L’Amarone di Aneri e le artistiche etichette di Mimmo Paladino
Giancarlo Aneri, storico testimonial e general manager della maison spumantistica Ferrari, ha affidato al maestro della Trans avanguardia il restyling delle etichette della cantina di famiglia in Valpolicella.
Da Caravaggio a Picasso, da Dalì a Manet, da Arnaldo Pomodoro a Giacomo Manzù, da Aligi Sassu a Enrico Baj, il vino è sempre stato fonte di ispirazione per i grandi artisti.
Un connubio, quello tra l’antica sacra bevanda e l’arte, che nel corso degli anni è diventato sempre più ammaliante e che oggi trova nuove espressioni nella realizzazione delle etichette di numerose cantine. Etichette d’autore che, oltre ad esaltare l’immagine di un determinato vino, diventano a loro volta delle vere e proprie opere d’arte, oggetto del desiderio di molti collezionisti.
Il vino e l’arte sono il tramite che rende preziosa una bottiglia esaltandone il contenuto. L’etichetta è, infatti, il biglietto da visita della cantina che ha un compito importante: quello di comunicare con un disegno l’anima di un vino e di trasmetterne storie e suggestioni.
L’etichetta è in fondo come un abito: veste la bottiglia raccontando per immagini il contenuto del prodotto che è poi spiegato dalle note tecniche di degustazione.
Luigi Soini e le etichette del Vino della Pace della Cantina di Cormòns
In passato ho avuto l’opportunità di parlare più volte di queste etichette d’autore disegnate da artisti famosi e diventati oggetti “cult” da collezione.
Uno degli esempi emblematici è quello della Cantina Produttori di Cormòns che nel 1985 lanciò il Vino della Pace assieme alla Vigna della Pace con la messa a dimora delle barbatelle di vitigni provenienti da tutto il mondo.
Fu l’enologo altoatesino Luigi Soini, kellermeister e direttore della cantina, ad avere l’intuizione di affidare ad alcuni artisti internazionali il compito di disegnare le etichette dei vini che poi sarebbero stati inviati a tutti i Capi di Stato e di governo, ai re e allo stesso Pontefice.
Le artistiche etichette di Arnaldo Pomodoro, Baj, Mušič , Minguzzi, Manzù
Tra gli artisti internazionali che hanno disegnato le etichette del Vino della Pace figurono alcuni personaggi famosi. Le prime etichette furono realizzate da Zoran Mušič , Arnaldo Pomodoro ed Enrico Baj. Poi, negli anni successivi, si alternarono altri artisti: Dietman, Minguzzi, Fiume, Consagra, Celiberti, Manzù, Sassu, Fini, Vedova, Anderle, Rauschenberg, Corneille, Treccani, Nagasawa, Tadini, Ceroli, Dario Fo e Yoko Ono.
Oggi la Cantina Produttori di Cormons può essere considerata una vera e propria galleria d’arte.
Non solo etichette. L’amore per l’arte ha infatti spinto i responsabili della Cantina a dipingere, sempre a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, anche le grandi botti in rovere (famosa quella che ritrae Dino Zoff che alza la coppa al cielo dopo la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio a Madrid).
Opere d’arte realizzate da importanti artisti friulani.
La scultura di Paladino a Cà del Bosco e le etichette di molti vini toscani
Tra gli artisti che si sono cimentati nella realizzazione di sculture, manifesti ed etichette legate al mondo del vino merita sicuramente un encomio anche Mimmo Paladino, tra i più importanti artisti italiani e quotati al mondo.
Maestro della Transavanguardia, Paladino ha realizzato numerose opere: una delle più famose è la scultura del “Testimone” che accoglie i visitatori nella cantina della tenuta Ca’ del Bosco a Erbusco in Franciacorta. Inoltre ha disegnato l’etichetta del Chianti Classico Casanuova di Nittardi a Castellina in Chianti che fa parte della collezione della Fattoria toscana e il manifesto del Consorzio Sannio-Falanghina Città Europea del Vino.
Ed ancora: in Maremma ha disegnato le etichette della Tenuta Ghiaccioforte e quella del Morellino di Scansano dell’amico ed esponente della Transavanguardia, Sandro Chia, tra gli artisti italiani più apprezzati e noti all’estero, produttore di Brunello di Montalcino, con Castello Romitorio.
Inoltre è stato tra i cinque artisti che, con le loro opere, diventate un’etichetta, hanno raccontato il Brunello 2015, annata a “cinque stelle”, insieme sempre a Sandro Chia, a Bertozzi & Casoni, a Pino Deodato e a Gian Marco Montesano.
In Valpolicella le etichette per un’edizione limitata degli Amarone di Aneri
L’ultima sua opera artistica, sempre legata al mondo del vino, è quella affidatagli da Giancarlo Aneri, re dell’Amarone della Valpolicella proprietario della cantina di famiglia a San Pietro in Cariano nel cuore della Valpolicella classica.
