Con l’estate impazza la voglia di vini rosati, che sembra particolarmente legata a questa stagione anche se un reale motivo non c’è, e si moltiplicano gli appuntamenti dedicati a questa tipologia riscuotendo un po’ dappertutto il successo del pubblico.
Roma naturalmente in fatto di eventi di degustazione non è seconda a nessuno e propone diverse possibilità per approfondire la conoscenza dei rosati. Tra tutti quelli che li organizzano, anche solo per sfruttare il momento favorevole, “l’originale” è certamente Bererosa quest’anno giunto alla 13ma edizione, organizzato da Cucina & Vini, e dal Direttore Francesco D’Agostino che in questa tipologia di vini ha sempre creduto per contenuti e non per moda.
Un’intuizione vincente quella del vino rosa che lui stesso commenta così: “I rosati proseguono nella loro costante progressione che in 20 anni li ha portati a crescere da poco più di 16 milioni di ettolitri a quasi 21 milioni, nello stesso periodo il vino rosso ha perso la bellezza del 25%, mentre il bianco si attesta sul risultato di venti anni fa grazie soprattutto alla forte spinta dei vini spumanti. Evidente – conclude – come nella sua crescita il vino rosa stia portando via quote di mercato al vino rosso, riuscendo a incontrare un gradimento senza condizionamenti e, soprattutto, un interesse generalizzato che coinvolge anche il pubblico più giovane”.
Anche quest’anno in un bellissimo pomeriggio estivo la grande festa in rosa è andata in scena, allestita nel meraviglioso spazio verde di Villa Appia Antica, dove gli intervenuti passeggiando tra i banchi d’assaggio hanno avuto la possibilità di degustare gli oltre 200 vini delle 60 Aziende presenti.
Un’occasione per verificare come le Aziende credano sempre più in questo prodotto, che nel tempo è passato dall’essere quasi un riempitivo della gamma produttiva a una ricerca di un’eccellenza, spesso compiuta.
Lo si è potuto verificare insieme ai produttori saggiandone la consapevolezza produttiva. In grande spolvero sicuramente i vini spumanti da eccellenze come Trentodoc e Franciacorta, rappresentate al meglio tra gli altri da Cantina Rotaliana, il sempre porto sicuro Cesarini Sforza, o la garanzia qualitativa di Berlucchi con il suo Freccianera Rosè, Ferghettina, o l’ottimo Terre d’Aenòr.
Ma anche gli altri territori hanno mostrato ottimi prodotti, come il toscano Bolle di Borro oppure dalla Puglia il grande d’Araprì, che anche in rosa si esprime ai massimi livelli. Per i fermi ottime produzioni un po’ da tutta Italia, con prodotti ormai presenti da anni come il pugliese Girofle dell’Azienda Garofalo, ma dalla stessa regione, anche con i due rosati di Varvaglione con Idea da uve primitivo, e il Susumaniello rosè.
Un posto di rilievo spetta certamente all’Abruzzo che con il Cerasuolo ha fatto da anni del colore rosa una delle sue icone enologiche, un vino da considerarsi a volte quasi come una categoria a se da collocare tra i rossi e i rosati classici.
Dal Casanova di Barone Cornacchia al Cortaldo di Spinozzi, dalle diverse espressioni di Di Sipio a quelle dei Marchesi de Giordano, tanti e diversi gli stili produttivi presentati dalle numerose Aziende presenti.
Anche il Lazio ha dato una grande prova di se, confermando il fermento dell’intera viticoltura regionale che ha ormai cambiato passo da diversi anni intraprendendo con decisione il sentiero della qualità.
I vini rosa da uve Cesanese di Affile hanno destato il grande interesse del pubblico con Petrucca e Vela e il suo Rosësi, Terenzi con Doré e l’Avventura che oltre al rosato fermo ha presentato Sciamante Brut Metodo Classico.
Questi soltanto alcuni degli assaggi nella moltitudine dei prodotti presenti, per un mondo in continua evoluzione e ancora tutto da esplorare e in cui l’appuntamento annuale di Bererosa è sempre una grande opportunità di approfondimento.
Bruno Fulco
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