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Fasoli Gino, 100 anni di amore per la natura

Un evento memorabile al Teatro Ristori, in occasione di Vinitaly, per celebrare i 100 anni della cantina Fasoli Gino

Fasoli Gino, la storica cantina di Colognola ai Colli compie 100 anni e questo importante traguardo è stato celebrato con un evento memorabile in occasione di Vinitaly.

Un grande evento al Teatro Ristori per Fasoli Gino

È stata una serata suggestiva quella organizzata al Teatro Ristori per festeggiare i 100 anni di storia dal titolo Vite Fasoli Ginoper il vino. In una atmosfera quasi surreale, circondati dagli spalti del teatro ottocentesco dedicato ad una delle attrici più importanti dell’800, Adelaide Ristori a Verona, sono state ripercorse le tappe principali dell’azienda attraverso la voce narrante dei titolari e del personaggio Giacomo Casanova, cittadino della Repubblica Serenissima che ne ha ricordato i fasti ripercorrendo le tappe dei cento anni della Fasoli Gino gestita per la terza e quarta generazione da Natalino Fasoli e dal figlio Matteo, raccontandone i Crù e trasmettendo la propria passione per la terra.

Colognola ai Colli e la Val d’Illasi

Una zona poco conosciuta ma ricca di storia e testimonianze del passato. Pievi, chiese rurali ed itinerari naturalistici sulle colline dove le vigne di Fasoli crescono rigogliose. La zona è decisamente vocata al vino con numerose cantine che producono eccellenze locali.

La scelta biologica e biodinamica

Biologici da quasi cinquant’anni, la scelta di Cantine Fasoli Gino è nata da un’esigenza. Ci racconta il suo patron Natalino Fasoli: «In principio fu un’allergia agli agenti chimici. Da lì inaugurammo un nuovo percorso che tuttora ci detta il cammino. Perché quando il passato ti dà etica, non è più passato ma è futuro».  Anche per il figlio Matteo questa scelta sostenibile è stata determinante:  «Nel 1986 nessuno sapeva cosa fosse il biologico, si trattava di una vera rivoluzione e inizialmente succedeva anche d’essere derisi». Una sorta di prima pietra di un percorso di sostenibilità che nel tempo si è confermata una scelta vincente. Un percorso lungo, inizialmente anche complicato, «almeno finché non abbiamo conosciuto i primi distributori svizzeri e tedeschi, che ci hanno permesso di proporre con forza quel prodotto frutto di un cambio di mentalità: un prodotto, il vino biologico, che dimostra come il territorio, una volta valorizzato, ti permetta di realizzare cose incredibili»

Oltre il biologico

 Nel 2026 l’azienda festeggerà anche i vent’anni di procedure biodinamiche con la semina di erbaggi scelti, utili ad arricchire il terreno e la piantumazione di alberi per la biodiversità: «Vogliamo avere una visione che non è solo produttività», spiegano ancora Natalino e Matteo Fasoli. In questa visione rientrano i progetti della vigna Tasi e Tenuta Le Cave, dove una decina d’anni sono stati rigenerati terreni un tempo adibiti a cava di marna per farli rinascere come ecosistema: un’area dove «l’attività improntata su vini naturali, olio e spezie contribuisce a mantenere dieci ettari di bosco e la biodiversità che vi dimora»

Fasoli Gino
Natalino Fasoli con il figlio Matteo

La Cantina Fasoli Gino oggi

Fasoli GinoTutti i terreni coltivati sono nella provincia di Verona, dislocati tra la Val d’Illasi e la zona del Lago di Garda con una gamma vini che va dai classici rossi veronesi come Amarone, Ripasso o Bardolino per arrivare al Chiaretto, al Soave e non poteva mancare il Metodo Classico.

Dal 2026 poi, dovrebbe esserci il primo raccolto legato ai vini Piwi, i vitigni innovativi resistenti a molte malattie fungine. L’azienda ha dedicato quattro ettari a queste nuove varietà che «permettono di abbattere i consumi di rame, già per altro in quantità medio-bassa nei nostri vitigni, e di risparmiare sul consumo di gasolio, grazie al numero di interventi che cala di tre volte». Secondo Natalino Fasoli, «potrebbe trattarsi di una novità importante per il biologico poiché tutto si basa su una selezione da semi, senza organismi Ogm coinvolti». I vini Piwi, insomma, «sono destinati a entrare sul mercato come vini da tavola ma dotati di una propria identità». Parliamo di «vini dal minor impatto ambientale, che se lavorati bene potranno essere comparati agli altri, che si tratti di bianchi o di rossi»

Il vino dei cento anni

Per festeggiare alla grande questo importante compleanno, la famiglia Fasoli ha ideato un’edizione limitata realizzata con un assemblaggio di vini da varie annate e vari vigneti. Un grande rosso, nato dall’incontro tra Corvina, Corvinone, Merlot, Pinot Nero e Cabernet Sauvignon. Un assemblaggio unico con vini provenienti da suoli argillosi, calcarei e sassosi le cui viti sono state coltivate secondo i metodi della pergola corta veronese e del Guyot. Ogni varietà affina separatamente in botti di rovere per un lungo periodo, tra i 36 e i 48 mesi, per poi unirsi in un equilibrio armonico di forza e profondità con gradazione alcolica di 17%. Un vino unico ancora in fase di elevazione ma che sarà presto disponibile al pubblico. 

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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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