Il Bergamotto protegge dal colesterolo cattivo e unito al succo di mela ancora meglio, lo rivela un nuovo studio dell’Università Tor Vergata di Roma, e subito l’abbinamento si è trasformato in spot e format on air sui media nazionali, per pubblicizzare il toccasana.
Lo straordinario potere del bergamotto calabrese unito alla mela della trentina Val di Non è una scoperta scientifica della Sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica dell’Università romana, dopo aver analizzato gli effetti del succo naturale di entrambi i frutti, e l’industria è partita proponendo varie forme di packaging per un fai da te ad effetto salutare.
Le proprietà benefiche del bergamotto, della famiglia degli agrumi, sono già conosciute dalla medicina popolare, e che il suo succo fosse efficace nel ridurre il colesterolo LDL, quello cattivo, è stato provato anche da uno studio dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, pubblicato sul Journal of Functional Foods del 1° febbraio 2014.
È, dunque, assodato che le proprietà salutari del succo sono dovute all’abbondante presenza di flavonoidi (polifenoli) sia nella polpa sia nell’albedo (la parte interna bianca) sia nel flavedo (la buccia).
Quale migliore occasione per approfondire la storia del Bergamotto, specialità tutta italiana, anzi, tipico esclusivamente di una zona del Sud d’Italia, che, abbondantemente utilizzato in profumiera e in cosmetica, prende sempre più piede in cucina come “tocco speciale” di sapore.
Il bergamotto è un albero alto tre-quattro metri, il frutto è grande poco più di un’arancia. Il nome deriva dal turco «beg armudi» (“pero del signore”), sulla cui genesi c’è controversia tra i botanici, o è specie a sé stante e autoctona o una mutazione genetica di specie agrumarie, quali limone, arancia o limetta, anche per innesti tra di loro. Alcune leggende fanno originare il bergamotto dalle Isole Canarie o dalla città di Berga in Spagna, altre fonti propendono per la Cina.
Come frutto in sé non era apprezzato per il sapore non gradevole al palato e ancora oggi non è messo in vendita al dettaglio ma adoperato solo per la trasformazione in essenza.
Tuttavia, una testimonianza sul suo uso alimentare risale all’aprile del 1536, come risulta dal «menu di magro» offerto all’imperatore Carlo V, di passaggio per Roma, ove viene presentato sotto forma di “confettato” o caramellato.
È, infine, attestato che la prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto inizia nel 1750, nel fondo di Rada dei Giunchi di Nicola Parisi lungo la costa reggina, mentre dopo un secolo avviene la prima industrializzazione dell’olio essenziale dalla buccia grazie all’invenzione di un macchinario per l’estrazione.
A tutt’oggi la zona di produzione, circa 1.500 ettari, è prevalentemente limitata alla costa ionica della provincia di Reggio Calabria, nota è la zona di Melito. Il Bergamotto è tutelato da un Consorzio e da Norme Regionali per “la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di bergamotto” in tutta la filiera (produttori, industriali e commercianti-esportatori).
A livello mondiale ogni anno si commercializzano circa tremila tonnellate di essenza ‘dichiarata’ di bergamotto, mentre l’essenza ‘genuina’ prodotta annualmente ammonta a non più di cento tonnellate.
Maura Sacher
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