In questi giorni si è scatenata la polemica sulla scheda di prodotto e una pubblicità lanciata dal pastificio La Molisana per propagandare un suo formato di pasta.
Il pastificio La Molisana ha sede a Contrada Colle delle Alpi di Campobasso. È in attività da più di un secolo ed è passato da una impostazione artigianale ad essere un pastificio semi industriale con una produzione giornaliera di 470 tonnellate di vari formati di pasta.
Il formato che ha scatenato la polemica è una conchiglia definita Abissina che è presente nel catalogo di altri marchi e pastifici. Il nome richiama alla conquista da parte del regime sabaudo fascista della Abissinia conosciuta da decenni come Etiopia.
Formati di pasta in cataloghi di pastifici designati come Bengasine, Tripoline e Mafalde richiamano fatti e persone del passato. Per me sono tutti nomi tristi e tragici. Sicuramente non significa che questi pastifici abbiano nostalgie tardo imperiali e colonialiste. Nella scheda delle Tripoline c’era scritto che “il prodotto evoca luoghi lontani, esotici ed ha un sapore coloniale”.
Altro commento veramente fuori luogo. Quello che era scritto nella scheda prodotto delle Abissine e che è stato cancellato dopo le polemiche e le minacce di molti consumatori di non comprare più la pasta de La Molisana era altrettanto fuori luogo. Cosa significa “di sicuro sapore littorio”?
Moltissimi non sanno nemmeno cosa sono i littori.
Nella tragica e farsesca rievocazione che il famigerato regime fascista fece dell’Impero Romano si restaurarono simboli del periodo. I littori vennero istituiti al tempo di Romolo e camminavano davanti al rex e lo proteggevano con fasci di bastoni legati con strisce di cuoio intorno ad una scure. Erano il simbolo della autorità maggiore.
Cosa ci azzecca con il sapore di un tipo di pasta? Il pastificio ha emesso un comunicato scusandosi “per il riferimento che ha rievocato in maniera drammatica una pagina inaccettabile della nostra storia, ” e ha cambiato i testi delle schede descrittive di prodotto.
Ciò gli rende merito davvero, ero incredulo e molto arrabbiato per una topica del genere. Evidentemente i creativi dell’agenzia di comunicazione che ha ideato le schede non conoscono bene la storia e i significati di certe parole.
Il gusto littorio per le abissine a me che piace moltissimo la storia fa venire in mente i bombardamenti effettuati per mesi nel 1935 e nel 1936 a base di yprite vietata dalla Convenzione di Ginevra.
Vennero lanciati dagli aerei della aviazione fascista non solo sui soldati gas urticanti, vescicanti e bombe al fosgene. Questo trattamento littorio provocò circa 300000 morti e centinaia di migliaia di mutilati.
Dimenticavo di dire che venivano sparate dai “prodi legionari delle colonne italiane” contro le truppe dell’esercito del Negus e le bande dei Ras che praticavano la guerriglia contro le truppe di occupazione littoria le famigerate pallottole dum dum tuttora vietate dalla Convenzione di Ginevra. Richiami a periodi tragici e dolorosi della nostra storia seppur causati dalla crassa ignoranza o dalla superficialità non sono a mio parere giustificabili o difendibili.
UmbertoFaedi
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