I Viaggi di Graspo

Ma la  Gambugliana arriva da Gambugliano?

Ma la  Gambugliana arriva da Gambugliano?   Nei nomi dei vitigni, il segreto della loro origine, questo il titolo dell’approfondimento che Attilio Scienza,

Ma la  Gambugliana arriva da Gambugliano?

da sx Aldo Lorenzoni, Giuseppe Berti, Luigino Bertolazzi e Silvio Caoduro

Nei nomi dei vitigni, il segreto della loro origine, questo il titolo dell’approfondimento che Attilio Scienza, notissimo ricercatore appassionato da sempre di uva e di vino, ha presentato nell’ultimo libro di GRASPO portando numerosi e curiosi esempi.

Ma sarà sempre vero?

Foto di gruppo davanti alla Gambugliana

Un vitigno che ci ha da sempre molto incuriosito è la Gambugliana e poter dimostrare in qualche modo il suo legame se non la sua origine con il paesino di Gambugliano che si trova nella Lessinia vicentina ed oggi frazione di Sovizzo.

L’occasione, anzi la sfida ci viene lanciata da Silvio ed Alba Caoduro appassionati architetti del luogo e dal sindaco di Sovizzo Matteo Forlin prima sindaco di Gambugliano ed oggi, dopo la fusione, anche di Sovizzo che hanno coinvolto nella ricerca e nel confronto Giuseppe Berti ricercatore, speleologo ed archeologo che sembra la persona giusta per condividere il percorso di ricerca finora fatto da GRASPO su questo tema.

Se non è facile fare un quadro preciso dal punto di vista ampelografico e genetico di ogni singola varietà di vite che abbiamo incontrato il compito sembra diventare però particolarmente arduo per la Gambugliana, una varietà oggi ufficialmente riconosciuta e segnalata nel catalogo internazionale dei vitigni (VIVC.de) e nella banca dati della Biodiversità della Regione Veneto, ma mai iscritto al Catalogo Nazionale delle Varietà del Ministero.

La vigna in tutta la sua bellezza

Con i progressi però compiuti dalla biologia molecolare negli ultimi anni si è arrivati finalmente all’analisi del DNA che rappresenta oggi una tecnologia estremamente efficace per mappare un numero praticamente illimitato di caratteri molecolari.

Questa metodologia ha permesso oltre che una identificazione certa del vitigno una serie di chiarimenti relativamente ad omonimie e sinonimi o, come nel caso della Gambugliana, all’identificazione di vecchi vitigni, alla conoscenza della loro origine e alla valutazione del grado di parentela fra le varietà.

Per questo motivo oggi possiamo con buona attendibilità affermare che la Gambugliana, oggetto nel corso della sua storia di una serie di identificazioni poi rivelatesi errate, proviene da un incrocio naturale tra le varietà Fuligno e l’Uva Gatta vitigni identificati e descritti nel catalogo europeo ma di cui si conosce molto poco.

Solo recentissime indagini legano la Gambugliana ad un vitigno strategico nel panorama italiano come la Visparola proveniente probabilmente dalla Grecia.

Sempre il catalogo europeo certifica essere la Gambugliana un genitore sicuro di un altro vitigno storico del Veneto che e la Cenerente.

Silvio Berti, speleologo , storico, archeologo, alpinista per passione e vocazione

Normale quindi che alcuni caratteri morfologici ed enologici tra questi due vitigni possano avere relazioni molto forti.

Prima di questi chiarimenti che provengono dalla puntuale codificazione genetica del DNA, la Gambugliana la ritroviamo nel volume “I vitigni dei Berici “ curato da Angelo Costacurta e Severina Cancellier per il Consorzio di Tutela dei Colli Berici.

La Gambuglana, un vero reperto storico , ora seguita e studiata da Graspo

Qui gli autori lamentano infatti come le notizie su questa varietà fossero poche e confuse riportando che essa figurava nell’elenco dell’esposizione del 1868 confusa con la Negrara e la Cenerente. Nello stesso bollettino  il Cav. Clementi lamenta che la varietà

chiamata Gambugliana della Doana o Zoana corrisponde invece alla Negrara dal Pedemonte.
Nel bollettino ampelografico (1880-83 )della provincia di Verona, si descrive una Negretta, trovata nel Comune di Minerbe, che ha come sinonimi Cenerente per il basso Vicentino, Farinella per l’alto Vicentino, Farinente a San Giovanni Ilarione, Gambugiana aSan Bonifacio e Soave e Zanetto in Piemonte.

Lo Zava nel 1905 cita una Gambugiara tra i sinonimi delle varietà Negreta coltivate in provincia di Verona e Farinente coltivata nelle province di Verona e Vicenza.

Anche il Marzotto nel 1925 riporta la Gambujana come sinonimo della Negrara Cenerente, varietà definita

Parte aerea della grande vigna da muro di Giuseppe Berti

poco diffusa e molto sensibile alla peronospora per cui va via via scomparendo.

Lo stesso autore ricorda che in alcune località dei Berici come Brendola e Creazzo la Negretta comune viene chiamata Gambujana,da non confondersi con la Negrara Farinente che è tipo  differente.

Sempre il Marzotto riporta anche una Corbinona Gambugliana, che ebbe dal signor De Marchi proprietario terriero a Gazzo padovano con un nome solo di Garbugliana  ha caratteri molto simili a quelli della Corbinona.

Nel 1950 Montanari e Ceccarelli scrivono che il Gambugnano, detto anche Gambugliano, Gambuiano o Gambuiana rientra tra i vitigni fondamentali nella composizione dei vini rossi di Brendola e di Arzignano, nessun riferimento quindi a Gambugliano come luogo ma solo un’assonanza riferito alla varietà.

Di certo è che la Gambugliana ritrovata da GRASPO presso l’azienda Bedin a Brendola, dove è stata osservata per alcuni anni, è stata originariamente reperita presso l’azienda Graser a Grancona.

Nessun collegamento quindi fino ad oggi certo con Gambugliano.

Per questo si rende necessario attivare una serie di prelievi su vecchie vigne che si trovano vicino alla casa museo di Giuseppe e Gianna Berti dove però troneggia da ormai cento anni una monumentale vigna da muro della varietà Groppello…ma questa è tutta un’altra storia, spiega Giuseppe, per le mie ricerche e per le mie passioni ci vorrebbero almeno due vite … e forse anche per dimostrare l’origine della Gambugliana.. la ricerca e i viaggi continuano…

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Giorgio Erioli e Gianmarco Guarise
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