La diversità biologica è di fondamentale importanza per la continuità della vita, una risorsa insostituibile per il genere umano. La vogliamo proteggere?
Siamo il Paese europeo più ricco di biodiversità, che in assoluto presenta il più alto numero di specie; in particolare, ospitiamo circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa.
Le regioni con maggior numero di specie endemiche e di specie esclusive, ovvero presenti in quella sola regione, sono la Sicilia (322 specie endemiche e 344 esclusive) e la Sardegna (256 specie endemiche e 277 esclusive).
Questa ricchezza di biodiversità è però seriamente minacciata e pezzi di essa rischiano di essere irrimediabilmente perduti. “Il modello di agricoltura industriale – secondo Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale della Cia Sicilia – ha danneggiato un patrimonio e un’identità che la Sicilia sta tentando di recuperare con produzioni di eccellenza come la pesca di Leonforte e la rivalutazione di antiche coltivazioni come i grani antichi di Sicilia, peraltro apprezzate anche da un punto di vista gastronomico”.
Un grido di allarme che deve essere raccolto dalla politica nazionale, perché la tutela della biodiversità non può essere una questione regionale. Quale intervento a livello governativo?
Nel 2010 è stata definita la Strategia Nazionale per la Biodiversità, attraverso la quale integrare le esigenze della biodiversità con lo sviluppo e l’attuazione delle politiche settoriali nazionali e definire la vision per la conservazione della biodiversità nel prossimo decennio.
A che punto siamo? Cosa si è fatto? E’ fondamentale dotarsi di una normativa nazionale di riferimento che sancisca i principi fondamentali per la conservazione della biodiversità ed assicuri norme e provvedimenti utili allo scopo. Dalle parole ai fatti il passo è lungo purtroppo!
Piero Rotolo
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