La parola ai produttori

Feudi di Romans il vino figlio del fiume Isonzo

Conduzione familiare e sostenibilità come punti fermi per vini di territorio Feudi di Romans il vino figlio del fiume Isonzo

Sulle sponde del fiume Isonzo, più precisamente a Pieris – San Canzian D’Isonzo nella provincia Goriziana, è qui che nasce e si sviluppa il sogno di Severino Lorenzon. Sono gli anni ’50 e lui è tra i primi a scommettere su questo territorio partendo da cinque ettari iniziali e una piccola cantina costruita insieme alla moglie Maria. Circondati da un meraviglioso contesto naturale, inizia così a prendere forma la storia della futura Feudi di Romans.

La passione viaggia di padre in figlio e così Enzo nel 1974 trasforma la visione paterna in Feudi di Romans,  allargandone gli orizzonti anche grazie al solido apporto dei figli Davide e Nicola, che entrando in Azienda al suo fianco vivono l’esperienza dell’espansione aziendale fino ai 100 ettari attuali.

Feudi di Romans il vino figlio del  fiume Isonzo
Feudi di Romans il vino figlio del fiume Isonzo

Di pari passo anche l’impianto di vinificazione viene progressivamente ampliato per poter far fronte ai crescenti volumi produttivi, fino alla costruzione di una nuova sezione progettata personalmente da Enzo Lorenzon intorno ai più moderni criteri di sostenibilità, energia pulita e la riduzione degli sprechi.

Insieme al complesso di valori e risorse familiari condivise nel tempo anche con i collaboratori che ruotano intorno all’Azienda, l’Isonzo è l’altro elemento fortemente caratterizzante i Feudi di Romans. Tra i simboli del Friuli Venezia Giulia e veicolo dei valori culturali della civiltà contadina, il fiume ha modellato il territorio disegnando il suo percorso tra i suoli di ghiaia e sabbia.

Feudi di Romans il vino figlio del fiume Isonzo

Su queste sponde l’Azienda pratica una viticultura di impronta biologica con assenza di diserbo, subirrigazione e diradamento manuale. Il lavoro che segue in cantina percorre le linee tradizionali anche attraverso l’uso dei legni, sia barrique che botti grandi e tonneaux, ma sempre con uso attento e parsimonioso allo scopo di non prevaricare i caratteri di tipicità delle uve.

A sovraintendere il processo e Davide, enologo e responsabile della produzione, profondo conoscitore del suo territorio che riesce a trasportare nei vini le caratteristiche delle proprie uve. Un lavoro oggi quantificato intorno alle cinquecentomila bottiglie annue, che varcano i confini per portare il proprio messaggio enologico nei bicchieri di ventiquattro paesi.

Feudi di Romans Friulano
Feudi di Romans il vino friulano

Questo è possibile grazie al lavoro di Nicola, direttore commerciale e marketing dell’azienda responsabile della rete di distribuzione dei vini I Feudi di Romans a cui abbiamo avuto il piacere di rivolgere qualche domanda:

I vostri vini per personalità sono tra i più apprezzati dagli appassionati di bianchi friulani. Cosa significa oggi per voi e per i vostri prodotti essere riconoscibili?

Soddisfazione, gratitudine verso tutti coloro che hanno creduto e lavorato dando il meglio di sé e in un fine, un sogno, cominciato 60 anni fa che un po’ si avvera ma c’è ancora da fare non ci fermiamo!

Dai sogni dei nonni Severino e Maria al lavoro di papà Enzo, fino alla conduzione dell’ultima generazione rappresentata da te e da tuo fratello Davide. Perché e in cosa la famiglia è il segreto del successo rispetto alle produzioni dei grossi gruppi?

Feudi di Romans il vino figlio del fiume Isonzo

La Passione ed il grande legame che si ha con il territorio e certe volte questi vengono prima del Bilancio economico.

La vecchia scuola rappresentata da Papà Enzo è uno stimolo o un limite per le idee innovative della nuova generazione? E quante volte, come spesso succede nei confronti generazionali, anche senza ammetterlo pubblicamente sei stato costretto a dire a te stesso che però alla fine aveva ragione lui?