Mimmo Paladino ha disegnato tre artistiche etichette per un’edizione limitata ed esclusiva di bottiglie di Amarone.
Giancarlo Aneri ha scelto di celebrare così con la firma di un grande artista di fama mondiale i primi 25 anni di storia della cantina veronese.
Straordinario uomo di pubbliche realazioni: l’incontro con il Drake a Maranello
Giancarlo Aneri, classe 1948, di Legnago, imprenditore nonchè re del marketing e vulcanico uomo di pubbliche relazioni, è conosciuto nel mondo del vino per aver fatto conoscere nella veste di testimonial e general manager le bollicine della casa spumantistica trentina Ferrari.
Fu Aneri durante un incontro a Maranello a convincere Enzo Ferrrai, il mitico Drake, a brindare alle vittorie del Cavallino Rampante sul podio della Formula 1 con lo spumante Ferrari e non con lo Champagne.
E fu sempre Aneri ad aprire a Mosca, nel 1987, prima della caduta del muro, il primo ristorante straniero all’interno dell’hotel Mezhdunarodnaya: l'”Hostaria Ferrari”.
Il Giulio Ferrari al Lido di Parigi e nel 1982 a Madrid per i mondiali di calcio
“Homme du monde”, sempre Aneri riuscì assieme al presidente delle Cantine Ferrari Gino Lunelli ad inserire uno spumante italiano, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, nella carta vini del mitico cabaret parigino, il Lido de Paris, agli Champs Elysées, tempio da sempre riservato agli Champagne.
Altro colpo magistrale di Aneri, nel 1982, in occasione della finale del campionato mondiale di calcio a Madrid. Con la complicità di alcuni calciatori egli riuscì a introdurre sul campo alcune Magnum Ferrari per brindare alla vittoria della nostra Nazionale con Pertini (in tribuna), Bearzot, Zoff e tutti gli azzurri esultanti. Immagini trasmesse in mondovisione.
Ma famose sono le sue “incursioni” sempre con le magum della maison spumantistica trentina alle cerimonie di premiazione degli Oscar a Los Angeles, al Festival di Cannes e alla Mostra del Cinema di Venezia.
Non mancano le fotografie che lo vedono ritratto mentre brinda assieme a Ted Kennedy, a Gregory Peck, Roger Moore, Andy Warhol, Katharine Hepburn. Ed ancora con l’Avvocato Agnelli, con Craxi, con Draghi, con Prodi, con Rubbia, con Pavarotti, con Ottavio Missoni, con Roberto Bettega, con Gilles Villeneuve, con Flavio Briatore e con tanti altri “Vip”.
Le amicizie altolocate e i vini serviti durante i summit internazionali
Lasciata la maison Ferrari, a fine anni Novanta, Giancarlo Aneri ritorna in Veneto per realizzare quello che era diventato il sogno giovanile: fondare una propria Vineria.
Sogno che diventa realtà a San Pietro in Cariano nel cuore della Valpolicella. E qui con l’abilità che gli è riconosiuta, grazie alle sue amicizie altolocate, dopo aver inseguito per anni i “vip”, li convince a brindare con i suoi vini: dapprima il Prosecco, il Pinot Bianco, il Pinot Nero e poi l’Amarone della Valpolicella firmato Aneri.
Vini che saranno serviti anche durante i summit internazionali sulle tavole dei personaggi più influenti del mondo della politica e durante le cerimonie di premiazione degli eventi mondani più glamour. Con le sue esclusive bottiglie hanno brindato i Bush (padre e foglio), Clinton (con la moglie Hillary), la Tatcher, Obama, Putin, Trump, Papa Francesco.
L’ultimo sogno: il ritorno in Trentino per produrre un Trentodoc esclusivo
L’ultimo suo sogno (il primo amore evidentemente non si scorda mai) è l’acquisizione di una piccola cantina in Trentino per produrre un Trentodoc esclusivo, come lo sono tutti i vini firmati Aneri, azienda che affiderà alle cure dei figli Alessandro e Stella, ai nipoti e alle nipotine.
C’è riuscito con il Prosecco e con l’Amarone, c’è riuscito con il caffè, con l’olio e con altri prodotti di nicchia del made in Italy, sicuramente ci riuscirà anche con le bollicine a marchio Trentodoc.
Dimenticavo: tra le mille iniziative del vulcanico “homme du monde” di Legnago, va ricordata un’altra sua creatura, cui tiene molto: il premio “ègiornalismo” fondato nel 1995 assieme ad Enzo Biagi, Giorgio Bocca e Indro Montanelli. Una sorta di premio Pulitzer italiano che ogni anno ha visto radunati all’Hotel Principe di Savoia di Milano direttori di giornali, editori e firme illustri del giornalismo per la consegna del prestigioso riconoscimento.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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