Gli ultimi sviluppi della guerra Prosecco – Prosek.
Una recentissima ricerca toponomastica fatta da Paolo De Castro coordinatore del Gruppo Sinistra e Democratici al parlamento UE ha evidenziato particolari interessanti.
Siamo ad un paradosso, infatti il nome di un luogo determinato che designa una DOP riconosciuta dalla UE come la cittadina di Prosecco rischia di essere utilizzato come menzione tradizionale.
Questo prodotto vinicolo croato non ha niente a che vedere con la località.
Il governo di Zagabria ha presentato alla Commissione UE una domanda di protezione della menzione tradizionale, secondo loro, Prosek.
L’Unione Europea ha registrato nel 2009 la DOP Prosecco e riconosciuto che i primi documenti nei quali viene citato risalgono al 1600.
Gli ultimi sviluppi della guerra Prosecco – Prosek
Queste carte parlano di un vino bianco originario in particolare nel territorio della cittadina di Prosecco in provincia di Trieste.
Le cartografie ufficiali dell’ex impero austroungarico risalenti al XVI Secolo attestano che Prosek altro non è che la traduzione croata di Prosecco.
Il professor Paolo De Castro ex ministro italiano dell’agricoltura chiede al commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski se sia a conoscenza di questi elementi.
La Croazia aveva già presentato una domanda per ottenere la menzione tradizionale nel 2013 e la domanda era stata respinta.
Recentemente la Commissione UE ha intimato ad una catena iberica di cancellare dalle proprie insegne e dai propri menù la parola champanillo perché richiama lo champagne e attira i clienti.
Prosek crea confusione nei consumatori come champanillo.
Paolo De Castro chiede giustamente come il commissario europeo all’agricoltura intenda garantire la corretta applicazione della legislazione concordata tra le nazioni che fanno parte della UE.
Il rispetto del diritto comunitario in materia di indicazioni geografiche deve essere assolutamente garantito per l’Italia.
Umberto Faedi
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