Salviamo l’Abbazia di Chiaravalle
Fondata nel 1135 da San Bernardo da Clairvaux necessita di urgenti interventi di restauro. Un grido d’allarme lanciato dal Consorzio del Grana Padano. Proprio qui nove secoli nacque il famoso formaggio oggi conosciuto in tutto il mondo.
Salviamo l’Abbazia di Chiaravalle. Il grido d’allarme è stato lanciato dai monaci cistercensi del monastero alle porte di Milano e dal Consorzio del Grana Padano cui il famoso formaggio è storicamente e culturalmente legato.
Proprio qui, infatti, nove secoli fa i monaci crearono la ricetta, un vero e proprio miracolo, dell’antico “cacio” in granelli oggi conosciuto in tutto il mondo.
L’appello è rivolto ai privati e alle aziende del territorio con l’intento di raccogliere una somma di almeno 550 mila euro per urgenti interventi di restauro: in particolare per il recupero della copertura della chiesa abbaziale e delle sue decorazioni in seguito alle violente precipitazioni che, recentemente, hanno colpita la zona.
Quell’antico cacio con i cristalli bianchi creato dai monaci nove secoli fa
La Fondazione Grana Padano, nata nel 2022, con sede al monastero di Chiaravalle, è impegnata per statuto alla conservazione di questa abbazia, patrimonio dell’Umanità.
Il nome “Grana” fu attribuito a questo antico “cacio” dagli abitanti delle campagne per la pasta compatta e punteggiata di granelli bianchi, quei piccoli cristalli di calcio residui del latte trasformato.
Sopravvissuto al “caseus vetus” o formaggio vecchio usato dagli stessi monaci, il “Grana” come lo conosciamo oggi naque dalla necessità di conservare il latte, mantenendone inalterati i principi nutritivi.
Dopo la bonifica dei terreni, la produzione di questo particolare formaggio permise ai monaci cistercensi di ampliare le attività di allevamento e di vendere le eccedenze che superavano di gran lunga il fabbisogno della comunità religiosa.
L’Abbazia fu fondata nel 1135 dai monaci cistercensi
L’Abbazia, fondata da San Bernardo di Clairvaux nel 1135, è uno dei più importanti complessi monastici italiani, un luogo di straordinario valore spirituale, ma anche una preziosa testimonianza del patrimonio culturale italiano.
A distanza di secoli, ancora oggi l’Abbazia è guidata dalla comunità monastica cistercense.
In seguito alle violente precipitazioni che, recentemente, l’hanno colpita, necessita di urgenti interventi di restauro, in particolare per il recupero della copertura della chiesa abbaziale e delle sue decorazioni.
Per questo, il Consorzio del Grana Padano Dop ha lanciato il progetto “Intrecci”, una raccolta che si rivolge ad un gruppo di sostenitori privati dell’Abbazia, attraverso l’Art Bonus, lo strumento che permette ad imprese, individui ed enti non commerciali di beneficiare di un importante credito d’imposta, pari al 65% dell’importo donato.
Il progetto della Fondazione Grana Padano e del Consorzio Dop
L’importanza e l’efficacia di questo strumento fiscale, utilizzato anche da parte del mondo dell’enogastronomia, è dimostrata dal fatto che a 10 anni dalla sua introduzione (nel 2014) l’Art Bonus ha permesso di raccogliere, a livello nazionale, risorse per oltre 978 milioni di euro a favore di numerosi progetti culturali.
Promotori e ideatori della nuova iniziativa sono la Comunità Monastica di Chiaravalle e la Fondazione Grana Padano Ets che il Consorzio del Grana Padano Dop ha recentemente costituito, perché vuole essere ambasciatore e volano di questo progetto.
Il Consorzio è il primo investitore con un importante intervento volto a finalizzare il restauro e la manutenzione della Torre del Cinquecento all’ingresso dell’Abbazia, con un importo di 220.000 euro, oltre al restauro, conservazione e manutenzione della trecentesca torre campanaria, la Ciribiciaccola, per un importo di 30.000 euro.
Chiaravalle un luogo di fede, spiritualità, arte, cultura, lavoro, natura
Oltre al valore “sentimentale” che lega il Grana Padano a questo luogo dove, oltre nove secoli fa, è nata l’antica ricetta, a spingere il Consorzio è anche ciò che oggi Chiaravalle rappresenta: arte, cultura, fede, spiritualità, lavoro, rapporto con la natura.
Lo ha spiegato il presidente, Renato Zaghini: “Come Consorzio Tutela Grana Padano Dop siamo stati i primi investitori e oggi desideriamo essere ancora di più ambasciatori di questo patrimonio – ha dichiarato – certi che la risposta e il contributo di tutti permetteranno di portare a termine questa sfida per ripristinare, custodire e tramandare le bellezze di Chiaravalle.”
I fondi necessari per portare a termine gli interventi più urgenti legati alla copertura della chiesa abbaziale ammontano a 550.000 euro e sono prerequisiti fondamentali per operare qualsiasi intervento di restauro delle opere d’arte presenti nella chiesa.
“I fondi serviranno al restauro delle falde di copertura del complesso di Chiaravalle che sono formate da un manto in coppi che attualmente presenta gravi danni diffusi, con elementi scivolati verso il basso e accatastamenti che lasciano scoperte porzioni rilevanti del sottotetto – ha sottolineato l’architetto Emanuele Filoni, responsabile del progetto di restauro – se non si interviene per tempo verranno interessate le strutture portanti lignee, peraltro oggetto di restauro integrale negli anni Novanta.
Occorre operare celermente per scongiurare il degrado dei muri perimetrali con distacco degli intonaci delle volte delle navate, transetti, tiburio, abside, sagrestia e cappelle con anche lesioni di cedimento gravose per gli affreschi di inestimabile valore che li decorano, gravati da ripetuti percolamenti evidenti durante le piogge.”
La valorizzazione di questo tesoro con il coinvolgimento dei privati
Il progetto di restauro conservativo e rifacimento consiste nella rimozione dei coppi esistenti con un’attenta opera di selezione e recupero di quelli in buono stato che saranno poi ricollocati a formare l’ordine più esterno in modo da assicurare l’uniformità e la coerenza estetica rispetto alla copertura esistente, nel massimo rispetto della tradizione storica.
– Fa sapere la Fondazione Grana Padano –
L’intervento riguarderà anche la bonifica del sottotetto, il ripristino degli abbaini, la posa di una linea vita di sicurezza, la salvaguardia, sistemazione e, dove necessario, la sostituzione delle lattonerie. (canali di gronda, pluviali, converse, faldali, scossaline e copertine in lamiera di rame).
Il sistema le griglie parapasseri in gronda e i ganci ferma coppo in rame per la migliore garanzia di fissaggio del manto, assicurando anche che tutti i contributi ricevuti saranno raccolti direttamente dalla Comunità monastica e interamente destinati al progetto di ristrutturazione.
Dichiarando che supporterà personalmente la comunità sulle modalità d’utilizzo e di rendicontazione dei fondi anche nei confronti dei donatori privati, attraverso momenti pubblici, visite guidate ed iniziative di coinvolgimento e valorizzazione.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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