
Il Vigneto Storico di Faedis: un luogo straordinario aperto per la prima volta al pubblico nelle Giornate FAI di Primavera!

Le Giornate FAI di Primavera, che hanno lo scopo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano, aprono le porte di luoghi straordinari solitamente inaccessibili o poco conosciuti al pubblico.
Nelle giornate FAI del Marzo scorso, in un’edizione speciale dedicata al 50° anniversario del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), tra le proposte in Friuli Venezia Giulia un’affascinante quanto inusuale visita nel Vigneto Storico di Faedis, una splendida testimonianza della tradizione vitivinicola friulana e un immenso patrimonio da conservare.
Si tratta di un evento eccezionale in quanto è la prima volta che in Friuli Venezia Giulia il FAI seleziona un vigneto come meta da visitare considerando diversi fattori, tra cui la loro importanza storica, artistica e culturale, nonché la loro capacità di raccontare la storia dell’Italia.
Il vigneto Storico di Faedis si trova in località Collevillano a Faedis e rappresenta uno spaccato della viticoltura friulana di quasi 130 anni fa che ha permesso il recupero del vitigno più rappresentativo del territorio: il Refosco di Faedis. Da una vite del Vigneto Storico infatti che nel 1988, i Vivai di Rauscedo e l’ERSA hanno selezionato e omologato il clone che individua il Refosco di Faedis.
Il vigneto, è sempre stato di proprietà della famiglia Zani, ed è stato piantato nel 1896 dai fratelli Eugenio e Cesare che piantarono le viti che tutt’ora sono produttive.
L’eredità è stata poi raccolta dai figli Giuseppe e Luigi.

Il vigneto è arrivato fino a noi nelle stesse condizioni originali grazie al lavoro e alla perseveranza di Elvio Zani, figlio di Giuseppe, che ha tramandato la passione a suo figlio Claudio e al nipote Niccolò.
L’Azienda Agricola Zani Elvio di Zani Claudio, situata a Faedis (Udine), è a conduzione familiare e si dedica alla produzione di vini, caratteristici della zona D.O.C. Colli Orientali del Friuli.
Oggi l’azienda è guidata magistralmente da Claudio, coadiuvato dalla moglie Lorella e dai figli Niccolò ed Aurora, sempre sotto l’occhio vigile di Elvio.
La zona è particolarmente vocata alla coltivazione della vite, grazie ai suoi terreni composti prevalentemente di marne e arenarie di origine eocenica, ed anche per la sua felice collocazione geografica.
Negli anni novanta è stata eseguita una completa ristrutturazione aziendale, con un ammodernamento dei vigneti e delle attrezzature a testimonianza del fatto che tradizione e innovazione sono le due facce della stessa medaglia.
Claudio Zani, che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere al Vinitaly 2025, mi racconta la storia di questo suggestivo vigneto di pianura, posizionato su un substrato alluvionale.
“Le trincee (fossai) per la messa a dimora delle viti sono state scavate a mano.

Le piante, allevate con il sistema a capovolto, risultano poste singolarmente lungo i filari: la struttura di sostegno è formata da pali di robinia e castagno, posti ad una distanza media di quattro metri, e da quattro fili metallici.
I pali di testata sono rinforzati saldamente con dei contropali pure lignei (in friulano fronton), in un incastro detto tap.
Le legature dei tralci delle viti vengono ancora effettuate con vimini, viene anche utilizzato il vecchio sistema di moltiplicazione per propaggine sotterrando un tralcio nel terreno, senza staccarlo dalla pianta madre, onde stimolare emissione di radici.
Nel vigneto storico le viti si allungano sul filare in multiformi contorsioni del fusto.
Questo perché in passato la vite veniva rispettata, seguita nel suo crescere per cui piuttosto che tagliarla il viticoltore la piegava, la torceva, la riportava a terra in modo da non offenderla con tagli importanti.
I quattro metri di distanza tra i filari erano funzionali all’uso, diffusissimo un tempo, di sfruttare queste ampie superfici nei vigneti per produzione di erba da destinare alla alimentazione zootecnica”.
