La ripartenza tanto attesa e sospirata porta con sé un problema preoccupante. Il momento è delicato perché gli imprenditori del settore turistico non riescono a reperire personale.
I profili in forza al settore sono importanti per il servizio fornito ai clienti soprattutto in periodi di alta stagione.
Una delle principali ragioni consiste nel fatto che molti lavoratori che sono rimasti a casa hanno chiesto ed ottenuto il reddito di cittadinanza.
Preferiscono restare a casa e percepire il sussidio invece di rientrare al posto di lavoro. Bisogna dire però che ci sono datori di lavoro che sfruttano il momento delicato e propongono orari di lavoro estenuanti e salari irrisori.
A volte la paga oraria è inferiore a quella che percepiscono i lavoratori invisibili sfruttati dai caporali per la raccolta di pomodori o frutta.
Mi è capitato di leggere offerte di lavoro riferite a alberghi, bar e ristoranti davvero indecenti.
Solo in Emilia Romagna mancano oltre 7000 stagionali e il 36 % del personale nei locali, bar, ristoranti, pizzerie, osterie e alberghi.
E in agricoltura la situazione non è certamente migliore.
Si stima una mancanza di oltre 200.000 persone nei campi, nei frutteti e nelle vigne.
Molti lavoratori stranieri sono rientrati nelle loro nazioni di origine per sfuggire alla pandemia e non sono ancora tornati.
Altri vorrebbero rientrare ma non riescono a causa dei blocchi alla frontiera.
E ad aggravare la situazione si era aggiunta la scadenza il 30 Aprile dei permessi di soggiorno.
Ora tale data è stata posposta al 31 Luglio ma il problema persiste.
Per i lavoratori italiani ci sono anacronistici ostacoli burocratici tanto per cambiare. Non è stata prorogata al 2021 la possibilità di lavorare nelle campagne per chi percepisce ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza.
Ma dove è finita la tanto sbandierata semplificazione del governo dei migliori presieduto dall’inamidato premier?
La Commissione UE deve attivare immediatamente il Digital Green Pass – Permesso Digitale Verde per consentire la libera circolazione per lavoro nella UE.
La rinnovata percezione della centralità della agricoltura nella vita si scontra con la mancanza di lavoratori.
E senza chi raccoglie frutta, verdura, ortaggi ed uva gli alimenti fanno fatica ad arrivare sulle tavole.
In Francia i sindacati si stanno adoperando per far entrare i lavoratori dall’estero.
In Germania il governo ha autorizzato l’entrata di 80000 stagionali che provengono quasi tutti dall’Europa dell’Est.
Saranno pianificati e intensificati i controlli sanitari e per 14 giorni i lavoratori non potranno uscire dalle aziende.
Anche in Italia la maggior parte dei lavoratori e lavoratrici stagionali provengono dall’Est, soprattutto da Bielorussia, Bulgaria, Moldavia, Polonia, Romania ed Ucraina.
Si devono attuare immediatamente corridoi con i paesi di provenienza e attivare vouchers agricoli semplificati: sono le prime e immediate misure da attivare.
E regolarizzare i migranti attualmente in Italia senza permessi di soggiorno e di lavoro è un altro modo di avere lavoratori a disposizione.
In questo modo si contrasta efficacemente lo sfruttamento inumano attuato da parte dei caporali che agiscono per conto delle organizzazioni criminali.
Umberto Faedi
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