Prosecco Carpenè Malvolti: 100 anni di storia
La parola “Pr osecco” è apparsa la prima volta nel 1924. L’anniversario celebrato a Vinitaly alla presenza del ministro del Made in Italy Adolfo Urso. L’etichetta recitava: “Vino Spumante Pregiato Amabile dei Colli di Conegliano”.
“Prosecco” è uno dei prodotti del made in Italy più amato e imitato nel mondo. Centinaia le contraffazioni e le storpiature del nome per disorientare i consumatori.
Ciò è dovuto alla fama internazionale acquisita grazie al distretto storico del Prosecco, il territorio di Conegliano, Valdobbiadene e
Colli Asolani, protetto dalla Docg (denominazione d’origine controllata e garantita) e al successo planetario del più vasto territorio della Doc che comprende il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.
Va ribadito ancora una volta che Prosecco è una località dell’altopiano carsico che si affaccia sul Golfo di Trieste, mentre il vitigno che ha dato il nome al Prosecco è la Glera conosciuta al tempo degli antichi Romani – racconta Plinio il Vecchio – con il termine di “Pucino”, il vino prodotto nella X Regio Venetia et Istria, amato da Livia, la moglie dell’imperatore Augusto.
Lo Champagne italiano che nel 1924 Etile Carpenè chiamò “Prosecco”
La parola “Prosecco” ormai è sulla bocca di tutti, in Italia e all’estero. Ma a scriverla per la prima volta,
su un’etichetta, con una felicissima intuizione strategico-comunicativa, fu esattamente un secolo fa, nel 1924, Etile Carpenè, seconda generazione della famiglia. Al “Vino Spumante”, all’epoca conosciuto come “Champagne italiano”,
fu aggiunto per la prima volta il termine Prosecco, il che conferì alle bollicine made in Conegliano una precisa connotazione identitaria, nonché una specifica collocazione geografica nell’areale in cui veniva coltivata la Glera,
il vitigno che ne costituisce l’essenza.
L’etichetta recitava: “Vino Spumante Pregiato Amabile dei Colli di Conegliano”
La prima storica etichetta recitava “Prosecco Vino Spumante Pregiato Amabile dei Colli di Conegliano”.
Di fatto veniva così sancito “ante litteram” il riconoscimento della prima denominazione territoriale che identificava uno specifico territorio viticolo e le successive denominazioni di origine Doc (1969) e Docg (2009).
La ricorrenza è stata celebrata in pompa magna nei giorni scorsi al 56° Vinitaly alla presenza del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, nello stand della cantina che ha inventato il Prosecco, la Carpenè-Malvolti, marchio storico di interesse nazionale ancora nelle mani della famiglia che la guida insieme all’amministratore delegato Domenico Scimone.
Alla cerimonia erano presenti anche i vincitori della Borsa di Studio per la ricerca “Etile Carpenè, l’Innovatore ed il Comunicatore”: Ignazio Lombardo, Andrea Barone e Sharon Carducci, tre studenti universitari vincitori negli anni scorsi del Premio di Laurea Carpenè-Malvolti, istituito in collaborazione con le Università Italiane e le Città capitali Italiane della Cultura: Parma nel 2021, Procida nel 2022, Brescia & Bergamo nel 2023.
La figura mitica di Etile Carpenè senior e l’Esposizione di Milano del 1894
Un evento studiato per celebrare la ricorrenza di quella prima iscrizione in etichetta del termine “Prosecco” e per raccontare la figura di Etile Carpenè senior, mettendone in evidenza il rilevante apporto culturale, sociale economico per l’intero territorio del Prosecco sia dal punto di vista dell’innovazione
– che egli iniziò a perseguire già da giovanissimo nel 1892 ricercando il perfezionamento del metodo già messo a punto dal padre Antonio per la spumantizzazione del Prosecco – sia della comunicazione, per la cui impostazione nella storia dell’impresa è stato un pioniere.
Fu proprio Etile Carpenè senior, in occasione dell’Esposizione di Milano del 1894, a proporre il primo messaggio promozionale della storia moderna,
facendo costruire una riproduzione del pozzo medievale della Piazza XXVIII Luglio 1866 di Conegliano nella corte del Castello Sforzesco per accogliere i visitatori ed offrire loro degustazioni del prodotto, esternadolo come il primo messaggio pubblicitario su uno dei principali giornali dell’epoca.
Rosanna Carpenè: “Il Prosecco è l’ambasciatore del nostro territorio”
“Quella che abbiamo presentato – ha detto Rosanna Carpenè, quinta generazione della famiglia – è la celebrazione di quella determinazione strategica che il mio bisnonno ha introdotto con l’intento di rendere il nostro vino spumante più rappresentativo ed un vero e proprio ambasciatore del nostro territorio, di cui ha di fatto per sempre cambiato il volto portandovi un significativo benessere economico.
Oggi, sono qui a testimoniare quanto il coinvolgimento delle nuove generazioni sia ancora, a distanza di oltre un secolo e mezzo, una priorità per la nostra impresa.
A coloro che rappresentano il nostro futuro affidiamo lo studio della nostra storia affinché possano contribuire ad elaborare determinazioni per un prospero avvenire della Denominazione Prosecco e della vitivinicoltura nel suo insieme.”
Antonio Carpenè e l’istituzione della Scuola Enologica di Conegliano
Nel racconto storico della figura di Etile Carpenè, è da ricordare altresì il contributo alla ricostruzione dell’impresa dopo la distruzione in seguito alle due guerre mondiali e le illuminanti determinazioni da lui ricercate nell’ambito della tappatura, della forma delle bottiglie e di tutti gli elementi caratterizzanti il packaging del prodotto fino a giungere alla revisione del contenuto dell’etichetta, che nel 1924 inserisce per la prima volta il termine Prosecco, indicativo sia della tipologia del prodotto sia delle caratteristiche organolettiche e della collocazione geografica nel territorio trevigiano.
Tutte innovazioni che hanno segnato la storia del Prosecco – oggi tra i vini più famosi e maggiormente esportati in tutto il mondo –
e del territorio che grazie anche al prezioso lavoro svolto fin dal 1868 nella valorizzazione e cura dei vigneti, da Antonio Carpenè prima, fondatore tra l’altro della Scuola Enologica di Conegliano, ed Etile Carpenè poi, oggi è un Patrimonio Universale dell’Unesco.
La bottiglia del centenario, un’edizione limitata di 1.924 esemplari
La bottiglia del centenario “Prosecco 1924” in edizione limitata di soli 1.924 esemplari vuole essere la testimonianza concreta di come questo vino spumante abbia solide fondamenta costruite su una grande storia d’impresa e su una grande cultura vitivinicola perpetrata tra le generazioni.
“Siamo profondamente onorati della visita del ministro delle Imprese e del Made in Italy (a cui sono stati donati lo scrigno “Sparkling Milestones Collection” che raccoglie le pietre miliari della storia dell’impresa e una Magnum del “Prosecco 1924″) che con la sua presenza ha inteso sottolineare l’importanza della nostra impresa nel contesto storico imprenditoriale del Paese” ha commentato l’amministratore delegato della Carpenè Malvolti, Domenico Scimone.
“La Carpenè-Malvolti, nel giugno 2024 – ha aggiunto – festeggerà i 156 anni di attività, condotta sempre rimanendo ancorata ai valori fondanti delle origini in Scienza e Coscienza.
La presenza del ministro, che ha tenuto a battesimo l’etichetta del centenario del “Prosecco 1924″, è per noi motivo di grande orgoglio.”
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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