Il governo italiano ha avviato una procedura di infrazione contro la Slovenia a tutela dell’Aceto Balsamico di Modena.
La Slovenia sta provando dall’inizio del 2021 a scippare la denominazione all’aceto Balsamico di Modena. Il governo della Repubblica ex Jugoslavia ha elaborato e inviato una propria direttiva tecnica alla Commissione Europea inerente la produzione e la commercializzazione degli aceti.
Questo documento tecnico è in palese contrasto con i regolamenti, gli standard qualitativi e il principio di armonizzazione dei prodotti alimentari europei.
Lo scopo recondito e assai truffaldino dell’esecutivo sloveno è quello di trasformare le bottiglie della Denominazione tutelata di Aceto Balsamico IGP in un prodotto comune.
I regolamenti della UE tutelano le DOP e le IGP e regolamentano i disciplinari, il rigoroso sistema di etichettatura e le informazioni rivolte ai consumatori.
L”Italia detiene il primato in Europa per numero di DOP e IGP certificate e riconosciute. Sono 295 su un totale di 1493 e ciò suscita invidia e rancore nelle altre nazioni.
Il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP si è subito attivato in tutte le sedi istituzionali sin dalla presentazione del documento sloveno per avviare le procedure di infrazione. Il Consorzio riunisce 50 acetaie della provincia modenese.
Subito il governo italiano, il comitato agricolo delle regioni, il Ministero delle politiche agricole e alimentari, l’Avvocatura dello stato, FederVini, OriginItalia, OriginEuropa e altre organizzazioni della filiera agroalimentare hanno appoggiato l’azione giuridica del Consorzio.
Si tratta di un gesto molto importante rivolto a consolidare l’ordine giuridico europeo nei confronti di una iniziativa che costituisce un precedente pericoloso per tutti i prodotti tutelati. Il fatturato del settore degli aceti balsamici italiani ammonta a circa 18 miliardi di euro.
Il danno stimato sarebbe almeno di un miliardo di euro proprio in un periodo nel quale la produzione e la vendita di Aceto Balsamico IGP italiano sono aumentate.
Le nazioni che importano questo prezioso alimento sono Repubblica Popolare Cinese, Corea del Sud, Giappone, Messico, Canada, Regno ancora Unito, Germania e Francia.
Occorrono alcuni mesi per formalizzare il ricorso dopo il primo passo di attivazione della procedura.
La seconda fase prevede una consultazione richiesta alla Commissione Europea alla quale farà seguito una procedura apposita presso la Corte di Giustizia della UE di Bruxelles.
Umberto Faedi
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri