Albrecht Dürer e le iconiche etichette Pojer & Sandri
Dallo Zampognaro al Leprotto del Faye Rosso, dagli acquerelli al famoso monogramma: la cantina di Faedo utilizza come immagine per i suoi vini le opere d’arte del maestro della pittura rinascimentale tedesca. Al Castello del Buonconsiglio di Trento la mostra “Dürer e gli altri Rinascimenti in riva all’Adige”.
Albrecht Dürer. “E chi era costui mi chiese un collega partenopeo evidentemente poco appassionato di storia dell’arte in occasione di un recente Concorso enologico internazionale”.
Ed io, di rimando, replico: “Non ti dicono niente le etichette di alcuni vini di Pojer & Sandri che sicuramente avrai assaggiato: il leprotto del Faye Rosso, lo zampognaro della linea biologica, il quadrato magico e quegli strani caratteri, tra cui il monogramma, utilizzati per identificare le tipologie e le diverse annate della cantina trentina?”
“Sì, mi sembra di ricordare”.
“Bene, a questo punto ti invito a visisitare la bellissima mostra in corso (fino al 13 ottobre) al Castello del Buonconsiglio di Trento dal titolo “Dürer e gli altri Rinascimenti in riva all’Adige”. Titolo azzeccato poichè Albrecht Dürer (Norimberga 1471-1528) era uno dei maestri della pittura rinascimentale tedesca.
Un centinaio sono le opere che illustrano la presenza del Dürer in Trentino, terra di confine che attraversò una prima volta nel 1494-1495. Pittore, incisore, ritrattista, egli rimase affascinato dalla bellezza del paesaggio e dalla raffinatezza della cultura incontrata nel suo viaggio in Italia.
Impressioni talmente ammalianti che lo indussero a raccontare le atmosfere di questi luoghi in una celebre serie di acquerelli, disegni, dipinti e incisioni. Autentiche opere d’arte.
Le opere del Dürer riprodotte in numerose etichette dei vini Pojer&Sandri
Alle opere d’arte del Dürer, maestro della pittura rinascimentale tedesca, si sono ispirati due vignaioli trentini, artefici a loro volta del Rinascimento del vino trentino in Italia e nel mondo: Mario Pojer e Fiorentino Sandri che 50 anni fa in quel di Faedo e in Valle di Cembra unirono le forze per creare quella che oggi è un’azienda modello dotata delle più modrne tecnologie, pluripremiata in campo nazionale e internazionale.
“Le opere del Dürer – confessano Mario Pojer e Fiorentino Sandri – al di là dello stupore sono diventate per noi materiale di studio.
Sognavamo per le nostre etichette un qualcosa che parlasse di purezza e questa immagine l’abbiamo trovata nelle incisioni e nei disegni del pittore tedesco, per cui abbiamo deciso di dedicare a lui le etichette dei nostri vini. Vini schietti e genuini, figli di questa nostra terra di confine.”
Il Trentino Alto Adige zona di transito per le popolazioni di area tedesca
Diversi sono i motivi che legano la storia dell’azienda Pojer & Sandri a questo famosissimo pittore, indicato come il massimo esponente del Rinascimento tedesco. Il Trentino – come noto – è sempre stata zona di transito per le popolazioni di area tedesca che dovevano attraversare le Alpi per recarsi in Italia.
E la Val d’Adige era per i viandanti, i commercianti e i pellegrini diretti a Roma e in Terra Santa la via primaria di comunicazione.
Fu così anche per un viandante illustre, il giovane Albrecht Dürer.
Pittore ed incisore inquieto e visionario, affascinato dalla matematica oltre che dagli astri, nell’estate del 1494, anche per scappare dalla peste che colpì Norimberga, lasciò a casa la giovane moglie e intraprese assieme ad un mercante di Norimberga un lungo viaggio che lo porterà a Venezia. Un’occasione sognata da tempo che gli consentì di conoscere le opere dei grandi maestri del Rinascimento italiano.
Albrecht Dürer, diretto a Venezia, percorse alcuni tratti della Val di Cembra
Nel lungo viaggio verso Venezia, dopo una breve sosta ad Innsbruck, valicato il Brennero, fu costretto a causa delle frequenti esondazioni del fiume Adige a lasciare il fondovalle e a salire in quota, precisamente in Val di Cembra prima di ridiscendere in pianura, destinazione Venezia.
La presenza del Dürer in Val di Cembra è documentata da una serie di acquerelli, disegni e incisioni: paesaggi, piccoli borghi, montagne, prati, boschi.
Tra gli acquerelli più suggestivi il Castello di Segonzano all’epoca amministrato dai conti del Tirolo, costruito su una rupe in località Piazzo, il molino sull’acqua a Prà (sempre a Segonzano), le rocce del tavolato porforico della valle, le anse del torrente Avisio.
Nel viaggio di ritorno breve sosta ad Arco e poi nel capoluogo a Trento
Altri acquerelli, anche questi esposti al Castello del Buonconsiglio (alcuni provenienti da prestgiose collezioni internazionali), testimoniano la sosta del Dürer in Trentino durante il viaggio di ritorno effettuato nel 1495.
In particolare è confermata la sua presenza ad Arco con l’immagine, bellissima, del castello superiore con il mastio, costruito su uno sperone di roccia, e del castello inferiore circondato da una cinta muraria che abbraccia sulla collina numerose piante d’olivo, vigneti e frutteti.
Altra sosta, questa volta più lunga, nel capoluogo.
La presenza di Albrecht Dürer a Trento è testimoniata da una serie di acquerelli. Il più famoso, oggi custodito al British Museum di Londra è l’immagine del Castello del Buonconsiglio – diventato anche il manifesto della Mostra – ritratto dal pittore di Norimberga con la precisione di un artista provetto.
L’opera è particolarmente preziosa poichè mostra il castello prima dell’avvento (1514) del principe vescovo Bernardo Clesio: in bella evidenza il Castelvecchio, la loggia veneziana, il mastio, la prima cinta muraria e, al di fuori del recinto, la scuderia e le stalle.
Altre immagini di Trento le ritroviamo negli acquerelli che “fotografano” il corso dell’Adige con la Torre Verde, il profilo del Buonconsiglio, la porta di San Martino, la Torre di Port’Aquila, il Doss Trento con la Chiesa di Sant’Apollinare e l’abitato di Piedicastello. In altre incisioni sono ritratte la Torre Verde, la porta di San Martino, un meditabondo Sant’Antonio Abate ai piedi del castello e altre vedute dell’antica Tridentum.
Quel famoso zampognaro diventato il simbolo dell’azienda di Faedo
Ma torniamo alle etichette che l’azienda Pojer & Sandri ha voluto dedicare al maestro della pittura rinascimentale tedesca a cominciare dalla famosa incisione dello Zampognaro che è diventato il simbolo stesso dell’azienda di Faedo. Altre incisioni famose: il quadrato magico, la famosa lepre effigiata sulla bottiglia del Faye Rosso e tutta una serie di acquarelli compreso lo studio grafico dei caratteri disegnati dal Dürer.
Sono molte le etichette artistiche che raccontano il sogno di due visionari: Mario Pojer e Fiorentino Sandri. Sogno che nei 50 anni di storia dell’azienda trentina si è tradotto nel lancio di una carrellata di vini diventati l’icona del marchio Pojer & Sandri a cominciare dallo straordinario Müller Thurgau 1975, vino di eccezionale fragranza e finezza, seguito dallo Chardonnay e da una varietà autoctona di Nosiola.
Gamma completata nel corso degli anni da una carrellata di vini bianchi (Sauvignon, Riesling, Traminer, Bianco Faye, Besler Biank) e rossi (Pinot Nero, Rosso Faye, Bessler Ross), da grandi riserve, vini da meditazione (Essenzia e Merlino), spumanti (Cuvée Extra brut e Rosé), frizzanti (Zero Infinito Bianco e Zero Infinito Cremisi), acqueviti e aceti tradizionali di vino e frutta.
Il Müller Thurgau Monogramma Dürer, fiore all’occhiello dell’azienda
Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di assaggiare il Müller Thurgau Monogramma Albrecht Dürer annata 2020. Chi temeva che la chiusura con tappo a vite di questa bottiglia renana potesse scalfirne l’immagine dovrà ricredersi. A quattro anni di distanza era ancora perfetto: fresco, sapido, beverino.
Questo gioiello nasce a Faedo in località Palai, a 650 metri sul livello del mare, con esposizione a Sud che beneficia dell’influenza dell’Ora del Garda e trae mutrimento da un terreno con depositi di arenarie, siltiti e marne. Tenore alcolico: 12.5 gradi.
Colore giallo paglierino, bouquet intenso, leggermente aromatico, di frutta gialla. In bocca è un’esplosione di agrumi e frutta tropicale con una piacevole nota di noce moscata.
Ottimo come aperitivo, è ideale con il pesce, ma si sposa benissimo anche con primi piatti, zuppe e misticanza di verdure.
Notazione finale: da sempre la località Palai a Faedo è sinonimo di grandi Müller Thurgau.
Secondo il giudizio di Luigi Veronelli, espresso a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, all’epoca erano due i Müller Thurgau punto di riferimento in Italia: quello di Pojer & Sandri e quello prodotto da Remo Calovi in località Palai dei Siori. Oggi dopo 50 anni rendiamo omaggio alla varietà che ha trovato l’habitat ideale proprio a Faedo.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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