel gennaio del 1951.
Conoscevamo bene Hemingway, perché aveva frequentato il nostro bar a suon di Martini e vini rossi dal 1948, quando aveva affittato la piccola Villa Aprile.
Lui conosceva bene Cortina e l’amava, perché riusciva a lavorare tranquillo, perché mangiava bene da Donna Rachele e perché il nostro barman Renato lo stava ad ascoltare per ore.
Gli abbiamo assegnato la camera 107 che, da allora, è rimasta com’era ed è oggi intitolata a lui.” Qui ultimò uno dei suoi romanzi più famosi “Di là dal fiume e tra gli alberi”.
La macchina da scrivere originale di Ernest Hemingway si trova ancora nella Suite dove ha soggiornato. Qui sono conservati anche i suoi libri, gli arredi e gli oggetti d’epoca che ci proiettano nell’atmosfera dei primi anni ’50. Ma non mancano le dotazioni tecnologiche e le comodità più moderne, come l’idromassaggio.
L’Hotel Principe di Savoia uno dei simboli della Milano cosmopolita
Un altro albergo ricco di storia e di fascino è l’Hotel Principe di Savoia in Piazza della Republica a Milano inaugurato nel 1896.
Facciata neoclassica, è uno dei simboli della Milano cosmopolita d’inizio secolo, uno di più prestigiosi alberghi europei riconosciuto a livello internazionale sia per la qualità che per l’eccellenza dei servizi offerti.
Le 257 stanze e in particolare le 44 suite richiamano il lusso sfarzoso dei grandi hotel continentali.
Gli interni sono impreziositi da sete, velluti, broccati, boiserie, marmi, lampadari di cristallo, tappeti, mobili d’antiquariato e arredi “fin de siècle”.
Per anni è stato il luogo del cuore di illustri personaggi: da Umberto di Savoia al Duca di Windsor, da Gabriele D’Annunzio a Charlie Chaplin, da Aristotele Onassis a Maria Callas a Rudolf Nurejev, solo per citarne alcuni. Amata e contesa dalle star internazionali è la Suite presidenziale con la spettacolare piscina interna diventata un’icona della città.
Il soggiorno di Churcill al Gran Hotel Gardone e la nuotata nel lago
Altra “chicca” è sul Lago di Garda. Merita una citazione l’episodio di quanto accadde nel 1949 nelle due settimane a cavallo tra luglio e agosto a Winston Churchill che soggiornò al Grand Hotel Gardone occupando la camera 310.
Un’altra stanza, la 316, venne riservata agli ospiti mentre l’intero terzo piano, per sicurezza, venne tenuto a disposizione dello statista: 11 camere con vista lago e 4 prospicenti la strada nazionale.
Churchill – si racconta – arrivò con una doppia scorta e con 44 bagagli al seguito, sparì subito in camera, ma poco dopo scese al piano terrato in ciabatte, vestaglia e sigaro, si diresse in giardino e poi in spiaggia. Entrò in acqua e si concesse una nuotata nel lago, facendo impazzire i reporter che lo inseguivano.
Il grappino della Regina Madre Elisabetta sul Ponte degli Alpini a Bassano
Nella precedente puntata dedicata ai Locali Storici d’Italia abbiamo parlato della Distilleria Nardini di Bassano ddl Grappa, la più antica d’Italia, fondata nel 1779 da Bortolo Nardini, originario di Segonzano in Valle di Cembra, culla della grappa artigianale trentina.
Gli eredi della storica distilleria ricordano che il 27 maggio 1987 la Regina Madre del Regno Unito, Elisabetta, entrò nello storico locale sul Ponte degli Alpini e sorseggiò un grappino Nardini comodamente seduta al romantico tavolino nell’angolo vicino alla finestra che si affaccia sul Brenta.
Era in visita a Bassano e, passando davanti alla celebre distilleria, ordinò alla scorta di fermarsi e, con sorpresa di tutti, entrò, sorseggiò la sua amata grappa e lasciò la regale firma “Elizabeth R.” con la data sul libro degli ospiti illustri. Amava molto la Nardini, che conosceva da sempre e che aveva voluto come unico superalcolico italiano per le nozze della figlia Elisabetta II.
Quella foto galeotta a Edoardo VIII e Wallis Simpson scattata a Villa d’Este
La guida “Locali Storici d’Italia” racconta anche uno degli scoop che hanno fatto epoca avvenuto nel 1933 sul lago di Como e per la precisione al Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio, la romantica villa circondata da un meraviglioso parco di dieci ettari, destinazione amata da molte celebrità internazionali.
