I Viaggi di Graspo

Quando vini buoni giusti e puliti, fanno rima con vitigni rari e chi li ha custoditi

Quando vini buoni giusti e puliti, fanno rima con vitigni rari e chi li ha custoditi

Quando vini buoni giusti e puliti, fanno rima con vitigni rari e chi li ha custoditi

da sx Aldo Lorenzoni con Giancarlo Guariglio

Tre giorni intensi  con 1200 aziende presenti, oltre 300 buyer selezionati anche grazie alla collaborazione con Italian Trade Agency (ICE) e alla piattaforma B2Match, che ha permesso ai professionisti di profilare in maniera dettagliata le aziende e le etichette corrispondenti ai loro interessi e più di 15.000 ingressi, con una crescita di almeno il 20% rispetto allo scorso anno. 

da sx Aldo Lorenzoni, Maria Grazia Mammuccini Presidente di FederBio e Daniele Dal Cerè

Sono i numeri forti di una manifestazione in salute espressione del Manifesto del vino buono, pulito e giusto  creata da Slow Food con il supporto di Bologna Fiere. 

Questa la foto che ci fa un sorridente Giancarlo Gariglio curatore della Guida Vini di Slow Food della recente Slow Wine Fair andata in scena a Bologna insieme con SANA. 

Antonella Bampa

Un’occasione unica per G.R.A.S.P.O. (Gruppo di Ricerca Ampelografica per la salvaguardia e la Preservazione dell’Originalità viticola) di attraversare tutta l’Italia in poche ore per approfondire con vignaioli e custodi lo stato di salute dei tanti vitigni rari che costituiscono il nostro prezioso patrimonio ampelografico. 

Bertani, Tenuta Santa Maria

Un itinerario curioso e gustoso che questa volta parte dall’Umbria e dalle Viti Vicciute custodite nel Castello di Montegiove in comune di Montegabbione da Lorenzo Misciatelli. 

La produzione vinicola della tenuta, che oggi conta su 14 ettari, risale ai tempi degli etruschi. La selezione dei siti su cui piantare i vigneti è sempre stata molto accurata.

 Il Castello di Montegiove ricade infatti geograficamente nella zona di produzione dell’Orvieto, denominazione a prevalente matrice vulcanica nota per il vino bianco, ma qui spiega Lorenzo, siamo su una falda geologicamente simile a quella che si trova a Siena con suoli molto diversi caratterizzati da argilla e calcare ideali per vini rossi importanti.

Quando vini buoni giusti e puliti, fanno rima con vitigni rari

da sx Aldo Lorenzoni,Lorenzo Misciatelli e Daniele Dal Cerè

Suoli variegati, altitudini che vanno dai 380 ai 620 metri sul mare e diverse esposizioni  permettono di allocare ogni singola varietà là dove possa trovare microclima ed esposizione ideale per esprimersi al meglio. 

Anche il campo collezione delle “Viti Vicciute” ha goduto di questo privilegio essendo stato messo a dimora in una posizione panoramica di grande suggestione. 

da sx Daniele Dal Cerè, Elisa Gozzi, Marco Demuru e Aldo Lorenzoni

Come di grande suggestione sono i Colli Euganei in provincia di Padova che raccontati dal naturalista e grossista Toni Mazzetti sono ..un profilo audace di coni e cupole che s’intersecano sull’orizzonte della pianura che dal Po corre alle montagne e alle lagune, masse vulcaniche armoniose e ardite, insolenti quasi, lavorate da trenta milioni di anni di erosione selettiva. I colli Euganei sono un paesaggio essenziale, arcaico, un totem di potenza tellurica. 

Ogni colle è opera unica e dove la terra si alza felice in monte, il riscaldamento solare muta secondo la pendenza e l’esposizione dei versanti, generando microclimi diversi e contrastanti passando in spazi brevi da condizioni mediterranee ad aspetti che richiamano i parametri climatici montani.

da sx Elisa di Redalmo Wines, Silvia Gardina di Quota 101, Azienda Prà Graziano con Cristina Rugolotto e Aldo Lorenzoni

Dorona, Pedevenda, Pinella, Doretta, Corbina, Pattaresca, Turchetta, Cavarara, Marzemina bianca e Vernazola sono solo alcune delle antiche varietà di questo territorio che abbiamo conosciuto e degustato a Slow Wine Fair insieme alle aziende custodi dei Colli: Cà Lustra, Vigna Roda, Quota 101, ed il Filò delle Vigne. 

E se vulcano chiama vulcano e calice chiama calice eccoci sulle colline del Soave per un assaggio dell’originale Trebbiano di Soave di Vicentini e del Marselan di Redalmo, per poi abbracciare la Valpolicella e le sue interpretazioni in purezza della Corvina e della Molinara proposte da Tenuta Sant’Antonio della famiglia Castagnedi, Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani, Talestri e Speri. 

