Ritrovare e recuperare i territori che già più di 2000 anni fa erano coltivati a vite, far comprendere la tipicità dei suoi vitigni autoctoni e la resa di quelli alloctoni, parlare di abbinamenti con le tradizioni gastronomiche dell’isola: è questa la finalità di ElbAleatico la manifestazione che si è svolta all’isola d’Elba domenica 17 aprile nella parte storica di Portoferraio.
L’Elba, la più grande isola dell’Arcipelago toscano vista non solo come meta di vacanza estiva ma come ciò che realmente è, con la sua grande storia, le sue coltivazioni, la sua cultura.
Oggi in molti credono che l’isola non territorio vocato alla coltivazione della vite perché la macchia mediterranea ha preso il sopravvento sui circa 5000 ettari un tempo dedicati alla sua coltivazione ma Plinio il Vecchio:ne parlava come : “Isola feconda di vino”.
Oggi 250 ettari è ciò che rimane di quella storia ma la voglia di tornare a fare vino è tornata: “Non c’era casa che non avesse la sua vigna, vigna che arrivava quasi sulla porta di casa – racconta Antonio Arrighi durante la presentazione della manifestazione e dei vini elbani alla delegazione di giornalisti di Arga Toscana che sono intervenuti alla manifestazione.
E che l’isola sia stata “feconda di vino” lo dimostrano anche i recenti ritrovamenti a San Giovanni di una fattoria dove sono state trovate grandi anfore in terracotta contenitori di vino. E da qualche anno anche Arrighi ha iniziato a produrre vino conservandolo nella terracotta con risultati di assoluto rispetto.
ElbAleatico ha puntato sul prodotto tipico dell’isola, l’aleatico un vitigno semiaromatico a bacca nera che all’Elba regala un meraviglioso Elba Aleatico Passito.
Aziende e vigneti sono presenti in tutte le zone dell’isola, ognuna con le sue caratteristiche, con la sua conformazione, la diversità dei suoli che influisce sui vini e dona profumi e sapidità.Tratti di pianura che degradano al mare, colline assolate e ventose, colline riparate dai venti, montagna è questo il panorama che l’Elba aveva e sta riacquistando con fatica anche perché il Parco in cui è immersa vigila attentamente su ogni richiesta di recupero dei vecchi terrazzamenti che erano il paesaggio tipico di quest’isola a 41 miglia dalla costa toscana.
I vini bianchi tradizionali come l’Ansonica vitigno assolutamente “mediterraneo”dalla buccia spessa e resistente, il Procanico (trebbiano toscano) , il Vermentino, il Moscato, Sangiovese e Aleatico oggi troviamo varietà come il Viogner, lo Chardonnay, Merlot e il Sirah.
Susy Macchioni sommelier della delegazione AIS Isola d’Elba è stata l’eccellente il tutor della delegazione di giornalisti ARGA Toscana durante la degustazione dei vini: dall’Elba Bianco, all’Elba Ansonica, al Vermentino dell’Elba, all’Elba rosso e l’Elba Rosso Riserva, al magnifico Rosato per finire con il l’aleatico passito. Menzione speciale della delegazione per i passiti dell’azienda Acquabona e de La Galea una mini produzione con affinamento in acciaio che rimanda tutta la magia che l’Aleatico passito può regalare.
16 i produttori del Consorzio di Tutela Vini Elba Doc: Acquabona, Acquacalda, Allori Guido, Arrighi, Cecilia, la Chiusa, La fazenda, La Galea, Le Ripalte, Le Sughere, Mazzarri, Mola, Montefabbrello, Sapereta, Terre del Granito, Valle di Lazzaro.
Insieme ai vini anche le specialità agroalimentari dell’isola che i migliori chef hanno preparato per la manifestazione, su tutte le seppiette col nero su pappa al pomodoro e crema di burrata. Al centro del chiostro che ospitava la manifestazione l’isola dei dolci con le tipiche produzioni elbane prime fra tutte la “stiaccia briaca” prodotta con l’Aleatico, un dolce da fine pasto da gustare proprio con questo vino passito. Due le versioni quella di Capoliveri, come quella ottima di Alessio Baldetti e di sua moglie Maria Grazia che segue una ricetta tradizionale con farina, olio extra vergine di oliva, pinoli, noci, mandorle, scorza di arancio e di limone fresca, Aleatico e quella di Rio Marina che vede l’aggiunta di Alchermes.
Roberta Capanni
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