G.R.A.S.P.O. un Museo Vivo e Attivo
Se la definizione più moderna ed attuale di Museo è quella coniata nel 2022 a Praga che lo definisce una “Istituzione permanente senza scopo di lucro al servizio della società, una realtà che fa ricerca, colleziona, conserva, interpreta e racconta il patrimonio materiale ed immateriale promuovendone la diversità e la sostenibilità.
I Musei inoltre, operano e comunicano coinvolgendo le comunità offrendo esperienze per l’informazione, il piacere e la condivisione della conoscenza”.
Una definizione, ha sottolineato Aldo Lorenzoni, nel suo intervento al convegno organizzato recentemente da MUVIN a Verona, che coincide esattamente con quanto sta facendo G.R.A.S.P.O. (Gruppo di Ricerca per la Salvaguardia e Preservazione dell’Originalità viticola di ogni territorio) per la tutela e la valorizzazione dei vitigni rari, di fatto un piccolo Museo del Vino Vivo ed Attivo!
“Il museo del vino tra cultura, innovazione e promozione territoriale”.
Questo il tema del convegno organizzato alla CCIAA di Verona dalla fondazione MUVIN guidata dal Prof. Diego Begalli dell’Università di Verona, che sta lavorando per la realizzazione del nuovo Museo del Vino nella Città scaligera.
Un progetto al tempo stesso visionario e suggestivo che ha voluto coinvolgere in un dinamico confronto di idee ed esperienze le più importanti realtà museali a tema vitivinicolo.
Un confronto a carattere internazionale con protagonisti arrivati da tutta Europa a partire dalla Citè du Vin di Bordeaux, dalla Borgogna, e dalla Moldavia insieme alle esperienze dei Musei del Vino italiani da Montalcino a Siena, dall’Emilia a Barolo, fino alle testimonianze di altre originali realtà museali dedicate alle eccellenze gastronomiche come la pasta e l’olio extravergine di oliva.
Una giornata di dibattito e condivisione di buone pratiche tra i più importanti esperti e istituzioni del settore.
Un network in costante crescita alla base della realizzazione del Museo Internazionale del Vino di Verona, che si candida a essere il soggetto di riferimento per la valorizzazione di questo patrimonio culturale globale e una grande opportunità di turismo evoluto e sostenibile.
Un convegno ha visto esperti del settore, accademici e imprenditori riunirsi per discutere il ruolo chiave dei musei e degli hub del vino nel panorama culturale, economico e territoriale.
Un’occasione unica che, ancora una volta ha esplorato le sinergie tra tradizione e innovazione.
Ed in questa direzione è andata la riflessione di GRASPO sottolineando come guardando con curiosità e competenza alle risorse del passato, troppo presto dimenticate, possiamo trovare indicazioni e soluzioni per i vini del futuro.
In questo originale percorso di scoperta e conoscenza ci siamo sempre più spesso confrontati con realtà che sono già ora dei suggestivi Musei del Vino a cielo aperto.
Come la Piantata monumentale di Urbana dove la Vernazola, è custodita da oltre 200 anni dal suo profondo legame con i salici, o come il vigneto Storico di Faedis che si trova in località Collevillano (Cuelvilan) che rappresenta uno spaccato della viticoltura friulana di quasi 130 anni fa nel cuore dei Colli Orientalidel Friuli, come le alberate dell’Asprinio in Campania, o come il viscerale legame tra l’Alberello ed i muri a secco di pietra lavica sull’Etna.
Ma se vogliamo trovare esempi ancora più eclatanti di Museo diffuso perchè non ricordare le tante vigne da muro preservate da fillossera ed altre malattie dalla loro fortunata posizione ci raccontano le storie pluricentenarie di paesi e di famiglie, come la Regina di Margreid in Alto Adige che da 423 anni sorveglia la vita di questo piccolo comunità.
Se si parla di monumenti viventi in Alto Adige non si può prescindere poi dalla vecchia vigna di oltre 300 anni che si trova a Castel Katzenzungen a Tesimo – Prissiano. Siamo su una delle più suggestive terrazze panoramiche di Bolzano ad oltre 600 metri di altitudine circondati da boschi, castagneti e frutteti, tra castelli, antiche chiese e vecchi masi.
Stesse suggestioni che respiriamo anche in contrada Parisi e Bovi in alta Lessinia dove il vigneto ancestrale di Saccola e le due viti centenarie di Pontedara possono con le loro storie curiose diventare attrattive anche per un turismo nuovo, originale e curioso fuori dalle solite rotte e dalle solite spiagge.
Al di là delle tecnologie più innovative, che spesso hanno un breve appeal, il Museo non può prescindere dal comunicare il profondo legame con i tanti e diversi territori con il vino, non potendo però farlo solo con degustazioni seriali, i focus strategici dovrebbero essere rivolti ai custodi dei vitigni, all’evoluzione dei diversi sistemi di allevamento della vite, ad esperienze dirette anche di spicciola manualità.
Il suggerimento di GRASPO, in questo contesto autorevole e professionale dove è stata illustrata l’evoluzione dalla fase progettuale a quella realizzativa del Museo, è stato quella quindi di ricordare che accanto alle suggestive esperienze digitali e multimediali proposte non si dimentichi di accompagnarle con delle esperienze manuali di potature, travasi imbottigliamento anche rivolte ai più piccini perchè il vino è prima di tutto il frutto del fare e dell’esperienza dell’uomo.
Il viaggio continua..
Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
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