Tribuna

Un Sangiovese da Ricordare: Nonno Rico 2010, un Tesoro Nascosto

Un Sangiovese da Ricordare: Nonno Rico 2010, un Tesoro Nascosto A volte, la cantina riserva sorprese inaspettate.

Un Sangiovese da Ricordare: Nonno Rico 2010, un Tesoro Nascosto

A volte, la cantina riserva sorprese inaspettate. Tra le bottiglie più pregiate e quelle dimenticate in un angolo, può capitare di scovare un vero gioiello.

Ieri, dopo una giornata intensa tra ospedale e analisi, avevo bisogno di un momento di conforto, un calice di vino che potesse lenire le fatiche.

La cena, semplice e casalinga – polpette e verdure cotte – non richiedeva un vino blasonato, ma la mia curiosità mi ha spinto a esplorare la cantina.

Ed ecco che, in un angolo polveroso, ho trovato una bottiglia di Poderi Morini, il Nonno Rico Sangiovese Riserva 2010.

L’apertura è stata un presagio: il primo bicchiere, crepato, si è infranto, versando via un prezioso sorso.
“Cominciamo bene”, ho pensato, ma la mia determinazione non si è spenta.
Finalmente a tavola, con un nuovo calice, ho potuto ammirare il colore di questo Sangiovese: un rosso rubino intenso, con riflessi leggermente aranciati, segno di una maturazione sapiente.
Al naso, un bouquet di frutta estiva, un invito irresistibile.

Il Sangiovese, si sa, è un vitigno longevo, ma spesso in Romagna lo gustiamo giovane, per apprezzarne la freschezza primaverile. Questo Nonno Rico 2010, invece, era un vino maturo, che si è sposato alla perfezione con la semplicità del mio piatto.
La sua pulizia in bocca, l’aroma avvolgente, hanno esaltato i sapori della tradizione, senza sovrastarli.

Un solo bicchiere è bastato per appagarmi, per cancellare la stanchezza della giornata. Non ho sentito il bisogno di altro, né di dolci, né di altre prelibatezze.
Mi sono alzato da tavola con il palato inebriato da questo Sangiovese memorabile. E ora, con la mezza bottiglia rimasta, sono pronto a concedermi un altro momento di puro piacere.


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