Stile e Società

I vignaioli: “Gli ambasciatori del turismo siamo noi”

I vignaioli: "Gli ambasciatori del turismo siamo noi" Un successo la partecipazione a "Hospitality", il salone dell'accoglienza di Riva del Garda.

I vignaioli: “Gli ambasciatori del turismo siamo noi”

Un successo la partecipazione a “Hospitality”, il salone dell’accoglienza di Riva del Garda. Massiccia la presenza della delegazione trentina della FIVI guidata da Clementina Balter.

L’enologo Luciano Tranquillini (Madonna delle Vittorie) con Giuseppe Casagrande e Francesco Turri


Molti anche i “vigneron” di altre regioni italiane.

Non ci sono più dubbi. Il turismo legato al mondo del vino costituisce una risorsa sempre più importante sia dal punto di vista economico sia per quanto riguarda gli aspetti socio-culturali. 

Francesco Turri con Daniele Malavasi (Cantina di Pozzolengo), Alice Franchini e Giuseppe Casagrande

Ed in questo contesto il ruolo delle cantine diventa una carta vincente da giocare sul tavolo dell’ospitalità e dell’accoglienza, un traino di fondamentale importanza per l’intero settore turistico. 

L’ennesima conferma si è avuta a Riva del Garda in occasione dell’annuale appuntamento con “Hospitality” che per il secondo anno consecutivo ha dedicato un intero salone alla delegazione trentina della Fivi (Federazione Italiana  Vignaioli Indipendenti) e ai “vigneron” di altre regioni della Penisola. Un successo che ha superato ogni più ottimistica aspettativa. 

Il vino come legame tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo

Francesco Turri con Rudy Zeni (San Michele all’Adige) e Giuseppe Casagrande

L’enoturismo ormai è parte integrante a pieno titolo della filiera stessa del vino poichè rappresenta un legame tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo. 

Dopo i trend costantemente in crescita degli ultimi anni, questo modello di turismo si sta confermando sempre più protagonista anche nel post pandemia. “Siamo noi gli ambasciatori del turismo – hanno ribadito i Vignaioli a Riva del Garda – anche perchè possiamo portare pubblico e visitatori in periodi tradizionalmente memo “gettonati”, grazie all’opportunità di svolgere attività immersi nella natura e in grandi spazi, superando così il problema della stagionalità di alcune località.

vignaioli il concetto di enoturismo: non è più la “semplice” degustazione in cantina

Francesco Turri con Luca Caliari (Santa Croce del Bleggio) e Giuseppe Casagrande

Quello del vino è un mondo che affascina perché strettamente legato alla natura, un mondo che comunica, come pochi altri, la cultura, i saperi, i sapori e l’artigianalità di un territorio, un mondo che offre vere e proprie esperienze “emozianali”, valore aggiunto quest’ultimo in cui le cantine credono sempre di più. 

Il concetto di enoturismo ha ormai superato la “semplice” degustazione in cantina poichè contempla  attività che coinvolgono tutto il patrimonio storico e culturale delle aziende vinicole: dai vigneti alla vendemmia, dalle lavorazioni fino all’imbottigliamento, dall’etichettatura ai momenti conviviali.

Gli enoturisti, una platea di ben 12 milioni di wine lover: molti gli stranieri

Francesco Turri con Lorenzo Bolognani (Sabbionara d’Avio, custode dell’Enantio) e Giuseppe Casagrande

Se i consumi di vino non procedono a velocità spedita, lo stesso non si può dire dell’enoturismo che nel 2024 ha tagliato il traguardo dei 12 milioni di turisti per non meno di 18 milioni di pernottamenti in Italia. Lo conferma un’indagine, congiunta di Cna Turismo Commercio e Cna Agroalimentare. 

La maggior parte degli enoturisti, oltre i due terzi, sono italiani, gli altri stranieri con una predominanza di turisti che arrivano dagli Stati Uniti, ma non mancano i visitatori tedeschi, britannici, svizzeri, olandesi, austriaci. 

In crescita anche gli appassionati provenienti dall’Asia, Oceania e America del Sud. 

Secondo l’indagine che fotografa i turisti che pernottano perlomeno una notte fuori casa in strutture alberghiere o extra-alberghiere, l’enoturista è prevalentemente di fascia medio-altache oltre alla spesa diretta per il viaggio acquista prodotti, come vino e specialità enogastronomiche, spendendo in regalistica diretta o tramite “voucher” più del turista generico medio.

Clementina Balter: “Il ruolo dei Vignaioli è strategico in chiave turistica”

Il giotnalista Giuseppe Casagrande con Clementina Balter (FIVI) e l’editore di EgNews Francesco Turri

Clementina Balter, presidente dei Vignaioli Indipendenti Trentini, presenti in gran numero a Riva del Garda, gemellati con alcune delegazioni di altri territori nazionali, ha ribadito il ruolo strategico dei piccoli produttori in chiave turistica come attori della filiera dell’ospitalità e dell’accoglienza attraverso la valorizzazione dei propri prodotti, ma non solo.
«Sempre di più le nostre aziende aprono le porte ai turisti e ai wine lover regalando esperienze uniche che creano valore aggiunto per tutto il sistema dell’ospitalità territoriale».
 
«In questo scenario il Vignaiolo – che è colui che coltiva la terra e costruisce il paesaggio, vinifica le sue uve, commercializza i suoi vini – diventa interlocutore ideale per il mondo della ristorazione e dell’ospitalità, perché conosce e garantisce il suo prodotto con qualità e artigianalità. 

Inoltre, sempre più le aziende vinicole si stanno specializzando nel rapporto col mondo del turismo enogastronomico, diventando così, per gli operatori dell’ospitalità, il partner ideale con cui interfacciarsi per fornire un’esperienza unica e completa ai propri ospiti».

Chi è il vignaiolo indipendente e ambasciatori e il ruolo della Federazione Italiana

La foto di gruppo dei Vignaioli del Trentino e di altre regioni italiane presenti a Riva del Garda (Foto Matteo Piazza)

Il Vignaiolo Indipendente coltiva le sue vigne, vinifica la sua uva, imbottiglia il suo vino e cura personalmente la vendita dello stesso, sotto la propria responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta.

 Impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, i Vignaioli operano costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza. 

Nata nel 2008, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti conta oggi più di 1.700 soci e ha lo scopo di tutelare il mestiere del Vignaiolo, rappresentandolo di fronte alle istituzioni e promuovendone la specificità.

La FIVI dialoga con il Ministero dell’Agricoltura e con le Regioni partecipando ai Tavoli di settore, nonché con le istituzioni comunitarie a Bruxelles tramite la CEVI – Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, in cui confluiscono le associazioni di tutti i principali paesi europei produttori di vino.

 Partecipa alle politiche di sviluppo rurale a scala locale, nazionale ed europea. 

Propone misure economiche e norme legislative nell’interesse dei Vignaioli e del sistema vitivinicolo italiano. (Servizio fotografico di Matteo Piazza).

In alto i calici. Prosit!


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