I 200 locali storici d’Italia, uno scrigno che il mondo ci invidia
SECONDA PUNTATA Alberghi, ristoranti, caffetterie e pasticcerie sono, assieme alle bellezze paesaggistiche e ai beni storico-culturali del BelPaese, uno dei simboli del made in Italy.
Alberghi, ristoranti, pasticcerie, caffetterie sono – assieme alle bellezze paesaggistiche e ai beni storico culturali del BelPaese – uno dei tesori che il mondo ci invidia. Tesori che ogni anno meritano di essere citati nella preziosa guida dell’Associazione culturale Locali Storici d’Italia edita con il patrocinio del Ministero della Cultura.
Nei giorni scorsi all’Hotel Principe di Savoia di Milano è stata presentata l’edizione numero 46. La stesura letteraria della Guida, curata dal presidente dei Locali Storici d’Italia, Enrico Magenes, è stata affidata al giornalista Gabriele Conta, mentre i bellissimi disegni sono stati realizzati da Gianni Renna e Paolo Aiello.
Duecento sono i locali storici recensiti: dall’Alto Adige alla Sicilia
Duecento sono i Locali Storici recensiti, dall’Alto Adige alla Sicilia, locali che con la loro storia e con la loro capacità di rinnovarsi offrono ogni giorno il meglio della tradizione e dell’ospitalità made in Italy.
La Guida, oltre alle schede e alle storie di ogni singolo locale, contiene dei simpatici capitoli che mettono in evidenza alcuni primati dei locali storici: dai più familiari ai più antichi, dai caffè più famosi ai più copiati al mondo, dal locale più alto al più piccolo, dai più cinematografici a quelli più originali, dai locali legati al mondo del calcio e del giornalismo al primo locale goliardico, dai locali famosi ai tempi dell’Unità d’Italia ai locali dannunziani, dai locali napoleonici agli alberghi Liberty della Belle Epoque.
Di questi ultimi abbiamo parlato diffusamene nella precedente puntata.
Il mitico Caffè Florian, la Grapperia Nardini di Bassano, il Caffè Pedrocchi
Anche quest’anno la Guida dei Locali Storici d’Italia ha riservato ampio spazio al Veneto: in primis all’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo in San Marco a Venezia, locanda fondata nel 1200 e frequentata nei secoli scorsi da Richard Strauss, Hermann Hesse, Winston Churcill.
E sempre a Venezia: il Caffè Florian (oltre tre secoli di storia: ha aperto le porte in Piazza San Marco nel 1720, tra i clienti più affezionati Lord Byron, Ugo Foscolo, Gabriee D’Annunzio, Ernest Hemingway), il ristorante Antico Martini (1792) a due passi dal teatro La Fenice, l’Excelsior Venice Resort al Lido (1908), sede della Mostra del Cinema.
Nel Veneto sono citati altri storici locali: la Grapperia Nardini a Bassano del Grappa, fondata nel 1779 e frequentata da Hemingway che qui trasse l’ispirazione per il romanzo “Addio alle armi”, il Caffè Pedrocchi a Padova (fondato nel 1831), ribattezzato il caffè senza porte, aperto giorno e notte, amato in particolare dagli studenti universitari, l’hotel De La Poste a Cortina d’Ampezzo, il Gambrinus a San Polo di Piave (Treviso), l’Antica Locanda Mincio a Valeggio.
L’Antica Locanda Mincio: Napoleone, gli austriaci e i tortellini di Valeggio
A proposito dell’Antica Locanda Mincio di Valeggio, menzionata come taverna già nel 1407 nel contratto di vendita del “Feudo di Borghetto” al patrizio veneziano Contarini, lo storico locale era la località di confine tra l’impero austro-ungarico e la Serenissima Repubblica di Venezia.
Ospitò Napoleone, comandante dell’Armata d’Italia quando nel 1796 cacciò gli austriaci al di là del Mincio. Ritrovo romantico di attori, scrittori e giornalisti, qui Luchino Visconti girò le scene del film “Senso”.
Oggi l’Antica Locanda è famosa tra i buongustai per i tortellini, piatto preferito da Montanelli, Orio Vergani e Dino Buzzati quando da Milano, diretti a Cortina d’Ampezzo, si concedevano una breve sosta per il pranzo.
A Verona il “Due Torri” e il ristorante “12 Apostoli”, cenacolo di scrittori e artisti
Ricco di storia a Verona è l’Hotel “Due Torri” (anno di fondazione il 1674) in piazza Santa Anastasia che nel 1770 ospitò il giovanissimo Mozart (aveva 13 anni) per il suo primo concerto in Italia, all’Accademia Filarmonica di Verona.
