I Viaggi di Graspo

100 Custodi e 100 vitigni al 100° congresso OIV

100 Custodi e 100 vitigni al 100° congresso OIV  G.R.A.S.P.O. protagonista al Congresso Internazionale dll’Organizzazione della Vite e del Vino

100 Custodi e 100 vitigni al 100° congresso OIV

 G.R.A.S.P.O. protagonista al Congresso Internazionale dll’Organizzazione della Vite e del Vino

 

Il 16 ottobre 2024 è un giorno memorabile per Associazione Graspo che va per la in missione oltralpe, destinazione Borgogna!

L’occasione é delle migliori, il Congresso OIV 2024, in cui l’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino festeggia il 100° compleanno e riunisce la crème de la crème della ricerca viticola ed enologica internazionale. 

Una platea d’onore dove presentare il nuovo libro “100 custodi per 100 vitigni” per raccontare al mondo le antiche varietà di vite italiane a rischio estinzione e le storie dei loro custodi, che con passione e sacrificio e ne hanno impedito la scomparsa. 

Pagine ricche di cultura vinicola e tradizioni rurali della penisola partono dunque dal veronese alla volta di Digione, dove si svolge il congresso.

Il bel tempo ha reso ancor più piacevole il viaggio, immersi tra il foliage dorato dei vigneti e monumenti come l’abbazia di Cluny che raccontano l’antica storia di questi territori.

Dolci pendii si susseguono, puntellati come in un quadro impressionista dai colori dell’autunno, che la mano esperta della natura dipinge a macchie gialle, verdi e rossastre tra i vigneti che si aprono alla vista.

Sono impianti fitti, stretti tra i filari in cui le piante sono alte solo poche spanne, allevate a guyot per limitare la produzione e ottenere dalla poca uva la finezza unica che caratterizza i vini della Borgogna.

Passati il Beaujoulais, il Mâcconais e la Côte Chalonnaise si giunge finalmente nel cuore della Borgogna, la Côte de Beaune e la Côte de Nuit. 

È un pellegrinaggio viticolo verso quelli che sono autentici luoghi di culto per l’enologia, i Gran Cru di Vosne-Romanèe, Chambolle-Musigny, Puligny-Montrachet e altri dove nascono i più iconici vini del mondo.

Un aperitivo condiviso con dei giovani produttori di Franciacorta incontrati casualmente sul muretto in pietra di Romanèe Conti è stata la prima di tante occasioni per degustare con i nuovi amici un calice di Turchetta, di Vernazzola o di Corbina, frutto delle microvinifcazioni della antiche varietà del Graspo.

Il modo migliore per prepararci al grande giorno, il 100° Congresso OIV!

É il ritrovo dei migliori gruppi di ricerca internazionali, più di 800 professionisti del vino, occasione per stringere nuove relazioni e salutare i cari amici di G.R.A.S.P.O..

Primo tra tutti il padrone di casa, il presidente OIV Luigi Moio, con cui è nata una lunga e preziosa conversazione sul prospettive future della viticoltura, e sul ruolo che progetti come G.R.A.S.P.O. possono svolgere nel salvaguardare e comunicare il valore della biodiversità genetica. 

A moderare la presentazione di “100 custodi per 100 vitigni” gli illustri Luigi Bavaresco e Thierry Lacombe, il primo docente di viticoltura presso l’Università Cattolica e il secondo a Montpellier, dove insegna biodiversità e genetica viticola. 

Il tema proposto, molto a cuore ad entrambi, ha suscitato vivido interesse e ha messo in connessione la delegazione di Graspo con similari progetti di tanti paesi viticoli.

Arriva poi il momento dell’esposizione del CREA di Arezzo, rappresentato dell’amico Professor Paolo Storchi, dirigente di ricerca, insieme al collega Sergio Puccioni.

Con il Professor Storchi c’è un rapporto speciale, il suo forte impegno nella salvaguardia della varietà a rischio estinzione lo ha confermato a pieno titolo tra i custodi G.R.A.S.P.O., ha infatti contribuito a salvare il Nocchianello, le viti Vicciute, la Gralima e altre varietà del centro Italia.

E che piacere poi incontrare altri custodi come Maria Bianco Seardo e Riccardo Prola, in Francia per raccontare la pergola canavese che usano per coltivare rare varietà come il Nebbiolo Picotendro. 

Antiche tecniche che è giusto ricordare e rivalutare anche quando la tecnologia sembra correre così veloce da dimenticarsi rapidamente della storia viticola dei nostri nonni.

Un saluto infine agli amici dell’Università di Padova, Prof. Eugenio Pomarici e Monica Canton e al docente Vittorino Novello dell’Università di Torino ed Enrico Battiston da sempre sostenitore di Graspo e capo dell’unita di Viticoltura dell’OIV. 

Ma il Congresso è un’occasione unica per ascoltare le novità in campo vitivinicolo provenienti da tutto il mondo, é un altro passo verso la internazionalizzazione del progetto G.R.A.S.P.O..

Nuove relazioni si sono strette con chi, dall’altra parte del globo, investiga su temi di comune interesse, come David Silva che nell’Università di Lisbona sta studiando le antiche varietà portoghesi in via d’estinzione.

Oppure il giovane Wei Zheng, professore di viticoltura di precisione in Cina presso il distretto di Shenyang e molto entusiasta del racconto graspista.

 

Con Olivier Geffroy si ha avuto modo di approfondire cosa si sta facendo negli Stati Uniti  sul fronte dei vitigni ibridi, proprio come il Clinto tanto cari a Franco Zambon custode  dei vitigni  proibiti citati nel libro.

Una giornata intensa che si chiude proprio con la presentazione dell’ultima pubblicazione graspista, 100 Custodi per 100 Vitigni, nel prestigioso Anfiteatro Romanèe Contii moderato da Thierry Lacombe e Luigi Bavaresco. 

Un racconto emozionale e suggestivo toccando i temi della Biodiversità Viticola, della resilienza dei vitigni perduti e del prezioso lavoro dei Custodi, il percorso fatto da GRASPO in questi anni a tutela delle più antiche tradizioni viticole italiane.

Un racconto in inglese che una platea cosmopolita ascolta come quando si sente una bella, nuova storia per la prima volta.

D’altro canto l’appeal della viticoltura italiana sul mondo ha un fascino unico, ancor di più se si parla delle antiche varietà a rischio estinzione e dei loro custodi, che con passione e sacrificio ne permettono la sopravvivenza. 

Un viaggio a ritroso nel tempo, nelle tradizioni locali di quella viticoltura amena sfuggita dall’omologazione, per mantenere vivo il passato e, del suo progetto per contribuire a costruire un nuovo futuro. 

Il viaggio continua…..

 

Elia Quarzago

Foto di Gianmarco Guarise

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