Giuseppe, Mariano ed il Nero Antico di Pretalucente
Solo chi ha visto tutta la sua vita distrutta, case, famiglia, amici e ricordi ha la percezione del valore vero di ciò che ci circonda e di ciò che ci rappresenta.
Siamo nell’Abruzzo forte e gentile come lo raccontava Primo Levi giornalista della Riforma e solo omonimo del più famoso scrittore, nel 1882, in particolare in comune di Gessopalena, piccola realtà montana in provincia di Chieti, posta in posizione strategica e panoramica che guarda il lato orientale della Majella.
Se il suo nome è legato alla sua fortissima identità geologica, Gypsum infatti significa gesso perché è interamente scavato in questo tipo di pietra dove i cristalli di selenite riflettono la luce del sole, la sua storia recente l’ha vista protagonista di uno degli episodi più cruenti della seconda guerra mondiale.
La cittadina nel gennaio del 1944 per rappresaglia, nei confronti di un’eroica resistenza armata, fu letteralmente rasa al suolo dopo il noto eccidio compiuto dai nazisti in località Sant’Agata.
Tra i pochi sopravvissuti alla strage nazista è Giuseppe d’Amico, un giovane che dopo la guerra resta a Gessopalena per rigenerare non solo la sua vita ma anche per collaborare alla ricostruzione della cittadina e con essa delle viti e degli olivi che la abbracciavano.
Una preziosa eredità raccolta dal nipote Mariano Bozzi che proprio in quei vecchi vigneti maritati agli olivi ed al pioppo nero individua alcuni ceppi che i contadini del luogo definivano uve nere antiche.
Giuseppe, Mariano ed il Nero Antico di Pretalucente
Uve che per il lungo ciclo vegetativo e per la buccia spessa e resistente si potevano conservare a lungo nei fruttai per poter essere mangiate durante tutto l’inverno.
Una ricerca che dal 2003 non ha coinvolto solo il Comune di Gessopalena, ma anche la Regione, le Università di Bari, Teramo e Perugia che hanno identificato due diversi vitigni, il Nero Antico di Pretalucente, originale espressione di questo territorio dal carattere fortemente identitario e dalla indiscutibile personalità e la Vedovella Nera che è, invece, un biotipo di Sangiovese presente solo nel territorio di Gessopalena.
Inizia così un percorso di nuova attenzione con l’iscrizione dei due vitigni all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità, alla loro valorizzazione come De.Co. del Comune di Gessopalena ed infine nel 2023 all’iscrizione al Registro del Ministero del Nero Antico di Pretalucente.
Un percorso collettivo di valorizzazione con il comune di Gessopalena in prima fila per la distribuzione sul territorio delle barbatelle di Nero Antico di Pretalucente.
Vengono così realizzate, solo a scopo sperimentale, in quanto il vitigno non è ancora autorizzato per la coltivazione nella regione, una serie di vinificazioni con la collaborazione della Cantina Orsogna,una realtà estremamente sensibile e lungimirante.
Per il Nero antico si scelgono le versioni in rosso, rosato e spumante per comprendere bene le potenzialità di questo vitigno caratterizzato da grappoli molto spargoli e da una maturazione tardiva.
I vini ottenuti evidenziano intense note fruttate, speziate ed erbacee che ritroviamo fin dal primo sorso insieme a una spiccata sapidità.
Caratteristiche che insieme ad un patrimonio acidico significativo rappresentano buone premesse anche per la versione rosato e spumante, come ampiamente testimoniato in occasione di Gessi diVini una manifestazione che il Comune di Gessopalena organizza da alcuni anni.
La biodiversità così ricca in questi territori difficili ma suggestivi diventa un’occasione concreta per creare nuove occasioni di sviluppo economico generando anche nuove opportunità per un turismo enogastronomico attento e consapevole.
Il viaggio continua…..
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
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