Graspo vola in Portogallo, tra Porto e la valle del Douro
Associazione G.R.A.S.P.O. vola in Portogallo, per condividere con l’Università di Porto gli importanti risultati raggiunti sul tema della preservazione della biodiversità viticola in Italia e per presentare l’ultima pubblicazione “100 custodi per 100 vitigni”.
Il libro raccoglie le storie di 100 viticoltori che con grande sacrificio e perseveranza hanno salvato 100 varietà di uva dall’irrimediabile estinzione sta riscuotendo sempre più consensi ed entusiasmo in tutta Europa.
Un viaggio da nord a sud lungo tutta la penisola, scoprendone i vigneti più antichi e segreti, raccontando le storie uniche dei diversi territori e delle tradizioni locali grazie alla testimonianza dei custodi che hanno permesso che queste varietà di vite non siano andate perdute per sempre.
Queste varietà autoctone sono molto spesso le più resistenti e adatte a crescere nei loro territori di origine, per questo possono essere importantissime alleate per la viticoltura del futuro, considerando le nuove difficoltà che i produttori devono affrontare, in primis il cambiamento climatico.
Il Portogallo è, dopo l’Italia, il secondo paese per numero di varietà di viti autoctone registrate, se ne contano circa
250, un patrimonio genetico che da secoli rende la viticoltura portoghese una delle più autentiche nel panorama internazionale.
Per questo motivo il progetto veronese ha suscitato grande interesse da parte dell’Università di Porto e l’invito del Professor Jorge Queiroz arriva a sancire un’importante alleanza sul tema della salvaguardia della biodiversità viticola.
Nella sede del Master Wintour “Wine Tourism Innovation” si è tenuta la presentazione del libro seguita da una degustazione delle vinificazioni sperimentali di G.R.A.S.P.O.. Studenti e professori provenienti da diverse nazioni hanno potuto assaggiare vini “impossibili” perché provenienti da uve rarissime e quasi estinte, trattasi in questo caso di Dorona, Pedevenda, Cavrara e Saccola, frutto, di alcune, delle più di 100 micro-vinificazioni fatte dal gruppo di ricerca nel 2023.
L’accoglienza è stata ottima e i vini hanno attirato l’attenzione del pubblico, non solito a racconti di questo
tipo, alla ricerca dell’unicità e di quella tipicità che spesso viene persa nella narrazione apolide dei vitigni internazionali.
E’ da incontri come questo che nascono discussioni e nuovi spunti per il futuro.
La vetrina del Congresso OIV di Digione aveva già messo Associazione G.R.A.S.P.O. in luce rispetto alla comunità scientifica internazionale, e nuove amicizie sono nate con il centro di ricerca PORVID, che si occupa di selezione clonale e preservazione delle antiche varietà portoghesi, e con l’Istituto Superiore di Agronomia di Lisbona che coordina le attività a livello nazionale.
La delegazione G.R.A.S.P.O. è andata poi a visitare alcune delle realtà viticole più rappresentative del Porto e della Valle del Douro, dove tutti hanno a cuore l’importanza dei vecchi ceppi di vite e delle antiche varietà.
Qui effettivamente la viticoltura respira ancora di una tradizione arcaica, probabilmente dovuta
all’inaccessibilità dei suoi terrazzamenti e alle forti pendenze su cui sono piantati i vigneti, che ne hanno mantenuto l’originalità del passato.
In questa regione la cultura del blend è storicamente ben radicata, a partire dal vigneto, in cui si trovano spesso decine di varietà convivere nella stessa parcella, fino alla vinificazione, durante la quale quasi tutti i produttori fermentano contemporaneamente diverse uve per la produzione del Porto.
In Portogallo si apre dunque un nuovo capitolo per Associazione G.R.A.S.P.O. che riscuote sempre più riscontro e approvazione a livello internazionale, alzando ancor di più l’asticella degli obiettivi per la tutela della biodiversità viticola in Italia e all’estero.
Il viaggio continua…
Elia Quarzago
Foto Elia Quarzago
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