Quando vini buoni giusti e puliti, fanno rima con vitigni rari

Ermes Rusticali Tenuta dell’Uccellina

Una occasione unica per conoscere tutti i nuovi progetti di Slow food Verona dai presidi alla valorizzazione del Recioto della Valpolicella con la storica guida dell’associazione Antonella Bampa, il nuovo presidente Roberto Covallero e Corinna Gianesini che segue la guida Slow di questa regione. 

Un’altra regione che però abbiamo da sempre nel cuore è la Sardegna ed in particolare i paesi di Atzara e Meana che si trovano  proprio nel cuore esatto della Sardegna ed anche del Mandrolisai, una delle denominazioni forse meno note ma tra le più suggestive ed identitarie di tutta l’isola.

 È un territorio dalla forte identità paesaggistica che abbraccia sei piccoli comuni in provincia di Nuoro che sono con Atzara, Ortueri, Sorgono, Tonara, Desulo e Meana oltre a Samugheo in provincia di Oristano.

Montelio, delle sorelle Brazzola

Qui troviamo  Antonio Marras di Cantina Fradiles, Sebastiano Etzo, Marco Demuru e la sommelier Elisa Gozzi per parlare di identità paesaggistica, di famiglie, di emigrazione, di fatica, di comunità, di storicità produttiva, di agricoltura conservativa, di vini, di vitigni e di specialità gastronomiche insomma una immersione completa nell’anima di questa Sardegna verace in grado di stupire per idee e dinamismo. 

 Idee e dinamismo che ritroviamo anche in Emilia Romagna a Tenuta dell’Uccellina azienda di Brisighella dove accanto a Longanesi, Centesimino e Lanzesa Alberto ed Ermes Rusticali hanno inserito un vitigno rarissimo come il Pelagos Nero. 

Siamo con Gianni di Vigna Roda

Si tratta, spiega Alberto, di un vitigno originario di Bagnacavallo dove in un vigneto relitto sono state recuperate e messe in sicurezza le prime piante e valorizzate fino all’iscrizione nel registro del ministero. 

Nel suo nome troviamo poi il suo indomito carattere perchè Pelagos qui significa che pela la gola per la sua importante forza acida e proprio per governarla al meglio stiamo interpretando questa sua esuberante freschezza sia con lunghi affinamenti che con la spumantizzazione in blanc de noir metodo classico con lunga permanenza sui lieviti. 

Uno sguardo verso ovest a Codevilla, nel cuore dell’Oltrepò Pavese dove si trova l’Azienda Agricola Montelio, una realtà che affonda le sue radici in un passato ricco di storia e tradizione scopritori e custodi del vitigno Cassina un percorso di salvaguardia e recupero che ritroviamo con Walter Massa ed il suo Timorasso ed anche all’azienda Ca du Ferrà di Bonassola nella Liguria di levante, dove Davide Zoppi ha deciso di investire per la salvaguardia ed il recupero del Ruzzese.  

Davide ci racconta che l’area di coltivazione del Ruzzese oggi è nella zona della Spezia e, più in generale, dell’estremo levante ligure.

Tiziano Castagnedi

La sua diffusione è ancora molto limitata probabilmente a causa della grande fortuna incontrata dal Vermentino, decisamente più produttivo, ma anche la difficoltà di reperire sul territorio microclimi idonei alla resistenza del vitigno molto sensibile a umidità e freddo.

E se tante nuove sfide per i produttori Slow arrivano dai cambiamenti climatici ci fermiamo per una riflessione conclusiva con Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio ma anche custode con il marito Roberto Giulio Droandi a Mercatale Valdarno di 43 diverse varietà nella collezione del CREA di Arezzo guidato da Paolo Storchi, e se Barsaglina, Pugnitello e Foglia Tonda nel tempo sono uscite dalla fase sperimentale per costituire oggi i vini più identitari di questa azienda, Roberto e Maria Grazia stanno riservando attenzioni ed energie ad un’altra varietà che sembra dare già grande soddisfazione in cantina.

Si tratta del Lacrima nera del Valdarno un vitigno che alla luce delle osservazioni fatte in campo, nel 2018, è stato iscritto ufficialmente nel Registro del Ministero con il nome di Gralima per evitare confusioni con altri vitigni già iscritti.

 Da Slow Wine Fair, dice Maria Grazia Mammuccini, emerge in modo chiaro che il futuro dell’agricoltura e del cibo è biologico. 

Queste manifestazioni sono importanti momenti di incontro e confronto che mettono al centro i produttori agricoli, che lavorano per la sostenibilità e la tutela della biodiversità, riconoscendone e valorizzandone il ruolo cruciale nella transizione agro-ecologica.

 Il biologico sta vivendo una crescita significativa, sia in termini di superfici coltivate che di produzione, con un aumento sia dei consumi interni sia delle esportazioni, un’agricoltura sensibile e sostenibile  per un futuro fondato su principi sani ed equi sotto il profilo ambientale, sociale ed economico.

 Il viaggio continua

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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