Ormai è di dominio pubblico e non possiamo ignorare la notizia che i NAS, su ordine della Procura di Udine, nei giorni scorsi hanno perquisito 17 aziende di Sauvignon del Collio e dei Colli orientali del Friuli, coinvolgendole in un’inchiesta, che secondo il codice penale si tradurrebbe nell’ipotesi di “reato di frode nell’esercizio del commercio” e “vendita di sostanze alimentari non genuine”.
Riferiamo quanto noto, tuttavia, senza fare alcun nome per rispetto della privacy delle persone e dello svolgimento dell’indagine, anche se sulla cronaca locale nomi e cognomi sono fatti tutti.
Secondo queste cronache, tutto inizia da una delazione, sembra di qualcuno dello stesso settore vitivinicolo, che si è deciso a parlare ora, pur da tempo a conoscenza di certi esperimenti chimici di un noto consulente bioclimatico friulano, il quale aveva stretto rapporti in lungo e in largo sul territorio, e pare anche un po’ più lontano.
Tale signore, definito nell’ambiente “genio della chimica”, nel suo laboratorio casalingo, con l’aiuto della consorte, aveva trovato un sistema per esaltare il sapore e il profumo dei vini, combinando lieviti ad altri ingredienti vinosi in un mix segreto che proponeva alle aziende locali per esaltare le prestazioni organolettiche di Sauvignon ed altri prodotti.
I Nas hanno solo fatto prelievi di campioni nelle varie cantine del Collio friulano e goriziano, tra le quali spiccano nomi sufficientemente noti, e siccome l’informazione stava per trapelare il Procuratore di Udine ha ritenuto mossa migliore anticipare i gossip ed annunciare d’ufficio il quanto.
Certo, bisogna attendere i risultati.
Tutto ciò scoppia proprio nell’anno del Concorso Mondiale del Sauvignon a Buttrio, viene bollato come “scandalo” a disonore di un’eccellenza del FVG, però non si può ignorare che già un anno e mezzo fa, nel maggio 2014, cogliendo mormorii sul web, la questione di alterazioni o forzature nella profumazione di certi vini era stata sollevata dall’assessore comunale alle politiche agricole di Sacile, un Comune del Pordenonese. Ma forse perché esponente di una certa parte politica invisa alla maggioranza di governo, questa ha ricevuto solo discredito, con la preoccupazione della Coldiretti che non venissero diffuse “illazioni”.
Erano i tempi in cui il Sauvignon Tiare aveva appena vinto a Bordeaux il titolo di miglior Sauvignon del mondo, e si potevano ventilare ‘secondi fini’ nella accusa. Invece, ora è emerso quello che da troppo tempo serpeggiava.
Tuttavia, viene fatto sapere dagli organi giudiziari che non si tratta di contraffazioni nocive alla salute dei consumatori, ma solo di violazioni del Disciplinare previsto per il Sauvignon.
Maura Sacher
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