Giornalisti, professori ed Università, tutti pazzi per la Piantata Storica di Vernazola
Da Theron Patterson, Direttore della Laurea in cinema presso l’Università Americana di Roma a Viviana Ferrario massima esperta di paesaggio e di colture promiscue presso IUAV Università di Venezia, da Efrem Tassinato fondatore e presidente di WIGWAM associazione che dal 1972 promuove e sostiene la transizione dei territori verso lo sviluppo equo, in collaborazione solidale e in forma sostenibile (sociale, culturale, economico, ambientale) a Fabrizio Stelluto e Marina Meneguzzi presidente e segretaria di ARGAV che raggruppa tutti i giornalisti enogastronomici ed ambientali del Veneto e del Friuli, una settimana intensa di incontri e condivisioni per GRASPO con particolare attenzione ai nuovi progetti di tutela e valorizzazione dei vitigni rari.
Una settimana che inizia sotto la suggestiva Piantata Storica di Urbana dove il suo custode Gianmarco Guarise racconta a Theron Patterson il lungo percorso di preservazione di questo museo naturale a cielo aperto. Nel racconto di Gianmarco traspare la cura e la passione del suo agire, definisce la sua Piantata non luogo di lavoro ma di relax.
È all’interno di questo connubio fra cura custodia e relax che la varietà Vernazola si è conservata. La Piantata, nonostante l’età continua a dare buona uva per un vino bianco gustoso e sapido. I lavori in vigna ed in cantina sono guidati dalle fasi lunari, come la cura dei salici, la potatura e il lavoro di legatura con ” le strope”.
La conduzione è, naturalmente, all’interno del metodo biologico con un ricorso minimale ai trattamenti antiparassitari con rame e zolfo. Il momento sociale della vendemmia con i vendemmiatori vestiti nel modo contadino d’epoca e la pigiatura con i piedi dell’uva diventano rievocazione storica in tempo reale di una realtà che Gianmarco definisce ”museo vegetale vivente”.
Un avvincente racconto che aprirà idealmente le registrazioni programmate in tutta Italia con protagonisti i viticoltori custodi raccontati nell’ultimo libro di GRASPO: 100 Custodi per 100 Vitigni, la biodiversità viticola in Italia.
Un viaggio cinematografico che riprenderà storie di vitigni e luoghi del libro, distribuito temporalmente in 18 mesi. Durante questo periodo Theron con un gruppo di suoi studenti parteciperà alle riprese delle situazioni salienti del ciclo della vite: germogliamento, fioritura, maturazione, vendemmia e a seguire le cure invernali della potatura e del ripristino della vite per la successiva stagione.
Il programma Film dell’Università Americana prepara infatti gli studenti a essere la prossima generazione di produttori di contenuti cinematografici, televisivi e video, professionisti in grado di scrivere, produrre, dirigere, girare, modificare e mixare contenuti di propria creazione.
Il prossimo appuntamento sarà a fine luglio con protagonisti gli antichi vitigni della Lessinia, dal vigneto ancestrale di Sprea alle centenarie e suggestive vigne da muro di Pontedara fino alle piantate storiche di Saccola Bianca a Crespadoro.
Ed il tema della piantata e delle viti maritate ritorna prepotente anche nel successivo incontro con la professoressa Viviana Ferrario di IUAV ad Alzerello in comune di Piove di Sacco dove GRASPO ed i sui vitigni rari sono stati protagonisti con i giornalisti enogastronomici ed ambientali del Veneto e del Friuli ospiti di WIGMAN con il suo mentore Efrem Tassinato.
Sul tema dei sistemi antichi di coltivazione, soprattutto sulla piantata storica veneta la prof.ssa Ferrario, ha delineato quello che era il quadro 100 anni fa nelle campagne, dove parte di quelli che lei chiama ”relitti storici” si sono salvati e possono ancora raccontare la loro storia ed essere di stimolo per un modo di concepire una agricoltura nuova, in chiave conservativa della biodiversità, capace di avere un suo spazio nell’agricoltura del futuro.
La piantata veneta, come quella di Urbana, è infatti un’antica sistemazione dello spazio agrario, una coltura promiscua dove si trovano tre coltivazioni: una arbustiva (la vite), una arborea (il tutore vivo della vite, ovvero alberi da pastura, da frutto o da legna) e quella erbacea (cereali, ortaggi o prato stabile). Più correttamente si potrebbe parlare anche di una sistemazione idraulico‐agraria in quanto spesso, se non sempre, la piantata è accompagnata da opere idrauliche e interpoderali di sistemazione del terreno naturale, opere deputate alla smaltimento delle acque in eccesso e alla mobilità all’interno del podere, realizzate in passato con il lavoro manuale di tante generazioni.
Il paesaggio della piantata, ampiamente diffuso in Veneto fino agli anni 1960‐70 ha visto con l’arrivo delle colture specializzate un rapido declino; un paesaggio che oggi si può solo immaginare dagli isolati relitti dispersi nelle campagne della regione, molto spesso in stato di abbandono e solo di rado miracolosamente conservati grazie al lavoro, o forse alla nostalgia, di sparuti agricoltori come Gianmarco Guarise.
Ma di tutto questo oggi rimane per fortuna qualche clamorosa testimonianza sopravvissuta alle pesanti trasformazioni urbanistiche o ai rinnovi, spesso monocolturali, che hanno investito come un fiume in piena il Veneto negli ultimi decenni.
Si tratta di elementi residui ma fondamentali, di un paesaggio rurale storico, di un’antica pratica agricola, che non esauriscono il loro valore nell’aspetto documentario, ma hanno importanti risvolti anche sulla funzionalità ecosistemica del mosaico paesistico anche odierno, veri testimoni di una polifunzionalità agricola che stiamo perdendo.
Anche se sono sempre più frequenti per fortuna, conclude Ferrario, i produttori che colgono in questa pratica un elemento che può essere distintivo e caratterizzante.
Il viaggio continua……..
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
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