Dal balcone dell’hotel che si affaccia sulla piazza nel 1867 Giuseppe Garibaldi infiammò i cittadini con un discorso memorabile sull’unità d’Italia.
Ristrutturato negli anni Cinquanta del secolo scorso, accoglie gli ospiti nello splendido salone arredato con preziosi mobili antichi, ceramiche e affreschi.
Altro locale storico di Verona è il Ristorante “12 Apostoli”, oggi Casa Perbellini, cenacolo di scrittori, artisti e personaggi del mondo del cinema, della lirica e del giornalismo.
Fondato nel 1750 (il nome ricorda i dodici mercanti della vicina Piazza delle Erbe che lo frequentavano) custodisce nelle cantine il fascino delle volte affrescate e preziose testimonianze dell’antica Roma.
Sede di un presigioso Premio letterario voluto da Giorgio Gioco su suggerimento di Orio Vergani, ha ospitato tra i personaggi più illustri Gabriele D’Annunzio, Ezra Pound, Hemingway, la Callas, Fellini, Mario Soldati, Montanelli, Barbara Streisand, i reali di Svezia.
Il Caffè Grande Italia di Sirmione, il locale del cuore di Maria Callas e D’Annunzio
Sul lago di Garda altro monumento storico è il “Caffè Grande Italia” di Sirmione fondato nel 1894.
Frequentato da Ezra Pound e Arturo Toscanini, era il luogo del cuore di Maria Callas che qui trascorreva molte serate con il marito Giovanni Battista Meneghini. Gabriele D’Annunzio vi si recava al tramonto con l’autista del Vittoriale per sorseggiare un caffè.
Carducci vi capitò quando era commissario d’esame a Desenzano dove fece tremare i professori, quasi tutti preti, di un liceo. Anche la scrittrice inglese Naomi Jacob amava il Caffè Grande Italia e lasciò la sua testimonianza di amicizia con i proprietari in una autobiografia.
Cinque generazioni del Caffè Grande Italia conservano le memorie dei personaggi illustri che lo frequentavano.
Identica fama godono la Pasticceria Vigoni di Pavia, gestita oggi dalla quinta generazione della stessa famiglia e il Caffè dell’Ussero di Pisa.
Fondato nel 1775 nel quattrocentesco palazzo Agostini in Lungarno, lo storico locale toscano (il caffè più antico d’Italia dopo il “Florian” di Venezia ha le pareti tappezzate di ricordi dei suoi più illustri frequentatori risorgimentali. Nel 1799 ospitò le riunioni dei “bonapartisti”.
Ad Asolo il Caffè Centrale frequentato dalla Duse, da D’Annunzio e Hemingway
Altro locale storico in Veneto è il Caffè Centrale di Asolo fondato nel 1796.
Incastonato in uno splendido palazzo sulla piazza centrale della località amata dalla nobiltà veneziana, divenne un importante circolo culturale secondo la moda dell’epoca.
Alcuni membri del circolo ordirono contro Napoleone. Nel 1839 divenne caffetteria. Richiama dal punto di vista architettonico lo Jugendstil d’Oltralpe con ingresso, sale, sedute a muro e tavolini originali. Ha scandito la storia di Asolo.
I frequentatori più illustri: il Carducci, Hemingway, Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse che qui riposa, nel piccolo cimitero di Sant’Anna, in una tomba di pietra bianca rivolta verso le montagne.
A Ferrara l’antica “Hostaria del Chiuchiolino”, oggi enoteca “Al Brindisi”
Tra le mille curiosità citate nella guida “Locali Storici d’Italia” merita una segnalazione l’antica “Hostaria del Chiuchiolino”, oggi enoteca “Al Brindisi” di Ferrara.
E’ la più antica osteria del mondo certificata dal Guinness dei Primati. Sorge in un vicoletto del centro storico a fianco del Duomo. Fu aperta nel 1100 proprio a beneficio delle maetranze e degli operai impegnati nella costruzione della cattedrale di San Giorgio. Nel 1435 la consacrazione ufficiale.
Conosciuta come “Hostaria del Chiuchiolino” (dal termine dialettale “chiù”, ubriaco), era frequentata da Torquato Tasso, da Tiziano Vecellio, da Benvenuto Cellini e da altri illustri personaggi.
Ludovico Ariosto, l’autore dell'”Orlando Furioso”, la cita nella commedia “La Lena”. Copernico, che si laureò all’Università di Ferrara, risiedeva nelle salette al primo piano del locale.
Nel 1973, in occasione dei festeggiamenti per i 500 anni della nascita dell’astronomo polacco, il primate di Polonia cardinale Wiszinsky e il futuro Papa Karol Wojtyla vollero visitare lo storico locale oggi ribattezzato con il termine moderno di enoteca “Al Brindisi”.
In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE
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