
Alla scoperta delle sei perle dei Caraibi
In crociera con Costa Fortuna da Guadalupa a Tobago toccando Barbados, Dominica, Grenada e Martinica. La cucina caraibica
Le isole richiamano alla mente storie di corsari, emanano i profumi delle spezie e del rum, catturano per i colori dei vivaci mercati della frutta e la musica Reggae, incantano per le lussureggianti foreste pluviali, regalano tramonti romantici sulle spiagge bagnate da un mare cristallino.
Le Piccole Antille, nel cuore dei Caraibi, non finiscono mai di stupire e coinvolgere.
Da Guadalupa a Tobago, passando per Barbados, Grenada, Dominica per finire a Martinica: sei isole ricche di storia dove la lingua, retaggio dell’epoca coloniale, cambia dallo spagnolo all’inglese, per arrivare al francese nei territori d’oltremare.
Ad affiancare la lingua ufficiale, il creolo parlato con fiera determinazione delle popolazioni locali, quasi in modo per non dimenticare e riscattare i lugubri anni della schiavitù. Le “sei perle dei Caraibi” si scoprono, giorno dopo giorno, con la crociera Costa Fortuna, navigando fra l’oceano ed il mare caraibico. Sole, relax ma anche cucina locale da gustare nei ristorantini lungomare.
Fra i piatti tipici accras, boudin créole, callaloo, considerato il piatto nazionale di Tobago e Grenada nella versione locale a base di foglie di taro stufate e granchio. Non manca mai l’ottima frutta.
TOBAGO
Chiamata Tobago per la sua forma che ricorda il sigaro, l’isola con Trinidad è uno stato indipendente.
Entrambe sono fuori dalle rotte degli uragani e godono di un fresco clima tropicale che le rende meta turistica ideale.
Tobago va visitata in pullmino per ammirare con calma la successione di baie incantevoli godendo di un’atmosfera molto rilassante.
Una delle mete imperdibili di Tobago sono i tipici villaggi di pescatori di Speyside e Charlotteville, quest’ultimo è stato fondato nel lontano 1633 dai colonizzatori olandesi.
Fra le spiagge da vedere Bacolet Bay con i suoi maestosi alberi da cocco. Imperdibili le Avocat Waterfalls, bellissime cascate site nella zona di Blanchisseuses. Vanno viste le fortificazioni d’epoca coloniale (XVIII secolo) come quelle di Fort King George edificato nel 1781 in cui si trovano ancora i cannoni incastonati nelle mura.
GRENADA
Grenada è unica: il più piccolo stato dei Caraibi che vanta una cultura che è un mix di influenze francesi, britanniche, africane e caraibiche. Per questo non va solo vista ma va anche “assaporata”.
Un caleidoscopio di rossi, gialli e verdi caratterizzano il porto di St. George’s, probabilmente il più bello dei Caraibi.
Suggestivo il suono delle onde che lambiscono le morbide sabbie di Grand Anse, mentre l’aroma di noce moscata e vaniglia si diffonde dalle piantagioni di spezie.
Qui si coltiva un cacao di ottima qualità per cui molte sono le “case del cioccolato” dove gustarlo. Grenada è ricoperta da una vegetazione lussureggiante, ricca di corsi d’acqua.
Vale la pena camminare per qualche chilometro nella giungla fitta per raggiungere cascate scenografiche come le 7 Sisters, o le cascate del Royal Mt. Carmel, che formano sulle rocce dei divertenti scivoli naturali.
La quint’essenza della spiaggia Caraibica è la Grande Anse la più bella di Grenada, situata a sud della capitale Saint George. E’ una lunga striscia di sabbia bianca bagnata da acque turchesi e contornata da verdi colline.
BARBADOS
L’isola conserva ancora usi e costumi inglesi: il thè pomeridiano nelle hall degli hotel di stile coloniali o sotto le verande vista oceano, i giardini curati, sport come il cricket e il polo. Ma la Barbados dei nativi è tutt’altra cosa: musica reggae, sudore, frutta tropicale, bande di strada.
La capitale Bridgetown, dal nome del ponte levatoio ancora funzionante, è vivace. Il centro storico con le case in stile coloniale colorate è patrimonio dell’Umanità Unesco. Poco lontano la spiaggia di tutti Carlisle Bay, chilometri di sabbia finissima bagnata da un mare che fa sognare.
Una chicca da non perdere è la casa museo di George Washington. Pochi sanno che il primo presidente degli Stati Uniti d’America fece un unico viaggio all’estero: a Barbados.
Vi arrivò nel 1751 assieme al fratello. Durante la permanenza nell’isola Washington studiò a fondo il sistema delle colonie inglesi, capendone i punti deboli e ciò lo aiutò nella strategia adottata durante la guerra d’indipendenza, soprattutto per assicurarsi l’appoggio della Francia.
DOMINICA
Fu Cristoforo Colombo a dare il nome a Dominica.
Nel diario di bordo scrisse di avere navigato al largo dell’isola la domenica del 3 novembre 1493.
Vulcanica, selvaggia, ricoperta da una fitta foresta pluviale, Dominica si differenza dalle altre isole per le spiagge nere i pochissimi resort e zero turismo di massa.
All’interno la natura è maestosa: vulcani ricoperti di giungla, fonti termali, cascate che si tuffano in laghetti smeraldini. Scenari da film!
