
Dalla California al Canada, passando dalla Sardegna.

Le storie di Elisa Gozzi e di Marco Demuru
Se le fiere e le manifestazioni del vino sono occasioni straordinarie per mettere in diretto collegamento persone, vitigni e territori, quella di Elisa e Marco, incontrati in occasione della recente Slow Wine è stata per noi di GRASPO una delle storie più interessanti e che meritava di essere approfondita.

Siamo nello stand della Sardegna dall’azienda Marco Demuro che conosciamo come vignaiolo eroico del Mandrolisai, una denominazione dove sono le tradizionali storiche viti di Muristellu (o Bovale sardo), di Cannonau, di Monica e di Pascale coltivate ad alberello, e la localizzazione di questo suggestivo comprensorio viticolo a definirne l’identità, la bellezza e l’unicità.
Ma al suo posto, con sorpresa, troviamo una sorridente e motivata Elisa Gozzi nata a Cento, diplomata WSET e reduce da esperienze nel mondo del vino maturate soprattutto in California.

“L’edizione 2025 di Slow Wine è stata la mia prima fiera del vino, sembra quasi scusarsi Elisa, e sono profondamente grata alla cantina Demuru per avermi accolta e avermi dato l’opportunità di fare questa esperienza.
Ma facciamo un passo indietro: la mia passione per il vino nasce in Italia, ma il mio percorso professionale nel settore è iniziato all’estero, nel 2022, quando ho trascorso un anno lavorando in una cantina nella Napa Valley, in California, una delle regioni vinicole più rinomate degli Stati Uniti.
Durante quel periodo, ho imparato moltissimo sulla vinificazione e sul territorio, comprendendo quanto sia fondamentale preservare e valorizzare questi patrimoni.
Dalla California al Canada mio ritorno in Italia, ho avuto il piacere di entrare in contatto con Marco Demuru.

Marco mi ha accolta con grande entusiasmo, continua Elisa, e mi ha subito trasmesso la sua passione per la storia vitivinicola di Meana Sardo.
La passione è, infatti, la chiave del suo approccio al lavoro, come sottolinea il suo sito, che cita il “coraggio di avere passione”.
Questo spirito si riflette nel suo impegno quotidiano nella cura dei suoi preziosi vigneti.

I vigneti Demuru sono speciali infatti perché sono definiti “vigneti eroici” per la loro posizione a 700 metri di altitudine, una scelta che rende difficile la coltivazione ma che contribuisce a un prodotto unico”.
Fa quasi finta di non ascoltare Marco Demuru che intanto è tornato allo stand preoccupato dalla piccola ressa causata da GRASPO.

“Si faccio vini eroici a Meana Sardo, spiega Marco, un piccolo centro rurale al limite sud-occidentale della provincia di Nuoro, tra la regione storica del Mandrolisai, con cui conserva stretti legami storico-culturali ed una prestigiosa denominazione, e quella della Barbagia di Belvì.
Meana deve questo nome, di origine latina, alla su posizione mediana sulla via romana che congiungeva Cagliari ad Olbia”.
Marco Demuru è un produttore storico di questa terra, è stato per anni sindaco del paese e protagonista dell’inserimento di questo suggestivo sito nel Registro Nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico.
Un territorio che è rimasto eccezionalmente integro nel corso dei secoli, valorizzato da un paesaggio che è sostanzialmente rimasto invariato e con un bassissimo livello di antropissazione.
Da questo punto di vista, l’isolamento geografico del comune di Meana Sardo ha preservato tutti i suoi valori paesaggistici.

“Al tempo stesso continua Marco” lo spopolamento anche da noi rappresenta il principale fattore di vulnerabilità unitamente alla pressante richiesta di convertire lo storico sistema di allevamento ad alberello verso forme più facili da coltivare e più produttive.
L’elevata altimetria inoltre e l’origine metamorfica dei suoli condizionano la vegetazione che vede prevalere la quercia di Sardegna ed il leccio favoriti dai suoli metamorfici a fronte dei sughereti dei vicini suoli granitici”.
Se l’agricoltura eroica, comprende un insieme di tecniche virtuose per la coltivazione della vite in condizioni particolarmente difficoltose o su terreni di difficile gestione per altitudine, clima e morfologia, l’elemento chiave sta nel viticoltore, nell’impegno profuso per preservare il proprio appezzamento di terreno con operazioni che richiedono una costanza e una fatica tali, che fino ad oggi non consentono di ricevere una remunerazione adeguata, ma al massimo il riconoscimento onorifico di eroe.
I vini di Marco che ci presenta Elisa sono di grande struttura votati alla longevità ma caratterizzati da profumi intensi che richiamano le essenze speziate dell’alta montagna.
Demuru produce cinque etichette che rappresentano un’autentica espressione del territorio sardo: Lughès (Vermentino), Roseu (rosato Mandrolisai), Crekòs (Cannonau in purezza), Trese (blend Mandrolisai di Bovale Sardo, Cannonau e Monica) e infine Corazosu, 100% Bovale, il cui nome rimanda ancora una volta alla tenacia della terra e della cantina Demuru.
Una esperienza di degustazione molto intrigante parlando dei tanti vitigni perduti della Sardegna e di come trasmettere ai giovani le tradizioni di quelle tecniche agricole necessarie per il mantenimento della cura del territorio in zone così impervie.
Salutiamo Marco con la promessa di ritrovarci nella sua nuova cantina a Meana Sardo mentre salutiamo Elisa in partenza per una nuova esperienza professionale questa volta in..Canada.
Il viaggio, per tutti, continua…
di Elisa Gozzi e di Marco Demuru
foto di Aldo Lorenzoni e Gianmarco Guarise
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Cantina Demuru Marco
Via Leonardo da Vinci, 17, 08030 Meana Sardo NU
Cell- 39 329 754 9141
Mail- info@cantinademuru.it
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