Due i Soave inseriti dall’autorevole testata americana nella rubrica che evidenzia i vini migliori per qualità e valore. Plasticità della Garganega e interpretazione del produttore i criteri d’analisi che emergono.
“I vini non devono essere complicati o costosi: bisogna sapere dove cercarli”.
Questo l’intento della rubrica “Top 100 values” di Wine Spectator, testata americana di riferimento per il mondo del vino, al cui interno, nell’ultimo numero, compaiono due Soave: il Soave Classico 2013 Montetondo, sezione rich wines e il Soave Classico 2013 Leonildo Pieropan, sezione light wines.
Una doppia presenza che evidenza la “plasticità” della Garganega, vitigno madre del Soave, e la forza dell’interpretazione da parte del produttore.
La sezione “light wines” infatti si propone di raccogliere al suo interno i vini ritenuti più freschi e sapidi, mentre nella sezione “rich wines” sono inseriti quei vini che pur ispirandosi ai classici (e costosi) vini di Borgogna presentano un prezzo decisamente più abbordabile.
“Un risultato particolarmente significativo – ha sottolineato Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio – perché non ci sono in questa top 100 molte altre referenze italiane. Queste segnalazioni testimoniano la bontà del lavoro che aziende e consorzio stanno facendo sul mercato statunitense”.
Brillano poi nella selezione mensile “Spectator Selection” altre sette referenze: Soave Classico Calvarino 2013, Leonildo Pieropan (91 punti); Soave Classico Vignero du Lot 2013, Inama (90 punti); Soave Classico La Rocca 2013, Leonildo Pieropan (90 punti); Soave Classico Vigneti di Foscarino 2013, Inama (89 punti); Soave Classico 2014, Leonildo Pieropan (88 punti); Soave Classico San Michele 2014, Ca’ Rugate (87 punti) e Soave Classico Vin Soave 2014, Inama (87 punti).
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