Una bella storia di salvaguardia viticola, l’Enantio ha vinto la sua scommessa
Graspo è con Cristina Fugatti della cantina Roeno.
Cristina ci racconta, davanti ad un calice di Enanzio 2018 riserva 1865 pre-fillosserica, quanto fatto per tutelare le viti storiche a piede franco dell’Enantio chiamato anche Lambrusco a foglia frastagliata, oggi un presidio slow food.
Un percorso che ha coinvolto tre aziende: Roeno, Lorenzo Bongiovanni e Vallarom.
L’Enantio va ricordato è un vitigno di antichissima origine di questo territorio, siamo infatti in Valdadige ma la storia di queste vigne possiamo dire che inizia con l’avvento della fillossera verso la fine dell’ottocento.
Se quasi tutti i territori a vigneto ne furono devastati, costringendo i produttori a ricorrere all’innesto, in alcune limitate aree sabbiose originatesi nelle anse del fiume Adige le originali viti di Enantio ne uscirono indenni.
Ancor oggi in queste piccole zone Roeno, Bongiovanni e Vallarom coltivano l’Enantio a piede franco. Le produzioni sono sempre state fatte producendo questo rosso chiamato Lambrusco a foglia frastagliata (zicolada in dialetto trentino).
Anche se per convenzione è stato chiamato Lambrusco in realtà appartiene alle famiglia delle Ambrusche che sono diverse.
Il fortunato salvataggio del materiale franco di piede è stato un prezioso serbatoio di gemme anche per le zone dove l’Enantio si coltiva su
portainnesto.
Lorenzo Bongiovanni ci racconta, infatti, che il nonno Silvio nel 1908 acquistò quattro ettari di vigneto in comune di Brentino,
in una zona dove la fillossera non aveva fatto danni, recuperando cosi i preziosi “rasoli” da usare a Sabbionara.
Va ricordato che Sabbionara e Avio erano allora territorio Austriaco mentre Brentino era Italiana dato che il confine fra i due stati era a Borghetto.
Tra i sistemi di propagazione delle vigne di Enantio va ricordata anche la tradizionale propaggine, ossia un metodo che tramite l’interramento di un tralcio di vite, che nel tempo si affranca dalla pianta originale, da origine ad una nuova pianta.
Le viti a piede franco di Enantio sono rustiche, longeve hanno buona resistenza alle crittogame ma per la loro vigoria devono essere gestite al meglio nelle potature.
Con il supporto di Tommaso Martini di Slow Food le tre aziende hanno compiuto un lungo lavoro di accreditamento iniziato con la mappatura dei terreni,
una accurata ricerca bibliografica, accompagnata da un lavoro di studio e degustazione di vecchie annate di tutte e tre le cantine durato oltre due anni.
È arrivato, in questo modo, il riconoscimento di presidio Slow Food per questa prezioso patrimonio di archeo- storia viticola.
Ora questo presidio rappresenta 15-20 ettari e può diventare patrimonio di tutti i produttori che hanno, nella Terra dei Forti,
caratteristiche analoghe a quelle dei soci fondatori, un bell’esempio di cura delle biodiversità.
Lorenzo Bongiovanni ci scherza un pò su dicendo “fino alla metà degli anni Ottanta, la varietà era molto diffusa e in questa zona tra il basso Trentino e l’alto Veronese siamo cresciuti a lambrusca”,
il nome non induca però in confusione nulla a che vedere con il Lambrusco Emiliano.
L’Enantio a foglia frastagliata richiama la natura selvatica e robusta della pianta ed appartiene alle Ambrusche.
In origine erano tre le specie dell’Ambrusca, a mancare all’appello è l’Ambruscone.
Se state pensando che queste uve producano, come il nome potrebbe suggerire, vini frizzanti, vi sbagliate.
La loro è un’antica storia che finalmente, grazie anche al lavoro fatto dalla Fondazione Mach, si sta pian piano riscoprendo trovando riscontro anche nell’apprezzamento degli addetti ai lavori.
Caratteristiche che si ritrovano anche nel vino, dal color rosso rubino intenso, un sapore secco,
acidità ben presente e patrimonio tannico ben equilibrato, che lo rendono adatto agli abbinamenti con i piatti rustici della cucina trentina, ma anche con salumi e formaggi stagionati.
La vendemmia è tardiva, nella seconda metà di ottobre, e la resa molto bassa.
In cantina, poi, i vignaioli possono sbizzarrirsi: «Il riconoscimento dell’Enantio a piede franco come Presidio Slow Food è un passo importante anche in questo senso – conclude Martini –
perché, al di là della comune origine e fatto salvo il disciplinare che va nella direzione di un vino quanto più possibile naturale, ogni produttore mette in commercio un vino diversissimo dall’uno dall’altro.
Tanto per fare un esempio, c’è chi lo commercializza l’anno successivo alla vendemmia e chi aspetta tre o quattro anni.
Su una base comune, insomma, nasce un progetto che lascia esprimere le identità delle aziende coinvolte: un valore aggiunto».
Il viaggio continua…
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Ci trovate su:
Facebook e Instagram, alla voce Associazione Graspo
https://www.cantinaroeno.com/it
Cantina Roeno
Indirizzo: Via Mama, 3, 37020 Brentino Belluno VR Telefono: 045 723 0110
http://www.bongiovannilorenzo.com
Azienda Agricola Bongiovanni Lorenzo
Sabbionara d’Avio (TN) Italia
Via S. Antonio, 28 Tel. +39 0464 684388
Azienda Agricola Vallaron
Indirizzo: Frazione Masi, 21, 38063 Avio TN Telefono: 335 778 7324
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