Molteni, la buona cucina che racconta il Delta del Po
Per il magazine “Con i piedi per terra” è il migliore ristorante 2023
Una cucina che racconta la storia della famiglia Molteni da 103 anni legata ad Adria (Ro) e alla cucina di tradizione del Delta del Po.
A testimoniare che qui si mangia bene i numerosi attestati di prestigiose guide enogastronomiche ed il diploma di “Buona Tavola” dell’Accademia Italiana della Cucina.
Il “medagliere” si è arricchito, nei giorni scorsi, del premio “Cucina Identità del Territorio”, ideato dal magazine “Con i piedi per terra”, giunto alla settima edizione.
Molteni è il primo ristorante del Polesine ad ottenere l’ambito riconoscimento per l’importante ruolo svolto nella custodia e nella valorizzazione dei tanti prodotti identitari del proprio territorio a tavola.
A consegnarlo, Mauro Gambin e Giampaolo Venturato, editori della rivista che punta sulla conoscenza di arte, storia, natura e prodotti tipici del Basso Veneto.
“Qui – spiegano i due editori – è come se il mare non si fosse mai ritirato, non lo si vede, ma lo percepisce nei tanti piatti a base di pesce, che da più di cento anni sono la specialità della casa.
A cui si aggiunge l’ospitalità, ossia quella capacità di accogliere che è propria dei posti di mare, perché per tradizione sanno farsi ‘porto’ e aprirsi a chi viene dall’altrove”.
I 22 alberelli di Molteni
Ed è proprio questa “dedizione” al territorio di appartenenza che il giornalista e critico enogastronomico Renato Malaman ha evidenziato nel stilare la pagella del ristorante: impiego delle materie prime in cucina, stretta osservanza della stagionalità, rielaborazione della tradizione gastronomica secondo fantasia e creatività, accoglienza, abbinamento ai vini e il rapporto qualità-prezzo.
Categorie nelle quali Molteni ha ottenuto quasi la massima votazione, meritandosi ventidue “alberelli”, logo della testata “Con i piedi per terra”, sui venticinque disponibili.
Per capire il perchè basta sedersi al tavolo del ristorante, sfogliare il menu ed assaggiare i piatti.
Qui si rifugge la banalità e si punta sulla concretezza.
Segno evidente di una tecnica dai fondamentali solidi e da una creatività capace di sconfinare nella pura grazia.
Dai crudi, ai bolliti, dagli ottimi risotti agli spaghetti, dalla leggera e croccante frittura alle grigliate o la piovra arrostita con le patate viola.
Piatti che colpiscono l’occhio, oltre che il palato, che sanno valorizzare i prodotti di nicchia del territorio deltizio di cui Stefania chef e sommelier, ne sa fare anche un appassionato racconto, presentando tanto la cozza Mitilla di Pellestrina quanto l’ostrica rosa di Scardovari, come due assolute regine del nostro Adriatico.
E la lista delle materie prime impiegate continua con le eccellenze provenienti da altre provincie, come la polenta di riso nero Melotti (celebrato marchio veronese di Isola della Scala), o gli spaghetti monograno Felicetti, che addirittura arrivano dalla Val di Fiemme dove il grano viene coltivato a più di mille metri di quota.
Oppure i ravioli artigianali ripieni fatti dalle sapienti mani di Edda.
Il coraggio di Stefania nel segno di Enrico
A ricordare che “Molteni” è il locale storico di Adria, oltre al menu o meglio come si chiamava allora “lista delle vivande” (in bella mostra all’ingresso) firmata nel 1927 da Cesare Molteni, c’è anche l’attestato di “Bottega storica del Commercio” con tanto di medaglia della Regione Veneto.
Furono i fratelli Giuseppe, Cesare e Arnaldo Molteni, giunti dalla Brianza, ad avviare nel 1921 l’attività di ristorazione.
Allora era l’osteria “Barche Rotte” perchè sulla stessa riva del Canalbianco, dove si affaccia il grazioso giardinetto estivo all’ombra del tiglio centenario, esisteva uno squero per le barche.
Con il tempo e grazie alla lungimiranza di Alberto Molteni e della moglie Franca (seconda generazione) al ristorante è stato aggiunto anche l’accogliente e curato hotel, tre stelle, le cui stanze hanno ospitato personaggi illustri della lirica e dello spettacolo che si esibivano al Teatro di Adria.
L’emergenza sanitaria, legata al Covid, ha imposto la sofferta chiusura dell’albergo.
Ad Enrico si devono la svolta ed il ruolo dati al ristorante nella custodia e nella valorizzazione dei tanti prodotti identitari del Delta del Po, tanto che molte delle sue ricette sono ancor oggi nel menu.
Un percorso gastronomico di qualità che Stefania, chef e sommelier, supportata dal valido e motivato staff di collaboratori di cucina e sala (Fabio, Annalisa, Maria, Cristina, Elisa, Paola e Michele) porta avanti con determinazione.
Durante la consegna del premio non sono mancati momenti significativi: gli occhi lucidi di Alberto e Franca nel ricevere, rivedere ed abbracciare tanti amici, l’elogio di mamma Franca alla figlia Stefania per il “coraggio dimostrato nel portare avanti il ristorante”, il mazzo di fiori consegnato a Stefania dal “paziente ma innamorato” marito.
Ma anche forti emozioni nel ricordo di Enrico, prematuramente scomparso tre anni fa, e sincero affetto per la moglie Roberta, la cui presenza discreta è un insostituibile supporto per Stefania.
Poi gli scroscianti e meritati applausi.
Albo d’Oro del Premio Cucina Identità del Territorio:
– 2016 Ristorante La Torre di Monselice
– 2017 Hostaria San Benedetto di Montagnana
– 2018 Ristorante La Montanella di Arquà Petrarca
– 2019 Ristorante Boccadoro di Noventa Padovana
– 2021 Antica Trattoria al Bosco di Saonara
– 2022 Exquo: Trattoria Zamboni di Arcugnano e El Gato di Chioggia
– 2023 Ristorante Molteni di Adria
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