Gran Carni Astolfi, mezzo secolo di alta macelleria
Filiera certificata e produzioni di nicchia come la bondola gustata anche in Vaticano
Mezzo secolo di attività! Ovvero cinquant’anni di alta macelleria del gruppo Gran Carni Astolfi nel segno della tradizione di famiglia ma, soprattutto, della qualità delle carni.
Basta questo per capire il successo – unito ai convinti apprezzamenti dei molti clienti ad amici per Giovanni (Gianni), la moglie Marina ed i figli Daniele e Sonia Astolfi – della festa per le “nozze d’oro” della loro attività.
A tagliare il nastro il sindaco di Stanghella Cristina Belluco, che ha voluto testimoniare, con la sua presenza, il riconoscimento per un’azienda familiare il cui nome è una garanzia di ciò che si mangia. Tutta la filiera è certificata e seguita all’origine personalmente da Gianni.
Una storia, quella della famiglia Astolfi, che inizia il 24 ottobre 1974 con Osvaldo il papà di Gianni. “Mi padre – ricorda Gianni – lavorava al salumificio Sasso di Boara Pisani.
Un’esperienza preziosa la sua. Per questo con mio fratello abbiamo pensato di aprire una nostra attività a Boara Pisani. Allora eravamo lo spaccio del salumificio Sasso”. Nel 1985 il salto.
Gianni e la moglie Marina decidono di aprire una macelleria a Stanghella (Padova), dapprima in un locale di ridotte dimensioni e, una volta avviata l’attività, nel 1987 il cambio nel negozio attuale.
Gran Carni Astolfi Tradizione e innovazione
Gianni, il Dna di macellaio c’è l’ha nel midollo. Si percepisce la sua passione da come è allestito il bancone del locale, ma soprattutto, l’angolo- vetrina delle costate provenienti da animali di razza pregiata.
Gli occhi brillano quando descrive i tagli di carne e le parole rispecchiano la qualità del prodotto e la bontà dei salumi, preparati con sapienza mantenendo vive le tradizioni.
Gianni Astolfi è uno dei pochi macellai che sanno lavorare la bondola polesana, quella della vera tradizione, che è stata gustata e apprezzata anche in Vaticano nel corso dei banchetti ufficiali.
La stessa bondola che è sempre nel menu delle cene, con rievocazione storica, di Fratta Carbonara.
“L’impasto della nostra bondola – spiega Astolfi – è semplice.
Oltre alle carni selezionate usiamo il succo d’aglio e il vino merlot, nessun tipo di conservanti e coloranti.
La ricetta è la stessa che faceva mio padre Osvaldo quando sopprimeva i maiali e confezionava le bondole per la famiglia e i clienti”.
La produzione della macelleria Astolfi è di “nicchia”: al massimo 300 bondole, su prenotazione. Tradizione ma anche innovazioni legate al mutare delle abitudini della famiglia a tavola.
Basti pensare al cibo fast food. “Ci siamo adeguati – dice Gianni – alle nuove abitudini.
Alle fiere o alle manifestazioni Daniele è presente con il food truck che permette la vendita diretta del prodotto finito come hamburger o pulled pork, panini con la spalla di maiale cotta al barbeque e sfilacciata.
Ma anche spezzatino, cotechino e lo Stanghellino, il nostro selezionato salame da taglio”.
In cinquant’anni di attività da semplice macelleria a Gran Carni Astolfi ne ha fatta di strada, non sempre facile, ma i riconoscimenti e gli attestati di sincera amicizia e stima avuti alla festa testimoniano la serietà e l’impegno di una “grande famiglia”.
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