August Aichhorn, pioniere austriaco degli studi di psicologia, affermava che “ … educare significa porre dei limiti agli istinti … ”
Questa definizione di educazione, anche se intuitivamente corretta, risulta invece essere alquanto dubitativa se la si applica al comportamento a cui ognuno dovrebbe attenersi a tavola, in quanto vi sono innumerevoli e diversificate sensibilità e pure innumerevoli opinioni su ciò che rientra nella buona educazione e su cosa ne è esclusa, in quanto si può rimanere allibiti nell’apprendere quanti comportamenti sono considerati “normali” con assoluta sicurezza in ogni angolo di questo immenso mondo per cui, “ … paese che vai, galateo che trovi …”
D’accordo che persino la dirompente e sempre maggior globalizzazione aiuta l’omologazione dei comportamenti a tavola, ma fuori dal rassicurante vecchio continente occidentale i canoni cambiano, e come se cambiano!
Nei paesi oltre cortina e danubiani quali Ungheria, Polonia, Romania e limitrofi per esempio, quando ci si trova al ristorante, si può essere colpiti da due atteggiamenti: il fragore con il quale si sorbisce una pietanza in brodo e l’uso assolutamente disinvolto e tranquillo degli stuzzicadenti. Da noi tali comportamenti sono considerati vietatissimi ma che in questi paesi nessuno pensa di censurare, tant’è che frequentemente si vedono i commensali con al collo il tovagliolo legato “tipo prima infanzia” in quanto non è assolutamente considerato antiestetico ed a questo punto dirigiamoci verso i “fatidici” rumori a tavola.
In un recente trafiletto riportato sui consueti giornali scandalistici il cui unico scopo, è appunto, quello di porre in cattiva evidenza l’altrui persona, si leggeva che ad una nobildonna romana di antico lignaggio, moglie di un luminare dell’ortopedia, è capitato un “infortunio” che ancora fa impallidere chi lo racconta. Durante una cena particolarmente ricca di rare e particolari portate, piegata su un fianco, la duchessa fu colta in un momento di silenzio ad emettere rumori da dietro, il che fu causa di imbarazzanti e prolungati istanti di gelo.
Per noi, una flatulenza a tavola rappresenta un rischio da immani e perenni incubi notturni, mentre dall’altra parte del pianeta, cioè in Cina e Corea appare una circostanza sostanzialmente normale, anzi, così facendo si onora la padrona di casa ringraziandola per aver fatto delle ottime portate! Anche nella Cina del sud pulirsi bocca e mani nella tovaglia rientra nella normalità e così pure sputare sotto la tavola mangiando!!!
Sempre in oriente, in Nepal ed Indocina, il pasto è accompagnato dal percettibile smucinamento delle mandibole ed al termine del convivio ci si lava le mani, lasciando che sia il padrone di casa a farlo per primo. Se è vero che masticare rumorosamente non è proibito stando seduti per terra, com’è d’uso appunto in Indocina, invece è considerata grande maleducazione mostrare le piante dei piedi. In India, il pasto si svolge in assoluto silenzio, ma al termine si rutta e questo suono a noi estremante sgradevole che compare solo nei films demenziali americani o nelle peggiori pellicole delle commedie all’italiana degli anni settanta, è in molti paesi soprattutto orientali, con cui si manifesta di aver apprezzato, appunto, le portate.
È una leggenda che nei paesi islamici il rutto sia obbligatorio in quanto tollerato, ed è considerato espressione della buona digestione ma certo non apprezzato. Nella civilissima ed anglosassone Australia se ci si trova ad un barbecue, sicuramente si noteranno che gli ospiti piacevolmente si leccheranno rumorosamente le dita. D’altra parte però, ci sono anche dei “ NON SI PUÒ’ ” a cui è bene attenersi.
In Corea è proibito soffiarsi il naso mentre in Nepal è maleducatissimo fischiare a tavola.
Il grande scrittore Cesare Pavese di fronte ad imbarazzanti episodi che potevano verificarsi a tavola, commentava che “ … la buona educazione non sta solo nell’evitare comportamenti sconvenienti, ma soprattutto nel saper reagire nel modo giusto!”
Di fronte a rumori, soffi, gorgheggi o gesti alquanto strambi o altro ancora a cui dovessimo assistere e che fossero lontani dalla personale sensibilità ed educazione, si cercherà di limitarne i danni con alcune semplici ma efficaci situazioni. Se l’infortunio capita a noi stessi, non fare assolutamente nulla ma rompendo l’eventuale e probabile silenzio per scivolarci sopra con un’osservazione qualsiasi del tipo una mostra, un libro, un concerto oppure uno dei tanti motivi che l’incommensurabile mente umana può estrapolare …
In realtà, tale compito spetta al padrone di casa a cui occorre grande tolleranza, compostezza e non comune abilità di sciogliere l’imbarazzo, che certamente inavvertitamente si è venuto a creare, con una parola o un gesto eloquente che introduca un nuovo discorso o attività: tutti i presenti ne saranno sicuramente grati e certamente sollevati!
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