Una notiziola appena degna di un trafiletto su alcuni quotidiani nazionali, come doveroso comunicato stampa, silenzio in tv, forse non si vuole rivangare nella massa di notizie a strascico delle vicende dell’agricoltore friulano che seminava mais ogm e subiva sequestri e denunce una dopo l’altra ma riceveva anche pronunzie di Tribunali locali a lui favorevoli.
È durata diversi anni, dal 2010 con picco nel 2013, la battaglia di Giorgio Fidenato che si avvaleva dell’ambiguità delle direttive UE, mentre la Regione FVG deliberava il veto alla semina transgenica e lo stop era diventato legge nel giugno 2013 con il decreto firmato dal Ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo con i Ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Ambiente, Andrea Orlando.
Ebbene, oggi, il gruppo di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, con il suo lavoro basato sull’analisi di 11.700 dati contenuti in articoli di riviste scientifiche accreditate, è arrivato alla conclusione che la coltura di mais transgenico non nuoce alla salute, anzi le fa bene, perché contiene basse percentuali delle sostanze tossiche contaminanti gli alimenti e i mangimi animali. Inoltre, si ottiene una resa superiore dal 5,6% al 24,5%, aiutando a ridurre gli insetti dannosi per i raccolti.
Molti negli ultimi decenni sono stati i lavori di ricerca commissionati sugli effetti delle proprietà genetiche modificate nelle coltivazioni destinate all’alimentazione, umana ed animale, alimentando nell’opinione pubblica una gran confusione di opinioni.
Coldiretti e Confagricoltura hanno preso posizioni diverse.
Ora, questa ultima divulgazione mira ad aumentare la fiducia del pubblico nei confronti del cibo prodotto con piante geneticamente modificate, che in verità non concernano solo il mais.
Ma soprattutto consente all’agricoltore Fidenato, come dallo stesso rilanciato, di fare causa allo Stato italiano per un risarcimento di quanto ha perso in termini di fatturato e di immagine.
Secondo le Direttive Europee uno stato membro non può opporsi alle sue deliberazioni, quindi la semina transgenica non può essere considerata reato anche se le comunità locali legiferano contro.
Come al solito dobbiamo chinare il capo, entrando nella Comunità Europea abbiamo rinunciato alla sovranità legislativa, rassegniamoci.
Probabilmente Fidenato ha ragione, il mais transgenico sarà il miglior cibo del nostro futuro.
Maura Sacher
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri