Al ristorante “Da Silvio” serata con i vini di Graziano Prà
Giovedì 18 luglio il mitico vignaiolo di Monteforte d’Alpone presenterà a San Michele all’Adige i suoi gioielli, tutti con tappo a vite, abbinati alle proposte di Nicola Manna.
Tappi di sughero addio? Forse è ancora presto per dirlo. Ma le statistiche sembrano propendere per questa ipotesi soprattutto dopo che molti operatori del settore, australiani, americani e sudafricani in primis, per non parlare dei vignaioli austriaci e tedeschi, stanno abbandonando il tradizionale sughero per “sposare” il tappo a vite.
Tale chiusura, organoletticamente neutra – confermano i numerosi test effettuati – è garanzia assoluta di protezione dell’integrità del vino ed è universalmente riconosciuta eccellente soprattutto per i vini giovani: bianchi, in particolare, ma anche rossi (e non solo). Una chiusura che, oltre ad eliminare il maledetto sentore di tappo, consente una perfetta conservazione del prodotto.
Il tappo a vite, l’hanno scelto 5 produttori visionari: i cosiddetti “Svitati”
Tra coloro che stanno abbandonando il sughero per puntare sul tappo a vite molta curiosità ha destato la scelta di optare per questa soluzione praticata da cinque prestigiose aziende italiane: Franz Haas, Pojer&Sandri, Silvio Jermann, Graziano Prà, Walter Massa. Cinque amici, cinque visionari, cinque profeti del pianeta vino che hanno dato vita al Gruppo degli «Svitati». Svitati di nome e di fatto.
Uno di questi, il mitico Graziano Prà di Monteforte d’Alpone giovedì prossimo 18 luglio presenterà i suoi gioielli al Ristorante “Da Silvio” di San Michele all’Adige abbinati ai piatti dello chef Nicola Manna.
I grandi vini di Graziano Prà saranno abbinati al menu di Nicola Manna
La serata al Ristorante ” Da Silvio” prevede l’aperitivo di benvenuto in terrazza con la focaccia pugliese servita con il Trentodoc Brut della dirimpettaia Cantina Endrizzi. A tavola nel salone di Riccardo Schweizer aprirà le danze l’antipasto di polpo arrosto, pomodorini gialli e pesto di rucola accompagnato dal Soave classico “Staforte” annata 2021 di Graziano Prà.
Nicola Manna come primo piatto proporrà i paccheri con crema di melanzana affumicata, datterino rosso confit, basilico e cacio ricotta. il piatto sarà abbinato al Soave classico “Monte Grande” annata 2021.
Piatto forte della serata sarà lo stinco di vitello brasato al Teroldego con frutti di bosco e scalogno glassato, piatto abbinato ad un altro gioiello di Graziano Prà: il Valpolicella Superiore Morandina annata 2020. Chiusura in bellezza con il gelato al fiordilatte aromatizzato al sambuco e al mango con biscotto alla nocciola. Il dessert sarà accompagnato dal Passito delle Fontane 2021, sempre di Graziano Prà.
Lo Staforte, il Soave affinato in acciaio: è nato come una sfida nel 2004
Lo Staforte di Graziano Prà è il vino nato come una sfida nel 2004. “Quando abbiamo iniziato a produrlo – confessa Graziano Prà – l’affinamento in acciaio era in controtendenza, preferito da quello in barrique. Oggi siamo felici di avere corso il rischio.”
Denso nel frutto, fresco e complesso con sentori floreali di fiori bianchi e fruttati di albicocca, pesca e mela Golden croccante. Dotato di una finezza minerale che dona eleganza e raffinatezza complessiva, il Soave “Staforte” al palato è avvolgente ed ampio con una rotondità che accentua la sua bevibilità e persistenza.
Il “Monte Grande”, il cru di Soave frutto di studi e sperimentazioni
Il “Monte Grande” è il cru dell’azienda agricola di Graziano Prà (70% Garganega e 30% Trebbiano di Soave). Questo gioiello nasce dal vigneto storico della famiglia ed è frutto di lunghi studi e sperimentazioni. “Nulla – confessa Graziano Prà – è stato lasciato al caso: il Monte Grande vuole essere il mio grande vino Soave.”
La Garganega lavorata in vigna con la tecnica del taglio del tralcio e il Trebbiano di Soave, vitigno prezioso per l’acidità, garantiscono al vino un grande potenziale di invecchiamento. La zona di produzione è Monteforte d’Alpone. Età del vigneto: 60 anni. La forza minerale sprigionata da questo cru regala una grande eleganza, una complessità olfattiva di frutta esotica matura e di agrumi gialli. Bellissima la sapidità e la freschezza al palato con un lungo finale di mandorla dolce e vaniglia. Per la sua complessità strutturale può sostenere un lunghissimo affinamento in bottiglia come conferma l’annata 2010 recentemente assaggiata.
Un discorso a parte merita l’Otto, un vino giovane, fresco di pronta beva
Un discorso a parte merita l’Otto, vino al quale Graziano Prà è particolarmente legato. Prende il nome dal Border Collie – confessa – che ha vissuto con noi per quindici anni. Otto è il vino più giovane che abbiamo, fresco, di pronta beva. Il vino da tenere sempre in cantina.”
Di colore giallo paglierino, i suoi profumi sono ricchi di florealità, come il biancospino e il gelsomino con nuances di mela verde e mandorla. Al palato evidenzia una piacevole freschezza minerale e una decisa sapidità. Ottimo da aperitivo accompagnato da prosciutto crudo di Parma e formaggi freschi, oppure con primi piatti, risotti di pesce di lago e zuppe di verdure fresche.
Il Valpolicella Superiore Morandina, fresco, fruttato, piacevolissimo
Il valpolicella Supriore Morandina, ottenuto dalle stesse uve del famoso Amarone, rappresenta l’enologia veneta nella sua versione più semplice e scorrevole: di medio corpo, fruttato e speziato, offre un buon equilibrio al palato. Colore rosso brillante con riflessi violacei, al naso si percepisce una piacevole speziatura con un bouquet di bacche rosse. Al palato è un vino fresco e dalla spiccata bevibilità. Un’elegante sensazione di tannini sottili e persistenti accompagnano il retrogusto di pepe nero e ribes. Va servito non a temperatura ambiente, ma leggermente freddo a 14 gradi, soprattutto d’estate.
Chiusura in bellezza con il Passito delle Fontane: 100% Garganega
E dulcis in fundo, ecco il Passito Veneto delle Fontane 2014, il vino dolce di Graziano Prà ottenuto dall’appassimento delle uve 100% Garganega. “Poche bottiglie – confessa – per un vino che ricorda la mia gioventù. Il vino dolce tradizionale della zona nella mia personale interpretazione.”
È un vino di grande eleganza e complessità, con note di frutta esotica, frutta secca e candita, miele, per un sorso ricco e persistente. Accompagna la pasticceria secca, in particolare i dolci della tradizione veneta come la sbrisolona, le chiacchiere veneziane, i zaleti. Ma è ideale anche con i formaggi invecchiati e erborinati, con il fegato alla veneziana e con il foie gras.
In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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