I locali storici d’Italia: famiglie, ricordi, testimonianze
Dall’Alto Adige alla Sicilia ecco la guida agli alberghi, ristoranti e caffetterie più famose del BelPaese. Una storia millenaria che parte con il “Royal Victoria Hotel” di Pisa fondato nel 1050. Per la gestione più longeva il record spetta al “Cavallino Bianco” di San Candido in Alto Adige.
PRIMA PUNTATA
Nei nostri servizi giornalistici abbiamo parlato più volte dei riconoscimenti assegnati dalle amministrazioni comunali e dalle istituzioni ai negozi, alle botteghe artigiane e alle aziende che da generazioni operano sul territorio.
Ultimo di tali riconoscimenti (L’Aquila di San Venceslao) è stato conferito dalla Provincia Autonoma di Trento ai marchesi Guerrieri Gonzaga che nei giorni scorsi a Borghetto d’Avio hanno festeggiato i 300 anni della Tenuta vitivinicola San Leonardo.
Una famiglia di imprenditori virtuosi che ha saputo tramandare alle nuove generazioni i saperi, le competenze e le tradizioni di un settore che oggi costituisce uno dei gioielli del made in Italy.
Il ruolo fondamentale dell’ospitalità alberghiera nel settore del turismo
Agricoltura, artigianato, commercio e – non ultimo – il turismo sono, assieme alle bellezze paesaggistiche e ai beni storico-culturali del BelPaese, i gioielli del made in Italy.
Parlando di turismo, uno dei fiori all’occhiello è il settore legato all’ospitalità alberghiera dove le tradizioni familiari rivestono un ruolo fondamentale. Ospitalità che nel nostro Paese ha radici antiche e che il mondo ci invidia.
Un tesoro di inestimabile valore che ogni anno trova il giusto riconoscimento nella bellissima guida dell’Associazione culturale Locali Storici d’Italia edita con il patrocinio del Ministero della Cultura.
“Tutti conoscono la storia millenaria dell’Italia e la sua straordinaria ospitalità” racconta nella prefazione della 46°ma edizione il presidente dell’Associazione Enrico Magenes.
“Meno noto – aggiunge – è che dietro a questo successo si nascondono le storie di famiglie che hanno saputo tramandare per generazioni e generazioni il genius loci rendendo famosi in tutto il mondo i loro alberghi, i ristoranti, le caffetterie, le pasticcerie.”
Quelle tradizioni familiari tramandate di generazione in generazione
Le tradizioni familiari nel nostro Paese, tramandate di generazione in generazione, sono la punta di diamante del made in Italy.
Emblematico l’esempio del “Royal Victoria Hotel” di Pisa, le cui origini si perdono nella storia millenaria della città toscana. Lo storico albergo, fondato nel 1050 in Lungarno Pacinotti, dal 1837 è gestito dalla famiglia Piegaja.
Sei generazioni, un record peraltro superato, almeno per quanto riguarda la gestione più longeva, dalla famiglia altoatesina Kühbacher che da undici generazioni sono i numi tutelari dell’Hotel Cavallino Bianco Weisses Rössl di San Candido.
Il “Cavallino Bianco” e i pionieri dello sviluppo turistico in Alta Pusteria
La guida 2024-2025 dei “Locali Storici d’Italia” dedica ampio spazio al “Cavallino Bianco” di San Candido, anno di fondazione il 1759, gestito da undici generazioni dalla famiglia Kühbacher. Il capostipite Johann Kühbacher lo acquistò per 5.588 fiorini. Poi il figlio sposò la figlia dell’osteria concorrente: l'”Orso Grigio”. Fu il primo passo per la nascita di una dinastia di albergatori pionieri dello sviluppo turistico dell’Alta Pusteria. Sviluppo che nel 1949 fu sancito dall’inaugurazione della prima seggiovia di San Candido.
Ma torniamo al “Cavallino Bianco”. Distrutto da una granata della Prima guerra mondiale e poi da due incendi, lo storico palazzo, la stube, le camere sono state ricostruite mantenendo il fascino della tradizione altoatesina. Tra gli ospiti del “Cavallino Bianco” vanno ricordati Johann Strauss nel 1869 e Vittorio De Sica nel 1969.
Il fascino “liberty” della Belle Epoque dell’Hotel Adria di Merano
La Guida, scegliendo fior da fiore tra i duecento locali recensiti, dedica ampio spazio anche a due storici alberghi di Merano: l’Hotel Adria e il Meranerhof.
L’Hotel Adria, oggi beauty farm con Spa di lusso, progettato e costruito nel 1885 dai maestri del Liberty meranese Josef Munsch & Carl Lun, è un tuffo nel passato ricco di fascino della Belle Epoque. Struttura, facciate, saloni, giardino e persino la cabina-ascensore del 1929 sono splendidamente conservati com’erano.
Nato come Hotel Austria per i soggiorni climatici dei facoltosi clienti tedeschi, austriaci e ungheresi, venne rinnovato e impreziosito con decorazioni Jugendstil nel 1914.
Cambiò nome dopo la Grande Guerra. Come tutti i grandi alberghi della città venne adibito ad ospedale militare durante i due conflitti mondiali.
L’Hotel Meranerhof (1913) ristrutturato nello stile Jugendstil dell’epoca
Anche il Meranerhof ha fatto la storia dell’ospitalità meranese. Nato come Pensione Wolf, nel 1913 fu trasformato dai maestri del Liberty meranese Munsch & Lun nell’elegante Hotel Continental.
Con l’apertura della coreografica Sala Kursaal del vicino Kurhaus, ospitò personaggi illustri della Mitteleuropa attirati anche dai convegni medico-scientifici che resero famosa la località termale altoatesina.
Seguì la ristrutturazione nello stile originario Jugendstil dell’epoca: archi, colonne, decorazioni con la creazione di nuovi spazi. Il nuovo nome, Meranerhof, oggi Spa di lusso, vuole ricordare il primo grande hotel di Merano che sorgeva di fronte all’attuale albergo fino al 1959.
I primati dei locali storici d’Italia: dai più familiari a quelli leggendari
La Guida, oltre alle schede e alle storie di ogni singolo locale, contiene una serie di capitoli che mettono in evidenza i principali primati dei locali storici: dai più familiari ai più antichi, dal più “alto” al più piccolo, dai Caffè più grandi ai più copiati al mondo, dai più cinematografici a quelli più legati al calcio e al giornalismo, dal primo locale goliardico ai locali che sono stati protagonisti durante l’Unità d’Italia, dai locali più Liberty a quelli più dannunziani e a quello che ha fatto suonare per primo un’orchestra tutta al femminile.
Si sommano storie infinite nei locali storici d’Italia, che continuano a stupire con la loro bellezza, con la loro storia, con le loro specialità gastronomiche, con il loro servizio sempre impeccabile e, soprattutto, con la loro capacità di rinnovarsi ogni giorno per offrire il meglio della tradizione.
La guida è diretta dal presidente dei Locali Storici d’Italia, Enrico Magenes, la stesura letteraria è a cura di Gabriele Conta, mentre i bellissimi disegni sono stati realizzati da Gianni Renna e Paolo Aiello.
In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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