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Argipelago pulito: da Livorno buone pratiche per tutti.

“Arcipelago pulito” è questo il nome del progetto pilota lanciato a marzo nelle acque toscane. Il progetto c vede una cooperativa di pescatori livornesi impegnata nella raccolta della plastica dispersa in mare e tirata su con le reti. Se la cosa vi sembra ovvia dovete sapere che non lo è perché fino ad ora i pescatori, a Livorno come altrove, erano costretti a rigettare in mare quello che tiravano su insieme al pesce cioè tanta plastica.
Manca “la norma” e quel materiale era ritenuto “materiale speciale” e i pescatori erano i responsabili del loro smaltimento. Quindi oltre ai mille problemi legati alla pesca un pescatore si deve anche sobbarcare i costi per lo sporco dei nostri mari e pagare di tasca propria.
Sei mesi fa è stato siglato un accordo per dar vita intanto ad un progetto speciale, con sei pescherecci finora impegnati e un contributo specifico ai pescatori per il servizio svolto, perché di servizio si tratta.


Oggi, martedì 26 giugno, questo esperimento, che potrebbe essere l’apripista di una corretta pratica, sarà presentato al Parlamento europeo di Bruxelles, in particolare ai referenti che si occupano di ambiente e trasporti, anche per individuare eventuali forme di finanziamento.
Quanto provato fin qui sta dando risultati incoraggianti e l’europarlamentare Simona Bonafè ha annunciato all’inizio di giugno un emendamento alla direttiva sugli impianti portuali di raccolta dei rifiuti delle navi per recepire l’idea alla base dell’esperimento toscano.
Intanto l’intesa, praticamente unica, tra Regione Toscana, Ministero dell’ambiente, Autorità portuale e Labromare, garante della pulizia dello specchio d’acqua davanti al porto, da Direzione marittima, Legambiente e l’azienda di raccolta di rifiuti Revet, oltre che da Unicoop Firenze che ha finanziato gli incentivi , ha creato la strutturazione di una filiera che vede i pescatori protagonisti della raccolta al largo fino al recupero in un impianto apposito.

Speriamo che l’Europa comprenda.

Roberta Capanni


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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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