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Nella nuova e centralissima sede dell’Hotel Palatino Go Wine ha proposto a Roma la degustazione dedicata alla Puglia del Vino. La selezione operata e proposta dall’associazione Go Wine comprendeva circa 20 aziende, che nel loro insieme hanno reso una fotografia qualitativa dello stato attuale regionale.
I vitigni protagonisti sono stati naturalmente gli autoctoni regionali con pochissime concessioni agli internazionali. Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia a rappresentare i rossi, mentre Bombino, Verdeca, Fiano Minutolo e Malvasia hanno rappresentato le vinificazioni in bianco. Da precisare come è ormai noto, che il Fiano Minutolo condivide solo parte del nome con il vitigno campano, ma che con questo non ha geneticamente nulla a che fare.
Il Primitivo come sempre è stato protagonista insieme al Negroamaro, ma anche gli altri hanno recitato da comprimari proponendosi in referenze di grandissimo gusto e piacevolezza. I rosati pugliesi ancora una volta si sono dimostrati all’altezza del gradimento che ricevono dal pubblico. Tra loro, presente un caposaldo storico come il Five Roses da Negroamaro 80% con chiusura di Malvasia Nera, vino di Leone de Castris, Azienda di Salice Salentino (Le), che ogni appassionato ha assaggiato almeno una volta. A fargli compagnia c’era anche la sua versione Metodo Classico da sole uve Negroamaro, bolla finissima fresca ed elegante.
Altra vecchia conoscenza in rosa, il sempre piacevole Pungirosa dell’Azienda Rivera di Andria (Bt), di cui ottimo anche Il Marese da uve Bombino Bianco. Tra le altre Aziende incontrate sicuramente molto positivo quello con Cantina Fiorentino, Azienda di Galatina (Le) che tra i vini della batteria dei bianchi, oltre all’ottimo Galatea Fiano 100%, ha proposto Madreterra, un blend di Verdeca e Fiano, e il Tripiedi anch’esso Fiano in purezza, entrambi poco più che campioni di vasca. Praticamente vini in fase di maturazione, ma che dai profumi lasciano già intravedere quello che sarà il loro ottimo sviluppo qualitativo.
Tra le proposte in Rosa della stessa Azienda il Negroamaro, di intensità olfattiva e sorso di grande gusto, e il Tripiedi Primitivo 100% più declinato verso l’eleganza, che si intravede già a partire dalla tonalità di rosa, prima di scoprire la delicatezza degli aromi ed il gusto della piccola frutta rossa.
Per i rossi da ricordare il Priromàfo Negramaro 100% da vendemmia lievemente tardiva, vino di grande complessità ed eleganza, che nonostante la struttura importante è sostenuto dalla freschezza del sorso. Di grande spessore anche il Nivvro, Primitivo in purezza, più incentrato sull’intensità del frutto arricchita dalle spezie, anch’esso vino potente ma di grande equilibrio che con il precedente oltre alla freschezza condivide l’attento uso del legno, capace di limitarsi ad accompagnare le caratteristiche migliori del vino senza prendersi la scena.
Altro piacevole incontro è stato quello con l’Azienda L’Astore di Cutrofiano (Le), che ha portato in degustazione una linea di vini altamente identitari. La degustazione ha messo infatti in evidenza come a partire dall’ottima Malvasia Bianca, alla batteria dei Rossi della linea Alberelli, così chiamata per la forma di allevamento di queste vecchie vigne, tutti i vini condividano un tratto caratteriale figlio della terra in cui le vigne affondano le proprie radici.
Tra i vini più gustosi assaggiati certamente da menzionare quelli di Alberto Longo, Azienda di Lucera (Fg), con il Cacc e Mmitte di Lucera, Nero di Troia 55% Montepulciano d’Abruzzo 35% Bombino Bianco 15% di grandissimo gusto e freschezza, e con Le Cruste Nero di Troia 100% risultato tra i vini più accattivanti tra tutti quelli presenti.
Altra grande espressione di questo vitigno è risultata quella dell’Azienda Mazzone di Ruvo di Puglia (Ba) con Filotorto, vino che oltre al vitigno condivide con il precedente eleganza e complessità. Della stessa Azienda da segnalare anche Immensus da uve Malvasia bianca, fresco e piacevole nei delicati aromi di frutta bianca che ritornano coerenti nell’assaggio.
L’idea generale che ha lasciato questa degustazione è quella di una viticoltura pugliese in progressione, che evolve dal passato liberandosi dalle catene di quei rossi opulenti che puntavano tutto sulla potenza e sull’estratto. Caratteristiche che certo, si ritrovano anche oggi ma accompagnate dalla freschezza e da vinificazioni in grado di renderli più dinamici e scattanti, limitando l’uso dei legni a quello che serve per assecondare la materia esprimendola al meglio.
Anche i bianchi sono risultati in progressione, con la voglia di uscire dall’ombra dei grandi autoctoni a bacca rossa per intraprendere un loro cammino di qualità rifiutando il ruolo di complemento in un mondo di vino rosso.
L’elenco completo delle Aziende che hanno partecipato:
Borgo Turrito – Borgo Incoronata (Fg);
Cantele – Guagnano (Le);
Cantina Fiorentino – Galatina (Le);
Castel di Salve – Tricase (Le);
Conti Zecca – Leverano (Le);
D’Alfonso del Sordo – San Severo (Fg);
Domus Hortae – Orta Nova (Fg);
I Pàstini – Martina Franca (Ta);
L’Astore Masseria – Cutrofiano (Le);
Leone de Castris – Salice Salentino (Le);
Longo Alberto – Lucera (Fg);
Mazzone – Ruvo di Puglia (Ba);
Polvanera – Gioia del Colle (Ba);
Rivera – Andria (Ba);
Santa Lucia – Corato (Ba);
Roberto Seripanni Firulli – Gioia del Colle (Ba);
Terre di Maria – Orta Nova (Fg).
Bruno Fulco
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