In una cerimonia che simbolicamente si svolge nel periodo della vendemmia, la stagione più bella e significativa per l’intero mondo del vino, il 5 ottobre scorso è stato assegnato il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino”, riconoscimento istituito 32 anni fa dalla Fondazione Masi, per volere di Masi Agricola, azienda vitivinicola della Valpolicella che da sette generazioni appartiene alla famiglia Boscaini.
L’ideazione del Premio, nato nel 1981 come “Premio Masi Civiltà Veneta”, si deve alle riflessioni sull’identità regionale condivise da tre amici veronesi: Sandro Boscaini, lo scrittore Cesare Marchi e il giornalista Giovanni Vicentini.
Viene conferito a personaggi originari delle Venezie che si sono distinti nei campi della letteratura, dell’arte, del giornalismo, della scienza, dello spettacolo e dell’economia, e che con la loro opera hanno promosso e valorizzato le capacità della gente veneta nei più vasti campi dell’attività umana, facendosi portatori dei valori fondamentali di questa terra.
L’oggetto del Premio è una botte di Amarone Masi, uno dei prodotti più espressivi e peculiari della terra veneta.
«Il futuro nasce dal radicamento alla cultura e ai valori del passato che hanno forgiato la civiltà» è questo il filo conduttore del 32° Premio Masi, suddiviso in tre sezioni, assegnato a Marjane Satrapi (Premio Grosso d’Oro Veneziano), scrittrice iraniana autrice di Persepolis, il fumetto divenuto simbolo di denuncia della repressione in Iran e della condizione della donna, Giovanni Bonotto (Premio Civiltà Veneta), imprenditore tessile vicentino e artefice della rivoluzione industriale con la sua Fabbrica Lenta, Giacomo Rizzolatti (Premio Civiltà Veneta), neuroscienziato friulano entrato nel gotha accademico per la scoperta dei neuroni a specchio, ed a Sergio Romano (Civiltà Veneta), storico, diplomatico, giornalista.
Il riconoscimento è stato conferito anche ai tre pionieri della vite protagonisti del progetto “Le vigne di Venezia”, Gianluca Bisol (Venissa), Michel Thoulouze (Orto di Sant’Erasmo) e Flavio Franceschet (Laguna nel Bicchiere – Le Vigne ritrovate).
Impegno sociale, impresa, scienza, attualità e vino sono, dunque, gli ambiti professionali che contraddistinguono i sette premiati 2013.
«In questo particolare momento storico il Premio Masi è un premio necessario – ha detto Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione – Oggi più che mai, infatti, vi è la necessità di testimoniare e divulgare le capacità dei territori e degli italiani di reagire alla sfiducia con progetti imprenditoriali e culturali capaci di imprimere una svolta sociale innovativa che sia di stimolo anche per i giovani in cerca di un futuro».
Maura Sacher
m.sacher@egnews.it
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri