Prakfol, Margreid e Cortina, il triangolo d’oro delle vigne da muro in Alto Adige
Il concetto di “Vecchie Vigne” sta godendo di un momento favorevole sia dal punto di vista del valore percepito da produttori e consumatori, sia da parte del legislatore con più attenzioni e priorità.
Se in questo caso stiamo parlando di piccoli vigneti storici ci sono però distribuite su quasi tutto il territorio nazionale delle singole vigne ultra centenarie che rappresentano la massima sintesi della nostra identità viticola non solo perché integrate da sempre in un determinato territorio ma anche perché in grado di donarci vini sorprendenti ed originali sono le “Vigne da muro”.
Si tratta di monumenti viventi ultra centenari quasi sempre appoggiate ad una casa o ad un muro storico che, quasi come un’opera dell’ingegno umano, raccontano al meglio la storia enologica di quel territorio, una storia fatta di rispetto e di attenzione da parte di viticoltori custodi che negli anni se ne sono presi cura.
Queste “Vigne da muro” possono spesso essere considerate un unicum sia per la loro spettacolare dimensione, sia per la il loro posizionamento, sia per come si legano all’edificio che le sostiene, ma sopratutto perché sono vitigni rarissimi se non unici dal punto di vista genetico.
Di certo la loro gestione può essere considerata anti economica ed il vino prodotto può non essere interessante dal punto di vista prettamente commerciale per le poche bottiglie che se ne possono ricavare, ma queste vigne hanno significati colturali, culturali ed umani, dalle radici alla maestosa chioma, che vanno assolutamente raccontati e preservati.
Nell’ultimo viaggio di GRASPO in Alto Adige tra tante piacevoli conferme anche tante nuove scoperte.
Se a Margreid abbiamo ritrovato in compagnia del suo storico ed appassionato custode Robert Cassar e del nostro tutor locale Giacomino Fasano, in splendida salute la “nostra “ Hoertroete che quest’anno compie il suo 424mo compleanno ed a Fiè dello Scillar dall’azienda Prakfol tra paesaggi incantati e montagne che “respirano” in compagnia di Patrick e Petra abbiamo ritrovato due ultracentenarie viti che GRASPO vorrebbe conoscere meglio, la vera sorpresa di questo viaggio arriva da Cortina sulla strada del vino.
Cortina o meglio Kurting sulla Wein Strasse è un piccolo, ordinato e suggestivo borgo di 600 laboriosi abitanti chiamato anche il paese delle viti proprio per le numerose case quasi maritate alla vite.
Infatti a Cortina all’Adige è tradizione piantare una vite sulla facciata della casa in occasione della nascita del primo figlio, per il passaggio di proprietà del maso oppure per il rinnovo della casa.
Come tantissime altre nostre bellissime sorprese questa storia parte da una segnalazione dei tanti “Graspisti per caso” che viaggiano nei territori del vino.
Simona Orlandi responsabile FISAR di Prato e Bogani Emiliano autorevole rappresentante AIS sempre di Prato sono da alcuni anni marito e moglie, una storia incredibile la loro, nata tra tra i banchi dei corsi sul vino e cementata con confronti, degustazioni, viaggi e da un’inesauribile curiosità.
Sono loro a segnalarci una grande vite incatenata ad un palazzo a Cortina.
Una catena che non era fortunatamente né costrizione, né antifurto ma solo elemento di sostegno per la meraviglia che ci siamo trovati di fronte in occasione della nostra visita.
La vite in questione, chiamata in loco Venediger Traube (uva veneziana),è esterna all’antica casa della famiglia Teutsch costruita nel 1629.
L’età esatta della vite non è facile da stimare, qui non ci sono targhe del tempo né le travi scolpite come quelle della “Regina di Margreid” ma il racconto della signora Teutsch e della figlia Yvonne ci riporta indietro di almeno 200 anni. L’occasione per mettere a dimora questa pianta è stato naturalmente l’ottavo compleanno di un figlio di Peter Teutsch avo di questa famiglia che dalla costruzione della casa ha sempre abitato il palazzo.
La vite è una vinifera franca di piede a bacca bianca, alla quale da sempre non viene fatto, dato che è meravigliosamente esposta a mezzogiorno, nessun trattamento. Una pianta veramente monumentale che sembra abbracciare il palazzo nascondendo quasi i picchetti ed i fili di ferro.
Il fratello di Ivonne, Peter, frutticoltore specializzato in mele che segue da sempre la filosofia produttiva del biologico abita con la sorella e la mamma il palazzo e all’interno del cortile dove altre grandi viti abbelliscono la struttura, si tratta però in questo caso di Ibridi Produttori Diretti.
Racconta che Cortina è sempre stato un luogo ricco di acqua e a causa dell’Adige era spesso allagato con vasti terreni circondati da zone paludose che potevano essere raggiunti solo in barca, quasi una piccola Venezia.
Per questo la gondola è ancora oggi uno dei simboli del paese e saluta curiosamente i tanti visitatori all’ingresso dello stesso.. Ora con la costruzione di canali e la bonifica successiva dei terreni la questione è stata risolta. Una prima ricerca al catalogo VIVC come Uva Veneziana, la identifica come Planta Fina una uva bianca di origine Spagnola identificata con il codice 9542. La raccolta di materiale vegetale per l’identificazione con l’analisi del DNA ci dirà se questa prima intuizione è esatta o se siamo di fronte ad una nuova bellissima scoperta di GRASPO. Una notizia che con piacere porteremo sicuramente a casa Teutsch in occasione della festa organizzata a Margreid per i 424 anni della “ cugina”
Hoertroete nel primo fine settimana di ottobre.
Il viaggio continua….
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
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