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Il Soave, un vino, il suo territorio

Una realtà vivace sia in termini economici sia in termini di identità produttiva; un sistema che nel 2012 ha prodotto e commercializzato nel mondo quasi 60 milioni di bottiglie per un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro, a conferma dello stato di ottima salute di cui gode la più antica Doc d’Italia.

Ritornare fra queste colline, inerpicarsi fra i vigneti di Garganega e Trebbiano, adagiati sulle rocce nere di basalto, in un contrasto cromatico senza eguali, percepire un patrimonio vitivinicolo così prezioso che strega i cultori del vino di qualità, è un’emozione che si rinnova.

 

Questo è il regno della Garganega, vitigno vigoroso a frutto bianco da cui nasce il Soave. La zona di produzione del primo vino italiano a essere riconosciuto come “tipico e pregiato”, si estende nella parte orientale della provincia di Verona, nei territori dei comuni di Soave, Monteforte, San Martino B.A., Lavagno, Mezzane, Caldiero, Colognola, Illasi, Cazzano di Tramigna, San Bonifacio, Roncà, Montecchia e S. Giovanni Ilarione.

 

Un’area a forte intensità viticola per una Doc unica che negli anni si è rafforzata e consolidata, puntando su una definita specificità produttiva e una coerenza espressiva, grazie ai produttori che con fatica e impegno hanno investito nella qualità e alla lungimiranza del Consorzio del Soave che ha sempre svolto un ruolo propulsivo nella costruzione del sistema Soave. Oggi questo territorio rappresenta una realtà vivace sia in termini economici sia in termini di identità produttiva che riesce a distribuire reddito e sicurezza alle imprese impegnate nella filiera.

 

“Pur caratterizzato – ha sottolineato Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – da aziende agricole piccole e polverizzate sul territorio, ha saputo con l’aggregazione e l’innovazione rimanere competitivo”. Ogni collina in cui si coltiva il Soave ha una sua peculiarità topografica e ambientale, un suo microclima che rende ciascun vino prodotto, diverso dall’altro, in una gran varietà di declinazioni, ciascuna con una personalità unica. E’ questa la magia del Soave e del suo territorio, dove l’omologazione imperante è bandita e i produttori sono impegnati in un’enologia più rispettosa della materia prima per rendere il vino sempre più aderente alle caratteristiche stilistiche del vitigno di provenienza.

 

Insomma, il sistema Soave negli anni è cresciuto, facendo registrare delle piccole e grandi rivoluzioni nelle imprese che in questo territorio operano, col mondo cooperativo che è stato protagonista di fenomeni aggregativi che hanno ridisegnato il mondo vitivinicolo non solo veronese. Sulla scia di questa continua crescita, il Consorzio del Soave ha lanciato un rivoluzionario metodo d’analisi per comunicare il vino in maniera diretta, privilegiando la percezione più che la nozione, puntando sull’indissolubile legame tra vino e territorio. E’ l’innovativo concetto di tridimensionalità nel vino, declinato in origine, stile, valore, attraverso una scheda di valutazione senza precedenti. Un nuovo passo avanti verso la valorizzazione del “vino verità”, ossia un prodotto che appartenga al territorio e che sappia esaltare il legame tra questo e i vitigni originali.

 

                                                                                    Piero Rotolo

                                                                               p.rotolo@egnews.it

 


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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