E’ un grande stimolo! Perché si cerca sempre di migliorare anche se non è facile visti i suoi successi! Be indubbio che tante volte la sua esperienza è uscita vincitrice contro la nostra esuberanza, ma ogni tanto anche lui ha dato ragione a noi ed è questo che si chiama famiglia.

Le caratteristiche pedoclimatiche sono certamente influenzate dalla presenza iconica del fiume Isonzo e dei suoi mille significati culturali. Quali sono i tratti principali che assicurano ai vostri vini l’eleganza del profilo organolettico?

Le caratteristiche pedoclimatiche sono l’escursione climatica tra giorno e notte data dalla brezza del mare, la mineralità e sapidità del suolo, mentre l’isonzo ci ha sempre spinto a grandi battaglie per prima quella di mio nonno nel puntare su un territorio che a quei tempi era svantaggiato in confronto ai più ben altri noti del Friuli e ora, passando per Papà la nostra.

Agricoltura sostenibile, vinificazioni tradizionali, uso attento del legno e cantina tecnologicamente al passo con i tempi. Per fare degli ottimi vini quindi, basta solamente adottare delle buone pratiche in vigna?

Mio nonno diceva sempre “ se hai buona uva fai buon vino” quindi si è importante ma poi in cantina si può sempre rovinare tutto, ed è qui che entra in ballo la passione di mio fratello che conubia le tradizioni con la tecnologia e ci regala i nostri grandi vini.

In Cantina il timone è in mano a tuo fratello Davide enologo che segue i processi produttivi e, che come nessun altro sa interpretare il potenziale delle vostre uve di anno in anno. Interferisci mai con lui nel suo campo oppure la sua è una competenza esclusiva?

Io il naso ed il becco ce lo metto continuamente, ma perché gli riporto quello che vedo in giro per il mondo e come il palato dei nostri clienti si evolve e lui riesce a leggere il mio pensiero e a realizzarlo in cantina, tenendo però sempre fermi i fondamentali della tipicità che il nostro territorio ha e che ci contraddistingue.

A te spetta invece il compito di portare in giro per il mondo i vostri vini attualmente presenti in 22 paesi. Per la tua esperienza diretta, oggi dopo un evento epocale come quello del Covid come rispondono i mercati internazionali?

Si e ogni anno diventa un po’ più facile perché i vini migliorano e il brand è più riconosciuto. Il covid ha cambiato tutto! Hanno retto i legami costruiti negli anni con basi di fiducia e stima. Faccio esempio ad un nuovo vino che abbiamo fatto e che tanti miei clienti hanno deciso di inserire solo per quei valori che ho detto sopra e ci riempie di orgoglio. Ps: sono 26 i paesi (ride…), appena l’1% di tutti i paesi del mondo quindi abbiamo ancora tanto da fare!! (ride ancora di più…).

Il distanziamento e il ricorso a web e streaming, ha cambiato per sempre il modo di comunicare il vino o è solo un effetto temporaneo destinato a ridursi insieme alla paura dei contatti ravvicinati?

Penso di si e a dir la verità lo spero, perché solo con la presenza riesci a trasmettere tutta la passione che abbiamo per il nostro lavoro e per i nostri vini.

Quale pensi sia l’intervento legislativo più urgente da fare per permettere al comparto vitivinicolo di ripartire con slancio?

Scusa ma siamo già ripartiti con slancio! Il lavoro fatto durante il covid facendo sentire la nostra vicinanza senza essere oppressivi e rispettando i loro tempi, oggi ci ha portato a essere in crescita in confronto al 2019. Ora bisogna pensare a mantenerla ma darti una risposta tecnica non è facile, ma penso che continuare con OCM che ci aiuta ad aprire nuovi mercati e sviluppare quelli che abbiamo sia importante e poi, azioni che facciano ripartire bene l’economia italiana che di conseguenza porterà ad un aumento dei consumi.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 


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