Il mondo sottomarino rispecchia questa unicità, Gli appassionati di snorkeling possono immergersi a Champagne Reef, nelle acque gorgoglianti che zampillano dalle sorgenti calde sul fondo dell’oceano, fra le nere formazioni rocciose e la barriera corallina che esplode dei viola, rosa, gialli, rossi, verdi e blu di spugne e pesci tropicali.
La visita al Parco Nazionale Morne Trois Pitons (patrimonio Unesco), sorprende e coinvolge. Nell’isola si trova il secondo lago di vapore più grande al mondo per ampiezza.
A ricordare l’origine vulcanica dell’isola le spiagge nere e rocciose (Number One e Mero Beach) da cui si godono tramonti mozzafiato.
GUADALUPA E MARTINICA
Vista dall’alto l’isola di Guadalupa ricorda la forma di una farfalla in realtà è un arcipelago, dove spiccano le due ali, la Grande Terre e la Basse Terre, collegate da un istmo centrale con due ponti. Qui si parla francese e si telefona in Italia alla tariffa di casa, come in tutt’Europa e si usa l’euro (in quasi tutte le altre isole la moneta più usata resta il dollaro).
Guadalupa, con Martinica è dipartimento francese d’oltremare, dal 1946 è una regione della Francia. La capitale è Pointe-à-Pitre, sull’isola di Grand Terre, costruita e distrutta più volte dai diversi conquistatori. Qui c’è il Memorial Acte, museo sulla storia della schiavitù: occupa un ex zuccherificio sul lungomare ed è un moderno complesso a forma di scatola sormontato da una rete attorcigliata.
La visita al museo è istruttiva e lascia sgomenti. Un percorso con guida assistita aiuta a capire i perchè evidenziando le complicità politiche e religiose dell’indegno mercato.
Da vedere la Cattedrale del ferro, dedicata ai santi Pietro e Paolo, con gli archi in metallo per resistere a terremoti e uragani e la ricca Biblioteca.
L’isola vulcanica di Basse Terre è un miracolo della natura, fra cascate, mangrovie, riserve marine, parchi e fiori. Dei sette vulcani esistenti, solo uno è ancora attivo, il Soufrière ma non viene considerato pericoloso.
A meno di mezz’ora del capoluogo dell’isola di Martinica, Fort-de-France si trova Balata famosa per il giardino botanico all’interno della foresta pluviale con oltre 3000 specie di piante e fiori tropicali osservabili anche attraverso percorsi in parte sospesi.
CUCINA CARAIBICA
I piatti tradizionali nascono dall’ unione di più culture culinarie e possono differire da un’isola all’altra con piccole variazioni delle ricette caraibiche tradizionali.
I colonizzatori, gli schiavi africani hanno importato, in queste isole, i prodotti delle proprie terre di origine.
I mercati offrono una ricchezza straordinaria di frutta e verdure in un tripudio di colori, profumi e sapori. L’incontro di tutte queste popolazioni e di questi prodotti, aggiunti al pesce e ai molluschi e alle carni, soprattutto di pollo e di maiale, ha creato una cucina fantasiosa e colorata, che mescola frutta esotica (sia matura che acerba) e verdure, con pesce e carni, in modo piuttosto originale.
A tutto questo si deve aggiungere che alcune isole fanno parte dei Territori d’Oltremare e quindi dipartimenti della Francia per questo la cucina francese ha una notevole influenza, sia come tecniche di cottura (gratin, flambé, ecc.) ma anche come utilizzo di latte e latticini (burro, panna, formaggi) che sono entrati ormai in molti piatti locali.
In nessuna di queste isole si coltiva riso, ma il riso bianco accompagna ogni pasto ed è spesso utilizzato nei dolci.
Spezie e peperoncini insaporiscono molte vivande e la vaniglia unitamente al rum profuma i dolci. Le patate dolci sono molto utilizzate, così come l’igname e i fagioli, che insieme con riso, o pesce e molluschi, o carne costituiscono la base dei piatti unici che si consumano durante i giorni di lavoro.
COSTA FORTUNA
E’ la nave più piccola della flotta Costa, ma proprio per questo a misura di famiglia. L’ elegante design nelle parti comuni s’ispira ai grandi transatlantici del passato. Al timone uno degli storici comandanti di Costa, Antonio Tommaso Tateo, la cui presenza è discreta ma sempre attenta.
A bordo un equipaggio di quasi mille persone di 30 nazionalità. Molte le famiglie italiane, che scelgono Costa Fortuna per la crociera ai Caraibi. La cucina è curata ed il servizio attento. La ristorazione ruota attorno al maitre Giovanni Pani, figura di spicco che da oltre trent’anni naviga con Costa ed è garanzia del servizio impeccabile a bordo. “La qualità – dice Giovanni Pani – nasce anche dalla passione”.
E Giovanni di passione sincera, convinta ne ha da vendere. A bordo, il meglio del “made in Italy. In nave si produce il pane (circa mille chili di farina al giorno), il gelato e si fabbrica la mozzarella. “Facciamo la pizza col lievito madre e consumiamo 400 chili di pasta al giorno”, dice Giovanni Pani.
Costa ha investito molto sulla sostenibilità.
L’acqua dolce è un bene limitato, per questo due terzi di quella utilizzata a bordo delle navi da crociera proviene dal mare: l’acqua viene desalinizzata e purificata, rendendola perfetta per l’utilizzo a bordo.
Le new entry della flotta, Costa Smeralda e Costa Toscana utilizzano il sistema a propulsione più innovativo del settore crocieristico. Il gas naturale liquefatto (LNG) è infatti la tecnologia più avanzata attualmente disponibile per garantire le migliori performance ambientali riducendone le emissioni.
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