Claudio affiancato dal figlio Niccolò aggiunge che “il vigneto presenta un’estensione di 5.000 metri quadri e all’interno vengono coltivati almeno 29 varietà diverse di vitigni alcune senza un nome preciso o esemplari unico e rari di varietà ormai estinte.
Questo esempio di “antica integrazione di culture” e la grande varietà di vitigni possono essere spiegati dal fatto che un tempo gli emigranti locali facendo ritorno al paese di origine portavano con se i vitigni tipici dei luoghi dove erano andati a cercare miglior sorte e li piantavano.
I vitigni presenti nel vigneto sono: Refosco di Faedis, Merlot, Verduzzo Giallo, Verduzzo Verde, Carmenere e Tocal come varietà di base e viti sparse di Refosco dal Peduncolo Rosso, Refoscone o Barzamino, Fránconia, Isabella Nera, Courbeaux Noir, Vinoso Nero, Cabernet Sauvignon, Nigrut, Picolit Nero, Spaccabotti, Ribolla Gialla, Aghedene, Siora, Picolit Bianco, cui si aggiungono alcuni vitigni anonimi che altrove sono scomparsi”.
Con grande entusiasmo il figlio Niccolò aggiunge: “Produciamo undici qualità differenti di vini. Sei qualità di vino rosso: Refosco di Faedis Riserva, Refosco di Faedis, Cabernete Franc, Merlot, Lis Spilis, Rosato, e cinque di vino bianco: Friulano, Chardonnay, Verduzzo Friulano, Spumante Niccolo, Liende d’Aur (un accattivante vino dolce frutto di un blend tra il Picolit e il Verduzzo Giallo”.
Un vigneto destinato ad essere un punto di riferimento anche nel progetto “Old Vine Conference”, un’organizzazione no profit fondata a Londra nel 2021 da Masters of Wines come Sarah Abbott e Alun Griffiths insieme a personalità di spicco del mondo vitivinicolo, con lo scopo di raggruppare in una rete globale tutti i produttori che lavorano sulle vecchie vigne, valorizzare questo patrimonio unico e creare una nuova categoria di vini, come ci raccontano Claudio e Niccolò.
L’iscrizione alla Old Vine Conference è un modo efficace per salvaguardare il patrimonio globale delle vecchie viti e il suo inestimabile valore ecologico e culturale.
In cambio, i membri sono in grado di presentare i loro vini e progetti al nostro pubblico influente e singolarmente coinvolto attraverso l’esposizione alle conferenze, l’inclusione nei media e nelle degustazioni ed eventi.
Il piacevolissimo incontro con la Famiglia Zani culmina e si conclude nella degustazione che si apre con il “Refosco di Faedis Doc Friuli Colli Orientali Etichetta Bianca 2022”, prodotto con uve Refosco di Faedis in purezza.
La raccolta viene effettuata a perfetta maturazione e rigorosamente a mano alla fine di settembre primi di ottobre nel rispetto della tradizione.
La fermentazione avviene in contenitori di vetroresina a contatto con le bucce per un periodo che va dai 6 ai 8 giorni, con diversi rimontaggi per favorire il passaggio del colore e dei tannini al mosto in fermentazione.
Il vino ottenuto viene lasciato riposare per 8 mesi in acciaio prima di essere imbottigliato e dopo 4 mesi è pronto per la commercializzazione.
Nel calice un vivace colore rosso rubino di grande intensità con riflessi violacei.
Al naso è intenso ed esprime un caratteristico profumo vinoso incentrato su note fruttate di sottobosco come mora selvatica e lampone con una nota speziata di pepe nero.
Al palato il sorso è secco, schietto e caldo per la sua elevata componente alcolica, con una bella vena acida sostenuta da una grande parte sapida e leggermente tannico.
Il finale è incentrato su una elegante e delicata nota amarognola di mandorla fresca.
Un vino dal grande carattere con una bella struttura e una lunga persistenza con un grande potenziale di invecchiamento.
