La celebrazione della Garganega, vitigno autoctono da cui trae origine il Soave, festa che si ripete fin dal 1929, con diverse manifestazioni nell’anno, inserisce in calendario un evento molto significativo per la storia delle Terre del Soave.
Era una calda domenica di maggio del 1971 quando si tenne il battesimo della prima ed unica confraternita enoica italiana costituita esclusivamente da donne, con una cerimonia alquanto originale, che traeva la sua ragione nella solenne rifondazione
dell’Imperial Castellanìa di Suavia, un Ordine cavalleresco esclusivamente femminile, pare istituito dalla Principessa Imperatrice (è il suo nome), figlia di Corrado d’Antiochia, uno dei nipoti dell’imperatore Federico II di Svevia, nata verso il 1275-80 e morta dopo il 1307-10 a Verona, andata sposa a Federico della
Scala, per diritto ereditario diventato Signore di Verona e del vasto Feudo di Valpolicella.
Grazie alla Proloco Soave, con i patrocini dei Comuni di Soave e Monteforte d’Alpone e il sostegno della Strada del Vino Soave, in occasione dell’annuale “Festa del Vino Bianco Soave”, la cittadina si immerge nel Medioevo, con tornei, sfide tra Contrade, sbandieratori, tamburi, trombe e costumi d’epoca.
Da 44 anni ogni terza domenica di maggio, entro le mura, si rinnova la storia leggendaria secondo la quale, alla presenza dei notabili, gli armigeri, i cortigiani ed il popolo in testa, con solenne rituale la giovane castellana consegnava agli ospiti di gran lignaggio la tracolla damascata su cui era appesa la chiave del castello ed offriva loro un calice di pregiato vino bianco, il migliore della zona.
Oggi, le Castellane associate al sodalizio, in tutte le loro manifestazioni con paludamento di mantello color oro e chiave su collare damascato, sono donne affermate negli ambienti artistici, culturali ed imprenditoriali. Ogni anno ne vengono accolte altre per meriti legati al preminente scopo sociale della promozione del Soave.
Nella cerimonia del 17 maggio 2015, hanno fatto il loro ingresso Marta Magnabosco, dell’azienda agricola Montetondo, Sofia Biancolin, presidentessa del De.Sa e conoscitrice del mercato tedesco, Viviana Ferrario, architetta e docente allo IUAV di Venezia, nonché coautrice del libro “Soave. Origine, stile, valori”, Silvia
Nicolis, presidentessa del Museo Nicolis.
Il presidio di difesa delle Castellane è rappresentato dai ‘spadarini’, uomini scelti per la loro posizione di particolare prestigio ed amanti del buon vino. A loro viene donato come simbolo lo spadino con la tracolla damascata. Tra gli spadarini 2015 sono stati eletti Gianni Moriani, docente alla Ca’ Foscari di Venezia ed ideatore del Master in cultura del cibo e del vino, oltre che coautore del libro “Soave. Origine, stile, valori”, Irnerio de Marchi, architetto e pure lui coautore della medesima monografia, Gianfranco De Bosio, regista e
sceneggiatore, e Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio Tutela Vini Soave.
Curiosità ulteriore: il rito di iniziazione prevede l’abluzione del viso con del Soave quale elisir di eterna giovinezza per le onorevoli Dame.
Maura Sacher
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