Quell’anno il fotoreporter Fedele Toscani (padre di Oliviero) dopo astuti e pazienti appostamenti riuscì ad immortalare l’idillio tra Bessie Wallis Warfield, più nota come Wallis Simpson, ed Edoardo VIII che di lì a poco avrebbe rinunciato al trono d’Inghilterra per poterla sposare.
Lo storico “Albergo Italia” sul colle del Gran San Bernardo a due passi dal cielo
Scegliendo sempre fior da fiore, la Guida ricorda che l’albergo storico più alto d’Italia è in Valle d’Aosta, sul Colle del Gran San Bernardo, a 2.474 metri di quota.
Immerso in uno scenario di straordinaria bellezza, è uno dei simboli dell’ospitalità alpina.
Con la cordialità della terza generazione della famiglia Brunod, conserva le boiseries originali, le 16 romantiche camere e le ricette della tradizione valdostana: dai salumi ai formaggi, dalle zuppe ad una serie di pietanze che hanno affascinato Truman Capote, Liz Taylor, Richard Burton, il generale Montgomery, il maresciallo Graziani, il Duca d’Aosta.
Il Caffè Nazionale di Aosta e lo storico Grand Hotel Sitea di Torino
Altre curiosità. Un gioiello architettonico di altissimo valore, con preziosi arredi d’epoca, è il Caffè Nazionale di Aosta. Fondato nel 1886 conserva una stupenda sala gotica a pianta circolare, testimonianza del convento di San Francesco, con le pareti fregiate di stemmi nobiliari.
Illustri le memorie, come le prime proiezioni cinematografiche del XX secolo con alcune scene di un film con Amedeo Nazzari e Alida Valli nel 1930, le visite del ricchissimo re Faruk, gli incontri romantici di Ava Gardner, le soste politiche di Pietro Nenni e Palmiro Togliatti.
Un’icona dell’ospitalità piemontese, da quasi un secolo gestito da quattro generazioni della stessa famiglia, è anche il Grand Hotel Sitea di Torino, acquistato nel 1925 dal cavalier Emiliano Lera.
La grande tradizione dell’hôtellerie italiana si respira a pieni polmoni anche al Royal Hotel di Sanremo (Imperia), che con la sua superba facciata Liberty si affaccia su Corso Imperatrice.
Il contributo di molte pasticcerie per la tutela dei dolci tradizionali
La Guida riserva un ruolo importante anche alle pasticcerie storiche.
Ad esempio alla Pasticceria Gemmi di Sarzana (La Spezia) fondata nel 1840 in epoca napoleonica da pasticceri svizzeri e dal 1934 guidata dalla stessa famiglia.
Splendido il loggiato cinquecentesco. Specialità della casa: la spongata e il buccellato. Altro locale storico: la Pasticceria Gilli di Firenze.
Nata nel 1733 come “Bottega dei pani dolci”, nel Novecento divenne l’elegante caffè degli intellettuali: dal Carducci a Prezzolini che qui incontrava i suoi redattori della “Voce”. Splendido l’edificio in stile Liberty con soffitti affrescati, boiserie, archi e un maestoso banco.
Merita una segnalazione anche la Pasticceria Pansa di Amalfi (Salerno) guidata da sei generazioni dalla stessa famiglia, che dal 1830 tramanda la più verace tradizione dolciaria della Costiera Amalfitana.
Fondata da Andrea Pansa, la pasticceria ha mantenuto immutato tutto il suo fascino, trasmesso ancora oggi dall’arredamento ottocentesco che profuma delle essenze dei padri e dei personaggi famosi che l’hanno frequentata: da Ibsen a Wagner, a Quasimodo.
Le prelibatezze di Cremona e a Recco i sapori della vera focaccia ligure
Le tradizioni familiari contribuiscono a tutelare anche l’autenticità delle tradizioni culinarie locali.
Molti dei piatti tipici delle diverse regioni italiane, infatti, si sono tramandati di generazione in generazione grazie a molti locali storici, mantenendo vive le radici culturali di un luogo.
Molti sono locali meritevoli di menzione. Uno di questi è sicuramente il Caffè La Crepa di Isola Dovarese (Cremona) che può mostrare con orgoglio il libro-ricettario dove si trovano le prelibatezze locali come il luccio in salsa Isolana o lo storione del Po cotto al vapore.
Tradizione, passione e gusto si ritrovano anche al Ristorante Da Ö Vittorio a Recco (Genova), dove da oltre un secolo la famiglia Bisso accoglie gli ospiti con l’ospitalità tipica di un tempo.
Quattro generazioni hanno portato avanti le specialità tradizionali e i sapori autentici della cucina ligure, a partire proprio dalla vera focaccia al formaggio i cui primi cenni storici risalgono alla metà del XVIII secolo (quando era molto diversa da quella odierna e si consumava soltanto il Giorno dei Morti).
Il pesto alla genovese di “Zeffirino” amato da Frank Sinatra e Pavarotti
La Guida ai Locali Storici d’Italia è un viaggio affascinante nobilitato dalla passione che anima molte famiglie legate a secolari tradizioni. È il caso del Ristorante “Zeffirino” di Genova, fondato nel 1939 da Zeffirino Belloni.
Originario della campagna modenese, il capostipite della famiglia venne chiamato alle armi come attendente di un colonnello, scoprendo l’attitudine per la cucina.
Oggi la famiglia è giunta alla quinta generazione e vede il passaggio di consegne ai nipoti Marco, Sabrina, Lucia e Paola, che insieme proseguono il percorso d’eccellenza tracciato dal nonno Zeffirino famoso in italia e nel mondo per il pesto alla genovese.
Frank Sinatra se lo faceva spedire in America, non mancava mai nelle tournèe internazionali di Pavarotti e da 40 anni è il pesto ufficiale dei Papi in Vaticano.
A Roma le mitiche fettuccine di Alfredo condite con burro e Parmigiano
Il senso di famiglia è sicuramente un valore che ha permesso a molti locali di sopravvivere alla Storia d’Italia, diventando parte integrante delle storie delle città dove si trovano ancora oggi.
È questo il caso del Ristorante “Il Vero Alfredo” di Roma (Piazza Augusto Imperatore), che da oltre cent’anni ha reso celebri le fettuccine nel mondo.
La leggenda vuole che la celebre ricetta delle fettuccine impastate nel semolino e condite con burro e Parmigiano sia stata inventata da Alfredo Di Lelio per la moglie Ines, provata dopo il parto del figlio Armando.
La moglie non solo le mangiò con piacere, ma addirittura suggerì al marito di aggiungerle nel menù del loro ristorante.
Da lì al successo planetario il passo fu breve: ereditando l’estro del nonno e del padre, Alfredo III ha il merito di aver proseguito fino ad oggi il percorso tracciato dai suoi predecessori, portando nel mondo il nome di questo storico ristorante romano.
Il gioiello liberty del Ristorante “La Bersagliera” sul lungomare di Napoli
Uno dei più suggestivi e storici ristoranti d’Italia è “La Bersagliera” di Napoli.
Fondato da Donna Emilia nel 1919 in posizione incantevole sul lungomare di fronte a Castel dell’Ovo, è un gioiello liberty: conserva stucchi, pavimento e arredi realizzati dalle maestranze impegnate nei lavori del palazzo disegnato dall’architetto Coppedé.
In 100 anni di attività questa antica residenza continua ad accogliere personaggi della cultura e dello spettacolo, come testimoniano le foto, i preziosi libri delle firme o la presenza in scene di vari film, tra cui “Viaggio in Italia” di Rossellini.
Fedele ad un’alta tradizione di ospitalità, “La Bersagliera” è impegnata a non disperdere l’identità di questo luogo dove gli ospiti nel tempo diventano amici e lo restano per generazioni.
Le tradizioni familiari e le nuove sfide della globalizzazione
Tutte queste vicende dimostrano come i Locali Storici d’Italia siano sostenuti ancora oggi da quelle tradizioni familiari che hanno saputo adattarsi ai cambiamenti dei tempi senza omologarsi e senza appiattirsi alla standardizzazione imperante.
L’evoluzione tecnologica e la globalizzazione, infatti, hanno portato nuove sfide, ma anche nuove opportunità per la nostra industria alberghiera e per il mondo della ristorazione.
Le tradizioni portate avanti dai Locali Storici e dalle famiglie che li gestiscono hanno saputo sfruttare queste opportunità, facendo in modo che questi antichi e prestigiosi locali rimangano al passo con i tempi attuali, ma mantenendo sempre la propria autenticità.
Insomma, in un mondo in cui i cambiamenti sono sempre più rapidi queste tradizioni rappresentano un’ancora di stabilità e un valore aggiunto per chi sceglie ancora oggi di visitare un locale storico d’Italia.
In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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