Castigliondiprimavera, ovvero la manifestazione che si è svolta a Castiglione della Pescaia (GR)uno dei luoghi più premiati della costa toscana. Bandiera blu per il suo mare, bandiere verdi, assegnate dai pediatri, per le sue spiagge a misura di bambino, premi e menzioni da Legambiente per il lavoro, costantemente portato avanti tra istituzioni e operatori turistici, per preservare il territorio puntando ad una seria operazione di sostenibilità. Cultura come motore di sviluppo; un luogo vivo e vivace, fatto di persone che non si risparmiano, come il vice sindaco Elena Nappi.
Castiglione della Pescaia non è solo un “posto dove andare la mare” è molto di più perché punto focale di un territorio dove natura e storia raccontano un vissuto antico. Tornare su questa bella costa e viverla attraverso il percorso creato per chi, come noi, deve raccontare e trasmettere sensazioni, è stato come riscoprirla e guardarla con occhi diversi.
“Castigliondiprimavera”, la tre giorni enogastronomica che si è svolta sul lungomare in questo fine settimana, è stata l’occasione per visitare non solo il borgo e il suo castello ma anche alcune località vicine come Punta Ala, la riserva naturale di Diaccia Botrona, Vetulonia.
L’etrusca Vetulonia, l’antica Vatl, la città scomparsa ritrovata nel 1800 grazie alla passione di un medico condotto, Isidoro Falchi, conserva il fascino che emanano tutti i terreni dove la civiltà etrusca ha lasciato il segno del suo passaggio. Grazie alla preparazione e al coinvolgimento della direttrice scientifica del Museo di Vetulonia, Simona Rafanelli, abbiamo fatto un autentico salto a ritroso nel tempo.
La campagna, bellissima, che si attraversa per raggiungere le tante possibili destinazioni intorno a Castiglione, si apre a tante tipologie di turista: a chi desidera la semplicità, a chi cerca il top.
Salvaguardata dalla cementificazione selvaggia, questo pezzo di Maremma si mostra ancora oggi in tutta la sua grandiosità nonostante qualche cambiamento che la crisi ha portato con sé. Punta Ala resta quell’isola felice così come era stata pensata, il suo porto ospita sempre bellissime barche, il suo Golf Club ha ancora il fascino e le sue grandiose vedute.
E poi c’è la Diaccia Botrona, la riserva naturale dove nidificano tante specie animali, che con i suoi 1263 ettari è una delle zone umide più importanti d’Europa. La storia della riserva parte da lontano, prima delle bonifiche fatte su tutta la costa maremmana. Si deve al Granduca Leopoldo di Lorena, illuminato regnante della Toscana, se oggi abbiamo questo gioiello al confine con il paese di Castiglione della Pescaia. Il mare, oggi così importante, non lo era per i vecchi abitanti della zona; la loro risorsa era questa vasta area dove il mare e l’acqua dolce dei due fiumi Ombrone e Bruna si incontravano. Un tempo qui c’era un lago, Il lago Prile, poi si formò la palude con i suoi “miasmi”, poi arrivò il Granduca che mise in campo tante risorse e tante competenze che trasformarono tutta la costa Toscana, non solo quella maremmana, in una distesa di pinete piantate con criterio scientifico. È questa la bellissima Maremma che noi possiamo godere oggi.
Dall’alto dell’incastellamento di Castiglione della Pescaia ( la pescaia era appunto la Diaccia Botrona) si domina una costa bellissima, da ammirare degustando un buon bicchiere di vino toscano, assaggiando il pesce che tutti i giorni i pescherecci scaricano al ritorno delle nottate di pesca.
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