Ecco i migliori oli del mondo
Premiate 5 etichette italiane, 3 spagnole, una trentina e una istriana.
Nei giorni scorsi, attesa da frantoiani, aziende agricole e consumatori, è uscita l’edizione 2022 di “Flos Olei“, la guida ai migliori extravergine del mondo. “Flos Olei”, termine latino che significa il fiore dell’olio, è una vera e propria Bibbia, l’atlante mondiale dell’olio extravergine. Un volume di 888 pagine in doppia lingua italiano-inglese e italiano-cinese. E’ curato da Marco Oreggia con la collaborazione di Laura Marinelli e un panel di esperti assaggiatori internazionali. Ben 500 sono le aziende dei cinque continenti recensite per un totale di 763 etichette in rappresentanza di 55 nazioni.
Ampio spazio è riservato a Italia e Spagna (con suddivisione per regioni) visto che, assieme ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, costituiscono il cuore pulsante della produzione olearia mondiale. Ma non mancano tra i paesi olivicoli le novità: ad esempio alcuni colossi economici come la Cina, il Giappone, l’India e il Brasile. Tra i paesi emergenti che si stanno imponendo sui mercati internazonali figurano inoltre Argentina, Cile, Uruguay, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.
Per quanto riguarda la produzione al primo posto troviamo sempre la Spagna con un milione e 596 tonnellate seguita dalla Grecia con 265 mila tonnellate, dall’Italia con 255 mila tonnellate e dalla Turchia con 210 mila tonnellate.
E veniamo ai riconoscimenti assegnati dalla Guida. Sul gradino più alto del podio con 100 centesimi figurano
cinque aziende italiane: il Frantoio Bonamini di Illasi (Verona), l’azienda Comincioli di Puegnago del Garda (Brescia), il Frantoio Franci di Castel del Piano (Grosseto), il Fratonio Americo Quattrociocchi di Terracina (Latina) e l’Azienda Agraria Viola di Foligno (Perugia). Premiate con 100 centesimi anche tre aziende spagnole: la Castillo de Canena (Jaén, Andalusia), la Casas de Hualdo (Toledo) e la Aceites Finca La Torre di Malaga.
Il miglior extravergine fruttato intenso è il Garda Dop trentino “Ulìva”
Venti sono le aziende premiate con il riconoscimento di “The Best” per l’eccellenza qualitativa. Tra queste figura anche il Frantoio dell’Agraria di Riva premiato per il miglior extravergine fruttato intenso: il Garda Dop trentino “Ulìva”. Uno olio splendido, recita la motivazione. Si presenta con un bel colore giallo dorato intenso con leggere venature verdi, limpido. Al naso si apre deciso e avvolgente, ricco di sentori aromatici di menta e rosmarino, cui si affiancano note speziate di cannella, pepe nero e un ricordo di mandorla. Complesso e di carattere al gusto, unisce toni vegetali di carciofo, cicoria e lattuga. Amaro potente e piccante spiccato. Ideale su antipasti al tonno, carpaccio di carne cruda con funghi porcini, marinate di pesce spada, zuppe di fagioli, primi piatti con salsiccia, polpo bollito, carni rosse o cacciagione in umido, formaggi stagionati a pasa dura.
Oltre al Frantoio Agraria di Riva la Guida “Flos Olei” premia con un punteggio davvero lusinghiero (98 centesimi) anche l’azienda rivana OlioCru di Mario Morandini per il Denocciolato Casaliva “Origini”, un olio avvolgente ricco di sentori aromatici: menta, rosmarino, salvia. Con un punteggio leggermente inferiore troviamo poi l’extravergine “Elle Sette” Casaliva da agricoltura biologica dell’azienda Laghel7 (Arco, via ai Colodri di Laghel) di Paola Jori, l’Azienda agricola Brioleum (Arco) e l’Azienda agricola Francesco Mandelli (Arco) con l’extravergine Caresèr.