Si esprime al meglio ad una temperatura di servizio attorno ai 18°-20° C e l’abbinamento ideale è con le carni alla griglia, arrosti e con la selvaggina come cinghiale e cervo.
Con la consapevolezza e la passione di chi ama e valorizza il proprio territorio, si prosegue con il Refosco di Faedis Doc Friuli Colli Orientali Riserva 2019 prodotto anch’esso con uve Refosco di Faedis in purezza raccolte rigorosamente a mano alla fine di settembre primi di ottobre.
La fermentazione avviene a contatto con le bucce per un periodo di 10-12 giorni in contenitori vetro resina con svariati rimontaggi.
Il vino riposa per almeno 24 mesi in botte grande, una scelta enologica che nasce da un’idea di esaltare le peculiarità del vitigno di partenza senza disperdere il bagaglio olfattivo originale.
A questo punto il vino viene imbottigliato nelle bottiglie e lasciato maturare per almeno altri 6 mesi, prima di essere commercializzato.
Il calice si veste di un luminoso colore rosso rubino intenso e quasi impenetrabile con lievi riflessi violacei.
Il bouquet olfattivo è intenso e complesso e si apre su eleganti sensazioni floreali di viola e rosa canina seguite da intense note fruttate di mora di rovo e piccoli frutti di bosco come ribes e lamponi con un lieve rimando balsamico.
Un cenno speziato di pepe nero e tabacco impreziosisce il corredo aromatico.
Al gusto il sorso si rivela secco, diretto con la sua componente alcolica che scalda il palato, con la splendida vena acida sostenuta da una grande parte sapida e il suo corredo tannico che non tradisce le aspettative ma che si integra bene alla struttura del vino.
Un finale incentrato su note di frutti di bosco e un leggero cenno speziato con una lunghissima persistenza.
Anche per la riserva si intravede il grande potenziale di invecchiamento.Servito ad una temperatura di servizio attorno ai 18°-20° C si abbina ai primi piatti elaborati con sughi di selvaggina, carni alla griglia, selvaggina e formaggi di media stagionatura.
Grazie all’impegno di un gruppo di viticoltori locali come la Famiglia Zani, il Refosco di Faedis ha riconquistato quella importanza che per alcuni anni aveva perso.
L’Azienda Agricola Zani Elvio di Zani Claudio insieme alle altre aziende dell’Associazione Volontaria tra i Viticoltori del Refosco di Faedis, è stata promotrice di un lungo percorso di qualificazione che ha permesso di studiare e rendere operativo un disciplinare unico per la produzione del vino Refosco di Faedis, in modo da tutelarne qualità e sapori.
Tra l’altro si può notare che prima del 2011 l’etichetta della bottiglia non poteva riportare il nome Refosco di Faedis e non era ancora riconosciuto dalla DOC.
Il vigneto Storico di Collevillano, grazie al prezioso e minuzioso lavoro della Famiglia Zani, è una preziosa testimonianza che ci aiuta a comprendere come si lavorava un tempo in vigna, ci fa capire la cultura e la storia agricola locale, e l’energia e la passione che richiedeva la nostra viticoltura del passato, una ricchezza unica e un patrimonio da conservare per la sua biodiversità.
In chiusura un ringraziamento particolare alla Famiglia Zani che mi ha accolto e mi ha trasmesso la loro grande passione e il loro immenso rispetto per il territorio che tutelano e custodiscono da oltre 130 anni, e all’Associazione G.R.A.S.P.O., che svolge il grande e prezioso lavoro di sostenere e promuovere l’identità dei vitigni rari e antichi, della loro storia e dei diversi sistemi di coltivazione.
Walter Gaetani
Di Walter Gaetani
Claudio e Niccolò Zani ricevono a Vinitaly l’attestato di Custodi di GRASPO
Azienda Agricola Zani Elvio
di Zani Claudio
Via Cividale, 3
33040 FAEDIS (UD)
Tel. 0432 728647
E-mail: info@vinizani.it
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri