Sandro Gini, titolare dell’azienda agricola “Gini Sandro e Claudio” è stato riconfermato all’unanimità presidente del Consorzio Tutela Vino Soave per il mandato 2021/2023.
Ad eleggerlo il nuovo consiglio insediato nel mese di giugno, e composto da Cristian Ridolfi, Claudio Tamellini, Emanuele Vicentini, Fernando Viviani, Giovanni Verzini, Gaetano Tobin, Giovanni Nordera, Laura Rizzotto, Massimino Stizzoli, Massimo Meneghello Canoso, Matteo Inama, Paolo Fiorini, Roberto Soriolo, Wolfgang Raifer.
Nel ruolo di Vice presidenti, Massimino Stizzoli e Matteo Inama. Il collegio sindacale sarà guidato da Mauro Pernigotto con il supporto di Paolo Domenico Chignola e Alberto Bellieni.
Un programma che si svilupperà nell’ottica di un forte rinnovamento della denominazione con lo sviluppo e il consolidamento delle «Unità Geografiche».
L’obiettivo è quello di focalizzare l’attenzione su una viticoltura consapevole.
Nella denominazione infatti, il trend delle aziende che hanno optato per una gestione biologia delle vigne è in costante crescita, più 4% nella Doc e 10% nel Classico e sono numerose le aziende che hanno già iniziato il processo di conversione. Questo anche grazie al protocollo vinicolo approvato nel 2020 contenente le indicazioni per la lotta integrata emanate dalla Regione Veneto.
Percorsi necessari per il consolidamento della denominazione anche in relazione riconoscimento della FAO quale «patrimonio
dell’umanità dell’agricoltura» che ha riconosciuto la pergola veronese e i muretti a secco come elemento caratterizzante di queste colline.
«Riprendo il mio mandato consapevole che il mondo è profondamente cambiato – dice Sandro Gini, presidente del Consorzio – nel futuro ci sarà bisogno di azioni responsabili, mirate e soprattutto efficaci nei confronti dei soci della denominazione. Auspico tra i soci unione e condivisione degli obiettivi comuni che devono essere quelli di aumentare il valore dell’imbottigliato della denominazione, una maggiore attenzione all’ambiente e alle pratiche sostenibili, e soprattutto dialogo con le istituzioni. Sono obiettivi ambiziosi che richiedono l’impegno e anche la passione di ogni produttore del Soave.»
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