Carni alternative ma non sono sintetiche
La necessità di diminuire gli effetti dannosi causati dagli allevamenti intensivi sta accendendo un grande dibattito sulla carne alternativa.
Per adesso viene venduta a caro prezzo solo a Singapore e in Israele.
Il ristorante Gold Meat – Carne d’oro a Singapore la propone dal 2021 al prezzo di 23 Euro al piatto mentre a Tel Aviv viene proposta nel ristorante The Kitchen – La Cucina.
Negli USA la FDA – Food and Drug Administration ha dato un primo assenso alla produzione di pollo coltivato dalla californiana Memphis Meat.
Questa impresa nasce nel 2014 su iniziativa di due italo americani.
Innanzitutto questi prodotti non sono assolutamente sintetici ma coltivati in bioreattori di acciaio.
In Italia il roboante ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare ne vuole vietare la vendita.
Ma non è ancora disponibile sul mercato e c’è solo una azienda che se ne interessa mentre a livello scientifico le ricerche nel merito sono condotte dall’Ospedale di Trento.
Il DDL – Disegno di Legge in previsione è originato secondo il presuntuoso ministro Francesco Lollobrigida dalle istanze delle associazioni di categoria, da regioni e comuni.
In Italia almeno il 50 % della carne che viene consumata proviene da altre nazioni, e in alcune delle quali sono scarsi i controlli igienici.
L’eventuale produzione di carne coltivata non pregiudicherebbe gli utili delle aziende del settore nonostante le preoccupazioni delle associazioni di categoria.
Certamente deve essere tutelato il diritto alla precauzione previsto dalla UE anche se attualmente non sono stati testati rischi per la salute per un lasso di tempo sufficiente.
In Europa da quaranta anni sono proibiti gli ormoni della crescita e la carne coltivata senza questi ormoni non può essere prodotta.
Vengono prelevate dai biologi con una biopsia indolore cellule staminali dagli animali che vengono inserite in una struttura apposita.
Le cellule proliferano velocemente e danno seguito alle bistecche coltivate.
Questo processo è momentaneamente assai costoso e sono vari i colossi multinazionali che possono investire in ricerca cercando di accaparrarsi il futuro mercato mondiale.
Entro il 2030 è previsto un giro d’affari di oltre 30 miliardi di euro.
Sono circa un centinaio nel mondo le imprese che si dedicano a questo nuovo mercato.
La carne non carne secondo me si può ottenere anche dalla stampa 3 D oltre che dall’utilizzo di proteine vegetali e la coltivazione in laboratorio di cellule animali. Che tristezza!
Umberto Faedi
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