I Viaggi di Graspo

Davide, il Conte ed il Ruzzese di Arcola

Davide, il Conte ed il Ruzzese di Arcola   Arcola è un piccolo paese arroccato nell’entroterra di La Spezia, è da sempre Città del Vino,

Davide, il Conte ed il Ruzzese di Arcola

 

Giuseppe Luciano Aietta e Davide Zoppi

Arcola è un piccolo paese arroccato nell’entroterra di La Spezia, è da sempre Città del Vino, sia per la particolare vocazione del sito ad una viticoltura di qualità, che per il profondo legame con il Ruzzese, un singolare antico vitigno autoctono a bacca bianca storico di questo territorio.

Un vitigno che abbiamo rischiato di perdere ma fortunatamente prima salvato dalla tenacia del conte Nino Picedi Benettini, ed oggi valorizzato dalla giovane azienda Ca du Ferrà di Davide Zoppi a Bonassola racconta Enzo Giorgi amministratore ad Arcola.

 Dalla gloria all’oblio. Il primo riferimento storico al Ruzzese, risale al 6 gennaio 1736 in un atto deliberativo nella Corte di Arcola che lo cita come vino per doni o celebrazioni, testimoniando quindi che era considerato un vino di pregio.

Grappoli di Ruzzese

Vero che fu apprezzato anche molto prima nel 1500 da Papa Paolo III Farnese nella sua versione passita, ma vera traghettatrice del vitigno attraverso i secoli fu la nobile famiglia dei Picedi presente sul territorio già dal XII secolo. 

Era proprietaria di molti terreni sulle colline di Arcola, coltivate con vitigni di tradizione ligure e della confinante Toscana come Vermentino, Albarola, Ruzzese appunto, Pollera,e Vermentino nero. 

L’avvento della fillossera agli inizi del ’900 fu però un colpo durissimo per questo vitigno che negli anni della ricostruzione viticola fu sistematicamente sostituito dalla varietà Bosco molto più produttiva. Cruciale per la sua conservazione fino ai giorni nostri è stata la figura del Conte Nino Picedi Benettini (1927 – 2019) coinvolgendo in questa missione gli amministratori locali e la Regione Liguria.

particolare di un vigneto di Cà du Ferrà

Così con la collaborazione tecnica del Prof. Mannini e di Anna Schneider del CNR di Torino, non solo è stata accertata l’originale identità del vitigno ma è stata possibile la sua iscrizione nel Registro del Ministero nel 2019. 

Un percorso di salvaguardia e recupero che vede oggi protagonista anche l’azienda Ca du Ferrà di Bonassola nella Liguria di levante, fatale un convegno sui vitigni dimenticati a Vernazza nelle Cinque Terre, dove Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta, suo compagno nella vita e nel lavoro incontrano per la prima volta il Ruzzese Bianco decidendo subito di investire nel recupero di questa storica varietà. 

Una terrazza sul mare

Si arriva così al 2015, quando Davide e Giuseppe decidono di piantare le prime 77 barbatelle di Ruzzese, che nei cinque anni successivi diventeranno 1.500, fino a ricoprire cinque terrazze a sbalzo sul mare nella zona dei piani di Cà du Ferrà, dove crescono le uve che danno corpo ai vini più pregiati dell’azienda.

L’area di coltivazione del Ruzzese oggi è nella zona di La Spezia e, più in generale, dell’estremo levante ligure. 

La sua diffusione è ancora molto limitata probabilmente a causa della grande fortuna incontrata dal Vermentino, decisamente più produttivo, ma anche la difficoltà di reperire sul territorio microclimi idonei alla resistenza del vitigno molto sensibile a umidità e freddo.

Questa varietà va distinta dal Rossese Bianco dell’Alta Langa, in Piemonte, e dal Rossese, a bacca rossa, tipico invece del ponente ligure, la sua caratteristica peculiare è che la buccia di colore giallo verde assume una colorazione rossastra quando giunge a piena maturazione. Il suo nome, Rossese bianco, potrebbe derivare da questo fatto. 

Davide e Giuseppe hanno deciso anche di ripercorrere la strada del passato reinterpretando il vitigno anche in chiave passito.

Dopo la vendemmia tardiva, infatti, i grappoli sono disposti manualmente sopra delle cassette e lasciati appassire per circa due mesi e mezzo, procedendo poi con la sgranatura manuale e la vinificazione in bianco, a partire dai primi giorni di dicembre.

Il risultato sono solo poche centinaia di bottiglie per un vino passito profumatissimo, morbido e avvolgente, che mantiene una beva agile e sbarazzina, a dispetto del suo grado alcolico intorno ai 14% vol. 

Il nome scelto per questa nuova etichetta è Diciassettemaggio. 

Il viaggio continua….

 

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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Cà du Ferrà Wine & Tasting

Via Nuova, Str. per S. Giorgio, 27/Bis, 

19011 Bonassola (SP)

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Telefono – 3481033648

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