Vinitaly con G.R.A.S.P.O.

Da Verona a Catania passando per il Friuli

Da Verona a Catania passando per il Friuli Tutto esaurito per il debutto di G.R.A.S.P.O. al Vinitaly

Vinitaly primo giorno…

Da Verona a Catania passando per il Friuli

Tutto esaurito per il debutto di G.R.A.S.P.O. al Vinitaly

Una prima giornata a tutta Biodiversità per GRASPO, l’associazione che si occupa del recupero dei vitigni rari su tutto il territorio nazionale, con una serie di eventi molto serrati spaziando su tutta la fiera.

Partendo naturalmente dall’area dedicato a GRASPO al PAD.8 A8 dal Merano Wine Festival nell’ambito del progetto Amphora Revolution, nato dalla collaborazione tra Merano WineFestival e Vinitaly, con un’area dedicata alle eccellenze italiane della vinificazione in anfora e dei custodi dei vitigni rari .

Protagoniste allo stand sono tre aziende aderenti all’associazione G.R.A.S.P.O.: Sacramundi, custode della Durella e dei vitigni perduti della Lessinia; In Sordina Mancassola impegnata nel recupero dei vitigni “gioiello” dei Colli Berici; e Bulfon, simbolo del Friuli grazie alla salvaguardia di varietà come Sciaglìn e Cividin.

Mezzogiorno di fuoco per GRASPO allo stand di Tenuta S.Antonio in Galleria Hall 2-3 per la presentazione in anteprima del quinto libro di GRASPO dedicato ai Vitigni rari di Verona tra identità, clima ed appassimento.

Presenti alcuni degli autori come Ermanno Murari e Mario Pezzotti che hanno sottolineato perchè  le viti vecchie e l’originale patrimonio ampelografico di ogni territorio possa rappresentare un esempio di successo in termini di resilienza e adattabilità ai cambiamenti dell’ambiente circostante  contribuendo  alla conservazione dei paesaggi viticoli tradizionali e storici e preservando una identità genetica che può tornare molto utile in un contesto climatico in forte evoluzione.

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi hanno invece evidenziato che la biodiversità viticola è una risorsa importante per il futuro della viticoltura, sia in chiave di cambiamento climatico che per una migliore e più dinamica comunicazione delle singole identità territoriali in tutta Italia.

Ma a Vinitaly il passaggio dalle pagine ai calici è sempre molto breve.

Si chiamano  Brepona, Ottavia, Saccola Bianca, Leonicena, Rossa Burgan, Pontedara, Quaiara, Liseiret, quasi tutti ritrovati in areali estremi dove non si pensava potessero esistere e tutti con caratteristiche espressive assolutamente intriganti ed originali.

Se la Brepona per oltre 100 anni si era nascosta tra le vecchie vigne di Garganega nel veronese oggi ritrovata e vinificata in purezza si dimostra un bianco moderno e vivace caratterizzato da sapidità e salinità, la Saccola Bianca e l’Ottavia individuate in Alta Lessinia  hanno  invece un profilo tagliente con un patrimonio acidico che può rinfrescare qualsiasi base spumante.

 La Leonicena oltre che la capacità di conservare freschezza ed acidità nelle stagioni più calde anche in areali di pianura sta dimostrando un’interessante resilienza alla flavescenza dorata, che dire poi della Rossa Burgan geneticamente originata da un incrocio naturale di Cavrara con Garganega che sembra non aver bisogno di alcun trattamento, con ciclo vegetativo molto lungo e capace di donarci un rosso, forse un po scarico di colore, ma con un gusto intrigante ed originale.

Se invece cerchiamo il colore e la rusticità ecco la Pontedara anch’essa figlia della Lessinia in grado di sorprendere per complessità e potenza e di esaltarsi con lunghi affinamenti.

Anche se non completamente sconosciuti meritano molta attenzione la Quaiara, recentemente iscritta da Graspo nel Registro del Ministero, che non solo può dare un vino rosso speziato e moderno ma ha una grande responsabilità genetica essendo il genitore di vitigni molto conosciuti come la Glera e la Molinara, ed il Liseiret o Gouais Blanc ritrovato stranamente in Lessinia dove si esprime con acidità importanti che conserva bene anche coltivato in areali più pianeggianti, a cosa potrebbe servire ce lo conferma il suo valore genetico avendo contribuito in migliaia di anni a generare tantissimi vitigni oggi molto noti come lo Chardonnay, Gamay e Riesling Renano.

Tutti vitigni che insieme concorrono a riscrivere ed ampliare l’identità ampelografica della provincia di Verona. 

Da Verona a Catania, un legame celebrato allo stand di AGRIBI PAD.F area G6 per presentare il progetto RITORNO dedicato ai vitigni gioiello dell’Etna insieme con Elisabetta Nicolosi dell’Università di Catania ed il sindaco di Milo Alfio Cosentino e Carlo Zucchetti. Un’occasione anche per illustrare tutte la novità della VINIMILO la manifestazione che da oltre 45 anni è il punto di riferimento sull’isola per temi e vitalità dai Vini dei Vulcani alla valorizzazione dei Vitigni rari.

Ma se allo stand di Graspo il Friuli è ben rappresentato con l’azienda Bulfon al Friuli ritorniamo per l’ultimo appuntamento di questo primo intenso giorno di Vinitaly.

Al Pad 6 B5 i Vivai Cooperativi di Rauscedo raccontano da sempre di vitigni, di portainnesti e di territori.. temi da sempre cari a GRASPO.

Abbiamo qui  ricostruito l’evoluzione della viticoltura veronese dal punto di vista produttivo ed ampelografico non solo riportando le più interessanti testimonianze bibliografiche ma sottolineando l’originalità di questo percorso con le testimonianze di due agronomi, come Enzo Corazzina ed Ermanno Murari, che hanno seguito direttamente questa trasformazione nel territorio veronese.

In questo percorso di conoscenza emerge con forza che Verona ha una sua specifica identità ampelografica.

Così accanto ai vitigni Veronesi storici più noti come Garganega, Corvina Rondinella, Cortese e Durella possiamo oggi considerare Oseleta, Forselina, Denela, Spigamonti, Elmo,  Dindarella, Simesara ed altri come vitigni identitari da ascrivere al patrimonio ampelografico di questa provincia.

Vitigni dal passato per un nuovo futuro.


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