Tra le categorie produttive dimenticate dal governo in questa emergenza Covid, anche i grossisti dell’Horeca non risultano inseriti tra i beneficiari delle misure di ristoro.
L’Horeca – acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café, ma la terza parola viene a volte identificata con Catering, o altre similari – è uno dei comparti fondamentali di tutte le categorie ricettive, che ha visto un crollo del fatturato che ha toccato punte anche del 90% in alcuni casi, ma che è stato ignorato dalle misure di sostegno messe a punto dal Governo.
Per questo Maurizio Danese, presidente GH Grossisti Horeca, ha inviato una lettera appello al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, portando le istanze delle imprese associate per chiederne il loro inserimento, con il codice Ateco 46.3, nelle misure di sostegno.
«Alla vigilia dei nuovi provvedimenti di restrizione, – scrive Danese – riscontriamo purtroppo la mancanza del settore del food service tra i codici Ateco destinatari delle misure di ristoro. Una omissione grave che non tutela un comparto direttamente collegato alla ristorazione e volano della diffusione della tipicità dei prodotti Made in italy. Si chiede quindi l’inserimento del codice Ateco, tra i destinatari dei provvedimenti di aiuto attualmente al vaglio, prevedendo la misura massima di ristoro senza limite dei 150mila euro»
Si legge poi nella lettera: «Le aziende italiane del food service, che operano nella filiera alimentare per il settore horeca, sono tra quelle più colpite dalla contrazione dei consumi indotti dall’attuale emergenza e dalle recenti limitazioni di orario dell’attività dell’intero settore, con un crollo verticale di fatturato che in alcuni casi raggiunge il 90%”»
Un’associazione importante la GH-Grossisti Horeca, che rappresenta 88 aziende con 105 punti logistici in Italia per un fatturato di 1,9 miliardi di euro e oltre 6100 addetti. Un comparto che non può essere lasciato a se stesso e senza aiuti.
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