Aleksandra Mate Vekic, è lei la regina dell’olio istriano
Tra i “The Best” – e non è una novità – troviamo anche un extravergine istriano: il “Bianca Bellezza” (da olive autoctone Istarska Bjelica, Bianchera) di Aleksandra Mate Vekic (Zambratija, Salvore) che si avvale della consulenza di un famoso frantoiano toscano Gian Luca Grandis. Il frantoio è dotato delle più moderne tecnologie sia per quanto riguarda la linea di estrazione sia per l’imbottigliamento. L’azienda Mate vanta un patrimonio olivicolo di oltre 28 mila piante certificate bio coltivate sui 69 ettari di terreno sulle collinette di Zambratija (Umago) a due passi dal ristorante Pergola di Fabrizio Veznaver) e più a Sud nell’entroterra della baia di Karigador (Verteneglio).
I supercru: Bianca Bellezza, Trasparenza Marina, Timbro Istriano
Ecco il giudizio di Marco Oreggia sull’extravergine Mate “Bianca Bellezza”. Bel colore giallo dorato intenso con sottili venature verdi. Al naso è ampio e avvolgente con sentori fruttati di pomodoro acerbo, mela e mandorla, affiancati da note aromatiche di menta e rosmarino. Vegetale al palato, sa di carciofo, cicoria e lattuga. Amaro spiccato e piccante deciso. Ideale come abbinamento con gli antipasti di molluschi, insalate di fagioli, legumi bolliti, patate alla griglia, primi piatti al pomodoro, gamberi in guazzetto, seppie alla piastra, pollame e carni di agnello al forno, formaggi caprini.
Non meno intriganti gli altri extravergine firmati “Mate”, tutti certificati bio: l’“Organic” dal colore verde-oro brillante, ampio e avvolgente al naso, con un caleidoscopio di sentori vegetali (carciofo, cicoria, erbe di campo) e note balsamiche (rosmarino, menta, salvia). Piacevolmente piccante, in bocca è un’esplosione di tonalità che ricordano il pepe nero, la cannella e la mandorla.
Da standing ovation anche il “Trasparenza Marina” (fruttato, delicato, quasi etereo, da olive Leccino e Pendolino) e il “Timbro Istriano” (pepato, pungente, ammandorlato, con una struttura esplosiva, da olive Frantoio). Tutti oli da Grand Prix con quelle note vegetali, balsamiche e ammandorlate che ricordano le Malvasie istriane.
Da Plinio a Marziale, un olio apprezzato fin dall’antichità
La visione imprenditoriale di Aleksandra ha consentito all’olio istriano di tornare ai fasti del passato. Un passato glorioso come ci ricordano Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, che paragonava l’olio istriano, in termini di eccellenza qualitativa, alla Betica (l’odierna Andalusia) e il poeta latino di origine spagnola Marco Valerio Marziale che eguagliava la fertile Cordova all’olio contenuto nelle anfore istriane: “O Cordova, tu che sei più fertile dell’oleosa città di Venafro e non meno perfetta dell’olio dell’Istria”. Va ricordato altresì che sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia l’olio istriano costituiva la primaria fonte di introiti per il governo dei Dogi, che imponeva ingenti gabelle.
Da secoli, dunque, l’Istria è quanto mai vocata alla colivazione dell’ulivo. Oggi, dopo il declino registrato durante la prima e seconda guerra mondiale e durante le recenti guerre nei Balcani, con l’ingresso della Croazia in Europa si registra un vero e proprio boom. Lo testimoniano i nuovi impianti che affiancano quelli secolari e la nascita di nuovi frantoi. Ne citiamo alcuni, quelli premiati con ottimi punteggi dalla guida di Marco Orreggia: il frantoio Olea di Bosiljka Belic (Albona), Ipsa (Livade), Zubin (Buscina), Uljara Vodnjan (Dignano), Bursic (Nova Vas), Zigante (Grisignana), Matteo Belci, Tonin e Chiavalon, tutti frantoiani di Dignano. Ed ancora: Uljara Al Torcio (Cittanova), Meneghetti e Grubic (Bale), Primizia San Rocco (Verteneglio), Cuj (Madonna del Carso, Umago).
Ma su tutti primeggia Aleksandra Mate Vekic che con i suoi “cru” ha varcato i confini della Croazia e oggi si sta imponendo sui mercati internazionali facendo man bassa di trofei e riconoscimenti. Successi meritatissimi che oggi vedono l’olio Mate primeggiare nell’Olimpo dei migliori oli del mondo. Che altro aggiungere? Chapeau alla regina dell’olio istriano. E in alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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